I ragazzi del Gadda Rosselli ad Assisi. Con il Papa, per la pace e contro le armi

La gita scolastica di tre classi è diventata anche l'occasione per mandare, in un luogo simbolico, un messaggio per la costruzione della pace

gallarate generico

La gita scolastica diventa anche messaggio di pace, per ragazze e ragazzi dell’istituto Gadda Rosselli di Gallarate. Che in visita ad Assisi hanno voluto rendere evidente il loro messaggio di pace, associandosi a Papa Francesco nel denunciare la proliferazione delle armi, la corsa al riarmo in Europa.

Il viaggio d’istruzione nella città di San Francesco era già in programma ma in questi mesi – di guerra in Ucraina e di corsa ad una nuova contrapposizione frontale ed estensione del conflitto – è nata anche l’idea di vivere il “classico” momento leggero della gita scolastica anche come momento di pace. Con un messaggio da rendere visibile sulla piazza delle basiliche di San Francesco: uno striscione con l’immagine di Papa Francesco, la sua fase sul riarmo e l’auspicio “si alzi forte il grido di Pace”.

Il viaggio ha coinvolto 59 allieve ed allievi e quattro docenti, Paola Risteo, Francesco Sansone, Federico Rizzo e Luigi Rutigliani. Proprio Rutigliani ha lanciato l’idea di creare il grande striscione e le magliette dedicate.

Un’idea che ha trovato anche un sostegno esterno: «In meno di 24 ore diverse persone si sono offerte di dare un contributo ma poi è comparsa anche una persona che si è offerta di contribuire pagando tutte le magliette» racconta con emozione Rutigliani. Quanto rimasto dalla raccolta fondi informale sarà devoluto a realtà benefiche.

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Sara, Alice e Marika, una per ogni classe che ha partecipato alla gita: 2A Scienze Umane, 3A Linguistico e 3C linguistico

La parole del Papa per la pace e contro il riarmo

Lo striscione come detto cita le parole con cui Papa Francesco, dopo un mese di guerra aperta dopo l’invasione russa, ha denunciato il riarmo mondiale e l’aumento delle spese militari, mentre si creavano le premesse della lingua di lunga durata ormai evocata da molti (il Papa già anni fa denunciava la “terza guerra mondiale a pezzetti”, nel mezzo della guerra in Siria, evocando le ingerenze esterne in quel conflitto).

Sul piazzale delle basiliche di Assisi è stato letto anche il messaggio di pace redatto da ragazzi e ragazze:

SI ALZI FORTE IL GRIDO DI PACE! CHI FA LA GUERRA DIMENTICA L’UMANITA’
Noi giovani siamo venuti qui ad Assisi, città della Pace, per gridare il nostro desiderio di Pace.
Vogliamo unirci alle migliaia di altri giovani che, venuti da tutta Italia, hanno preso parte alla marcia straordinaria “Perugia Assisi” della scorsa domenica 24 aprile.
La guerra è rovina, la guerra è distruzione, la guerra frantuma la dignità dell’uomo che invece dovrebbe combattere per vivere in un mondo tranquillo pieno di Pace e amore, non in un mondo colmo di odio e violenze.
La Pace non regnerà nel mondo se prima non regna nei nostri cuori. Sappiamo che il cambiamento deve partire innanzitutto da noi stessi: dobbiamo costruire il sogno di vivere tra fratelli, prendendoci cura l’uno dell’altro perché la Pace sta nell’amare chi ci è accanto. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e accogliere la Pace giorno dopo giorno, convertendo il cuore e l’anima.
Il costruttore di Pace è colui che fa il primo passo verso l’altro e noi desideriamo fare questo passo.
Occorre però che anche i potenti della terra perseguano la pace e questo non può avvenire finché ci sarà la corsa agli armamenti: il mondo spende seimila miliardi di dollari per farsi la guerra ogni anno. Ne basterebbero duecentosessantasette miliardi – meno del 5% del totale – per sradicare la fame ovunque, per tutti e per sempre.
Come non vedere in questo la grande assurdità delle guerre?
Non vedete che follia? Vogliamo un’Italia che sia portatrice di Pace:
“si svuotino gli arsenali di guerra e si colmino i granai”
Oggi, è questa la strada che noi giovani pretendiamo dai potenti della terra, con forza e con tutta la nostra voce raccogliendo le parole di Papa Francesco:
“SI ALZI FORTE IL GRIDO DI PACE! CHI FA LA GUERRA DIMENTICA L’UMANITÀ”.
Vogliamo essere la generazione capace di portare la Pace nel mondo. Sentiamo forte il desiderio di volare oltre questa tristezza quotidiana perché “E’ il mio cuore, il paese più straziato”
A SCUOLA VOGLIAMO STUDIARE LA PACE, NON LE GUERRE.
Forse non riusciamo ad imparare dalla storia perché i nostri libri sono pieni di racconti di come si fanno le guerre e mai come si crea la Pace.
È necessario che la pace venga insegnata insieme al rispetto e alla tolleranza: deve prima nascere e crescere come desiderio dentro ciascuno di noi per poter poi essere condivisa e divulgata. Dobbiamo prendere quella mano tesa dall’altro per trasformarla, insieme al cuore e all’intelligenza, in uno strumento di dialogo, perché tenere l’altro sotto minaccia vuol dire ridurlo a uno stato di oggetto e quindi negargli la libertà e la dignità e “la pace ottenuta con la forza, è solo una pausa tra due guerre”
LA PACE È IL BENE PIÙ GRANDE CHE L’UMANITÀ DEVE DESIDERARE E PERSEGUIRE
È sempre così: sono gli uomini più anziani a dichiarare la guerra ma poi siamo noi giovani che moriamo.
La guerra finirà, i potenti si daranno la mano, ma ci sarà chi avrà dovuto lasciare la sua terra, chi non avrà più la casa, chi aspetterà il figlio martirizzato, chi il proprio marito o fidanzato. I bambini attenderanno il loro padre…e le lacrime non basteranno.
Questi. Solo questi, sono coloro che pagano il prezzo della follia della guerra.
“Tutto quello che chiediamo è dare una possibilità alla pace”
“La guerra distrugge tutti. Non solo i vinti ma anche i vincitori”
Noi giovani non vogliamo restare in silenzio ed indifferenti: vogliamo regalare a tutti il nostro sorriso perché “Peace begins with a smile”.
“Per fare la Pace di vuole coraggio, più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio a dire sì all’incontro e non allo scontro. Sì al dialogo e no alla violenza” (Papa Francesco)
Proviamo a fare pace, almeno nel nostro cuore, il luogo del coraggio.
Se impariamo ad avere pensieri di misericordia, di Pace e di amore, siamo convinti che noi giovani, questo mondo, possiamo ancora cambiarlo.
“SAREBBE PROPRIO UNA GRAN FESTA PER TUTTA LA TERRA: FARE LA PACE E NON LA GUERRA” (RODARI)
Qui, da questa terra di S.Francesco, ci diamo un mandato, riprendendo le parole a lui attribuite che ci ricordano che ciascuno di noi può divenire “strumento di Pace”. La Pace è dovere di ciascuno di noi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Maggio 2022
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