Scatta da Budapest un Giro d’Italia sempre più internazionale. Covi e la Eolo bandiere varesine

La guida alla corsa rosa. Poche speranze per gli azzurri: Carapaz è il favorito, Van der Poel il talento massimo. Il "Puma di Taino" va a caccia di una tappa, la squadra di Ivan Basso si affida a Fortunato per la classifica

Ciclismo giro d’Italia

Il via da Budapest, l’arrivo in quell’Arena di Verona che ha incoronato quattro maglie rosa tra cui – nel 2010 – il varesino Ivan Basso. Nel mezzo ci sono oltre 3.500 chilometri tutti da gustare, con poche tappe per velocisti e tanta montagna. Il Giro d’Italia vuole confermarsi “la corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo” e richiama al via diversi validi scalatori pronti a dare la caccia a un primato che lo scorso anno venne conquistato dal colombiano Egan Bernal.

I FAVORITI

Il numero uno del ranking alla vigilia è probabilmente Richard Carapaz, un po’ perché l‘ecuadoriano ha già vinto il Giro (2019), un po’ perché la sua Ineos Grenadier ha una grande tradizione nella corsa rosa e intende ripetersi anche questa volta con una formazione al servizio del capitano. A differenza di altre edizioni però, il pronostico appare piuttosto incerto: la Bahrain non ha portato Caruso (2° nel 2021) ma conta sull’accoppiata Bilbao-Landa che può far saltare il banco, la Jumbo-Visma rispolvera Tom Dumoulin (primo nel 2017), la Bora-Hansgrohe lancia il terzetto Kelderman-Hinley-Buchmann dal quale può saltar fuori un candidato. Una formazione in difficoltà in questo avvio di stagione è l’Astana che però ha Miguel Angel Lopez per la classifica e Vincenzo Nibali per accendere il tifo, così come Mathieu Van der Poel, stella assoluta della Alpecin-Fenix che arriva a caccia di tappe. Attenzione ai francesi che al Giro non festeggiano dai tempi di Fignon (1989) e che schierano Romain Bardet (Dsm) e Guillerme Martin (Cofidis) mentre i britannici si affidano anche a Simon Yates (BikeExchange) – due vittorie nelle Asturie – e Hugh Carthy (EF). Restano la Movistar di Valverde e Sosa e soprattutto la UAE Emirates con Joao Almeida nel ruolo di capitano affiancato da diversi corridori di gran livello tra cui l’ex iridato Rui Costa.

COVI, BANDIERA VARESINA

Un solo varesino al via, Alessandro Covi: il “Puma di Taino” è alla seconda partecipazione al Giro e lo scorso anno ha già sfiorato il successo a Montalcino (2°) e sullo Zoncolan (3°), chiudendo 38° assoluto. In virtù di quei piazzamenti e di un avvio di stagione ruggente (due vittorie nelle corse spagnole), Covi dovrebbe avere qualche possibilità per cercare un successo di tappa anche se il numero di “carte da giocare” dipenderà anche dalle necessità della sua UAE Emirates che, come detto, è piena di uomini di primo piano (Ulissi e Formolo gli altri italiani). Di certo sarà uno degli osservati speciali anche dagli avversari, specie nelle frazioni vallonate, perché Ale non è più una sorpresa ed è uomo rispettato in gruppo.

Alessandro Covi “Va in Giro” prima di partire per il Giro

EOLO A DUE PUNTE: FORTU E ALBA

Di Eolo-Kometa abbiamo detto e scritto a lungo ma non possiamo che ribadire come la squadra diretta da Ivan Basso possa fare bene su diversi terreni. In montagna la grande speranza è Lorenzo Fortunato: dopo il capolavoro sullo Zoncolan 2021 il bolognese andrà alla ricerca di una tappa ma soprattutto proverà a muoversi da uomo di classifica. La gamba vista nelle Asturie è al top, la testa pure: l’obiettivo può essere la top ten. Per i successi parziali invece attenzione a Vincenzo Albanese che vuole a tutti i costi l’appuntamento con la prima vittoria da “pro”. Diego Rosa e Francesco Gavazzi le prime alternative in montagna e nelle azioni di giornata. Di certo la struttura che ha sede a Besozzo punta a conquistare almeno un traguardo parziale.

Più fughe, meno volate: ecco la Eolo-Kometa per il Giro d’Italia

E GLI ITALIANI?

Nota dolente, senza dubbio. Con Nibali ormai in calo fisiologico e Caruso dirottato sul Tour de France dalla sua Bahrein è obiettivamente difficile pensare che ci possa essere un uomo d’alta classifica. L’unica speranza è quella di Giulio Ciccone (Trek Segafredo) che però non ha ancora rispettato del tutto le speranze; l’eterno Domenico Pozzovivo (Intermarché) cerca un’ultima recita d’alta quota mentre proprio Fortunato può rappresentare il nome nuovo. Tra i cacciatori di tappa ci mettiamo l’intera Bardiani-Csf accanto alle volate di Nizzolo e di Mareczko, alle qualità da scalatore di Vendrame e a quelle di cronoman di Affini e Sobrero (in assenza di Ganna).

IL PERCORSO

L’avvio del Giro sarà verde-bianco-rosso ma a strisce orizzontali nel senso che le prime tre tappe (la seconda a cronometro) saranno in Ungheria. Al rientro in Italia, martedì 10, c’è subito l’Etna a mettere in mostra gli scalatori che poi troveranno pane per i loro denti al Blockhaus domenica 15. La seconda settimana sarà più tranquilla ma domenica 22 si salirà a Cogne per il primo vero assaggio di Alpi. Dopo il terzo e ultimo giorno di riposo, quindi, il gran finale: tappa 16 con Mortirolo, Santa Cristina e Aprica, tappa 17 con Monterovere e arrivo a Lavarone, tappa 19 con strappo finale al Santuario di Castelmonte. La penultima tappa parte da Belluno, transita dal Pordoi e arriva al Fedaia, ultimo terreno di battaglia in salita: se ci fossero ancora dubbi di classifica ecco la crono finale a Verona con arrivo trionfale nell’Arena.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Maggio 2022
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