Libri

Il segreto della famiglia nel romanzo “La notte dei cucibocca”

Il libro scritto da Gaetana Di Stasi e Rita Poggioli è tratto da una storia vera ambientata in Basilicata. Sarà presentato lunedì 9 maggio alle 15 e 30 nella sala dell’oratorio di Casbeno

09 Maggio 2022

Le famiglie sono scrigni di storie straordinarie e ad aprirli spesso sono gli scrittori. Sono storie che hanno il loro punto di forza nel non detto, nel segreto celato e custodito dai membri del nucleo familiare, a volte anche da entità misteriose, come per esempio i “Cucibocca“,  figure ancestrali che popolano le cronache epifaniche della tradizione lucana. 

La storia raccontata da Gaetana Di Stasi e Rita Poggioli ne “La notte dei cucibocca” (Letteratura Alternativa edizioni), si sviluppa dentro una cornice familiare che dona al romanzo il sapore di una saga, dove il destino dei protagonisti si intreccia con verità rivelate e da custodire con cura, pena l’intervento, appunto, dei cucibocca.
Orecchie ben aperte e bocche ben cucite, almeno così dice nonna Nella quando decide, nella notte della Befana, di «cuntare nu fatto» ai tre nipotini dinanzi alla fiamma del camino. La vecchia confessa che lei non è la nonna perché la loro mamma non è sua figlia. Un fatto sconcertante per tre bambini che di quella verità possono percepire solo ciò che è in grado di stravolgerne l’esistenza: la stabilità degli affetti e i riti consolidati della famiglia. 
Nina, la più grande dei nipoti, capisce che dentro quella verità si celano altre mille domande, a cominciare da quella più importante: chi è la vera nonna? Nella, diventa così il ponte di comunicazione tra la nipote e la madre che di quella storia non ha mai raccontato nulla ai figli.
 Del resto quella rivelazione non è casuale perché Nella ha la sensibilità di una madre.
È una donna semplice e forte, temprata da una vita di sacrifici, divisa tra la famiglia e il durissimo lavoro in campagna. Il suo modo di vedere il mondo e le relazioni, come possono esserlo quelle di Genzano di Lucania, un piccolo paese della Basilicata, nel secolo scorso, è decisamente moderno. Una figura di grande dignità che mal sopporta le prepotenze e le ipocrisie e che è dunque capace di reggere il confronto con l’ambiguità di quella verità.
Amata per il carattere tenace e schietto, per Nella ciò che conta è accogliere, così come ha fatto con l’adozione di Lucia, la mamma dei suoi tre nipoti, frutto di un amore profondo e vero, consumato però su un crinale proibito – e qui sta il segreto – secondo uno schema che in letteratura ha dei precedenti illustri.
Il romanzo intreccia più destini, ma a tirare le fila di questa storia è il bel dialogo tra la nonna Nella e la nipote Nina, capaci di costruire un rapporto tra generazioni fondato su sincerità, rispetto e amore. La Lucania, con la sua lingua essenziale e scarna, proprio come la terra dove questa storia vera ha avuto inizio, non è una semplice comparsa ma una protagonista che modella, nel bene e nel male, la vita e il futuro dei componenti della famiglia. Perché, come diceva nonna Nella, «lucani si nasce e si more».

9 Maggio 2022
Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

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