Verde e mobilità a Varese, gli studenti del “Cairoli” intervistano l’assessore Andrea Civati

Il progetto nell'ambito del percorso di Educazione Civica: gli studenti di VC" del Liceo Classico di Varese hanno intervistato amministratori e funzionari pubblici del nostro territorio. La prima intervista è a tema green e trasporti

La Giunta Galimberti 2021

Gli studenti del “Cairoli” giornalisti per un giorno. Nell’ambito del percorso di Educazione Civica, gli studenti di VC” del Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese, corso “tradizionale” dell’Istituto, hanno intervistato amministratori e funzionari pubblici del nostro territorio su argomenti di particolare interesse e attualità, al fine di conoscere e far conoscere la realtà in cui stanno crescendo.

INTERVISTA ALL’ASSESSORE ALLA MOBILITÀ ANDREA CIVATI
a cura di Veronica Bonomi, Fabrizio Davanzo e Noemi Guidali

RENDERE “VERDI” I TRASPORTI: UNA BATTAGLIA CHE CI RIGUARDA

I trasporti sono parte della vita quotidiana di ciascuno di noi, ma non sempre siamo a conoscenza delle iniziative relative alla mobilità sostenibile attuate nel nostro territorio.

Come possiamo rendere gli spostamenti più “green”, vivendo a Varese? Ne abbiamo parlato con l’assessore Civati.

Nel 2017 è stato proposto, nell’ambito dei trasporti, il piano di mobilità “Varese si muove” per migliorare la qualità di vita dei cittadini: com’è strutturato? “Varese si muove” si fonda su due principi: il primo si concentra sul disincentivare l’utilizzo dell’auto e per questo è stato attivato un sistema di tariffe differenziato, in base alla distanza dal centro; il secondo vuole promuovere l’utilizzo di altri mezzi sostenibili, quindi trasporto pubblico, bike sharing, mobilità condivisa, monopattini, Park&Bus e iniziative come andare al Sacro Monte gratuitamente con il bus o con la funicolare.

Generico 2018

In che cosa consiste il progetto Park&Bus?
Park&Bus è un progetto che incentiva l’utilizzo del trasporto pubblico, prevedendo la gratuità per tutti gli utenti che decidono di lasciare la loro auto in quattro parcheggi all’esterno della città, dislocati sulle principali vie d’accesso: piazzale de Gasperi, piazzale Roma, piazzale Belforte e Largo Gaiardo in viale Borri. I cittadini che parcheggiano in questi luoghi hanno diritto a un biglietto del bus quasi gratuito, sia per l’andata sia per il ritorno, pagando soltanto dieci centesimi. Questo progetto è stato previsto e istituito nell’ambito delle politiche della mobilità, promosse nel 2017 e finalizzate ad allontanare le auto dal centro della città, a incentivare il trasporto pubblico e tutte le forme di mobilità alternativa e quindi a sostenere una mobilità più “green”.

Com’è nata l’idea di proporlo?
L’idea è nata in seguito a uno studio che ha fatto emergere che la città di Varese, come molti comuni di tali dimensioni nella Pianura Padana, presenta delle problematiche legate all’affollamento delle auto nel centro della città e alla conformazione fisica, per esempio mancanza di grandi viali per parcheggiare. Una società ha verificato la condizione della città e ha promosso il progetto Park&Bus che è una proposta innovativa in Italia, dal momento che prevede la gratuità del trasporto pubblico. E’ stata pensata in modo creativo cercando di premiare l’automobilista che decide di rinunciare alla comodità della propria auto per utilizzare il trasporto pubblico.

Park and bus in via Belforte

Qual è stato il riscontro da parte dei cittadini?
La risposta è stata assai positiva: infatti nei primi anni di utilizzo, prima della pandemia, si avvalevano di tale servizio circa duecento persone al giorno, che considerate in relazione alla città di Varese costituiscono un numero elevato.

Nell’ultimo anno è stato promosso l’utilizzo dei bus ibridi, che in soli tre mesi hanno permesso di risparmiare oltre 35000 litri di gasolio e di ridurre di 60 tonnellate l’anidride carbonica immessa nell’aria. Come ha avuto inizio il progetto e come viene finanziato? Si è pensato di ampliarlo?
Il progetto nasce da un piano ministeriale del 2019 ed è finanziato dal ministero dell’ambiente che ha deciso di “premiare” Varese con una sovvenzione di diversi milioni di euro, destinata proprio alle città che presentano un problema di inquinamento significativo. L’azienda del trasporto pubblico varesino è stata tra le prime in Italia ad acquistare questi autobus, che sono in circolazione già da diversi mesi, e quindi ad attuare velocemente il progetto.
Sicuramente si è pensato di estenderlo: nei prossimi anni infatti acquisteremo altri autobus elettrici o a idrogeno per raggiungere una flotta interamente ecologica.

Per quanto riguarda le automobili ibride o elettriche, sono stati proposti dei programmi per incentivarne l’uso?
Sì, nel 2017 è stata promossa un’innovazione nell’ambito della sosta: è stata prevista la gratuità dei parcheggi per le auto ibride o elettriche. Dunque, grazie anche a tale incentivo, molti cittadini hanno deciso di acquistare un veicolo ecologico. Ultimamente abbiamo deciso di limitare l’agevolazione ai veicoli totalmente elettrici oppure a quelli full hybrid, cioè che non hanno una commistione tra benzina ed elettricità, ma una tecnologia completamente ibrida e perciò inquinano meno degli ibridi di “categoria inferiore”. Bisogna tenere in conto che l’auto, anche se ecologica, è un mezzo da trattare con attenzione, perché alcuni aspetti, come le batterie, hanno egualmente un impatto ecologico; pertanto, sebbene vogliamo incentivare questo tipo di tecnologia, la scelta migliore da fare è optare per la mobilità totalmente sostenibile: trasporto pubblico, mobilità ciclistica, mobilità elettrica, monopattini, car sharing ecc.

Negli ultimi mesi sono stati introdotti a Varese i monopattini elettrici in sharing. Come funziona il servizio? E’ possibile stabilire un primo bilancio dell’iniziativa tenendo conto dei miglioramenti apportati?
Il servizio funziona attraverso un sistema di iscrizione gestito completamente dal privato; quindi il Comune, a differenza del trasporto pubblico e del bike sharing che vengono sovvenzionati direttamente, non fornisce soldi alla società e non controlla il servizio. Il Comune ha però regolato il programma indicando le zone non accessibili, come quella del lago, ovvero dove è pericoloso utilizzare il monopattino, che pertanto si spegne, e le aree in cui non si può parcheggiare, ad esempio il centro storico. La società, Dott, ha invece stabilito regole generali per l’utilizzo del mezzo, che sono più stringenti rispetto ai progetti precedenti, per responsabilizzare l’utente che può essere facilmente identificato: un esempio è che il parcheggio deve essere sempre fotografato prima di terminare l’utilizzo. Il bilancio, da quello che ci viene riferito dall’azienda è positivo: gli utilizzi sono stati parecchi e rispettosi, nonostante precedentemente in altre città, e anche nella stessa Varese, si siano registrati atti divandalismo ai danni dei servizi in sharing.

Monopattini in sharing a Varese

Perché il servizio è limitato ai maggiorenni?
Per un problema assicurativo: ciascun utente iscritto beneficia di un’assicurazione che per i minorenni è complicata da ottenere. In secondo luogo questi, secondo il codice della strada, devono indossare il casco, e perciò è complesso per la società controllare che la norma venga rispettata. Infatti qualora non venisse utilizzato, in caso di incidenti anche l’azienda potrebbe incorrere in sanzioni.

Sono stati effettuati dei cambiamenti sulla gestione dei mezzi rispetto al progetto Ofo del 2017? Quali sono state le cause del suo fallimento? C’è la possibilità di un ritorno al bike sharing nella nostra città, oltre a quello fisso già presente?
Le cause dell’insuccesso sono state molteplici, e prima fra tutte il fallimento della società, dato che in tutto il mondo il servizio non è più stato erogato e a Varese il progetto non è andato peggio rispetto ad altre città. E’ anche vero che il sistema Ofo ha riscontrato alcuni problemi: da un lato il mezzo era fragile, quindi poteva essere danneggiato facilmente, dall’altro non c’era ancora una cultura diffusa della mobilità condivisa. Sono convinto che anche dagli insuccessi si possa imparare, perché questa sperimentazione ha aiutato sia a diffondere la cultura della mobilità sia a capire dove si può migliorare, cosa che credo sia stata fatta con i monopattini. Sì, ad oggi è presente un sistema station based, cioè sono presenti delle stazioni, segnalate su un’apposita applicazione, in cui si possono prendere e poi riportare le bici. Questo sistema garantisce maggior controllo ed è quindi più gestibile, infatti non è come quello di Ofo, o come i monopattini, quindi le biciclette non si possono trovare ovunque; chiaramente è viva la speranza di tornare a un sistema più flessibile.

In quale misura il Covid ha rallentato la realizzazione di progetti per la città di Varese già in atto ed eventualmente di nuovi?
Sicuramente molto, in particolare se parliamo dell’ambito dei trasporti. Per esempio, uno dei progetti era la revisione del piano che regola le linee, le tariffe e le norme del trasporto pubblico, ma purtroppo, a causa del Covid, questo settore è entrato in crisi per la diminuzione degli utenti e quindi delle entrate, pertanto non era il momento ideale per introdurre una serie di innovazioni. Siamo convinti che con il ritorno alla normalità, che speriamo avvenga al più presto, si possa ripartire con una serie di nuove proposte. La pandemia ha però anche aiutato, in termini di mobilità, a compiere nuovi ragionamenti, come la riduzione degli spostamenti per ragioni lavorative: oggi una quota significativa di lavoratori non si sposta più con l’auto, poiché si è capito che molti spostamenti possono essere evitati; anche dal punto di vista della vita quotidiana molti cittadini sono stati stimolati a compiere spostamenti sostenibili. In questo frangente è stato introdotto il progetto “città in 15 minuti”, ovvero una nuova modalità di spostamenti brevi, col fine di vivere maggiormente la nostra città e i suoi parchi.

Qual è la sua opinione su quanto è stato realizzato finora? Sotto quale aspetto pensa che ci potrebbe essere un ulteriore miglioramento?
Migliorare si può migliorare sempre, questa è una regola d’oro. Ho questo ruolo dal 2016 e credo che Varese sia cambiata molto in questi anni: prima era una città autocentrica, cioè i cittadini si spostavano esclusivamente in funzione dell’auto, non avendo la possibilità di fare diversamente; oggi, per coloro che hanno accolto i cambiamenti, sono presenti molteplici modalità di spostamento “green”. Per un rapido sviluppo, abbiamo indicato un obiettivo: raggiungere entro il 2030 il 50% di spostamenti ecosostenibili; rimarrà ovviamente un 50%, per ora irrinunciabile, effettuato con l’auto. Se ognuno di noi su dieci spostamenti quotidiani usufruisse, anche solo per alcuni, di un mezzo ecosostenibile, la qualità dell’aria, della mobilità e degli spazi migliorerebbe.

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