Il corpo che cade nella corte di Vanzaghello ripreso dalla videocamera di sorveglianza del vicino

Le preziose immagini di un impianto di sicurezza riprendono una parte della scena che sarà utile agli investigatori per ricostruire l’accaduto

omicidio-suicidio a Vanzaghello

Un bagliore chiaro, e la figura di una donna che cade inerte verso il basso seguita da un altro oggetto, un revolver calibro 357 magnum (o 38 special) che si posa a poca distanza, sul pavimento della corte di un complesso di nuova costruzione in via Arno al civico 2 a Vanzaghello, per un soffio nella Città metropolitana al confine con la provincia di Varese.

Ma è nelle telecamere di videosorveglianza dei residenti al secondo piano, proprio di fianco all’appartamento dove verrà trovato il corpo del 62 enne anch’egli deceduto per un colpo d’arma da fuoco sparato a bruciapelo alla tempia, che potrebbero arrivare particolari importanti per ricostruire l’accaduto ed escludere del tutto ulteriori responsabilità su quanto avvenuto in quella casa di corte attorno alle 15 di sabato.

L’allarme è stato dato al 112 dai residenti della villa di fronte al condominio dove è avvenuta la duplice morte violenta e i carabinieri hanno subito parlato coi residenti, alcuni dei quali svegliati nel sonno, per via dei turni di lavoro che sballano il ciclo della notte e obbligano al riposo profondo fuori dagli orari normali, «sembrava di avvertire l’accensione di una moto».

Quindi dei colpi avvertiti non in grado di svegliare del tutto, cosa che invece avviene poi col trambusto dei carabinieri che suonano alle porte per raccogliere i primi elementi utili, come la scoperta del video che ritrae parte di quanto accaduto proprio perché la camera di ripresa è puntata verso il basso, verso l’ingresso della corte. Le ipotesi sono al vaglio del reparto investigativo di Legnano che attraverso le acquisizioni dei filmati e di quanto raccolto della rilievi e ris porteranno ala ricostruzione della dinamica.

L’ultima volta che Franco Deidda  – assicuratore,  originario di Genova, separato e con un figlio e venuto ad abitare al 2 di via Arno sei mesi fa – è stato visto dai vicini di casa risale al tardo pomeriggio di ieri, venerdì.

«Sempre affabile, sorridente e distinto, molto educato, un tipo in ordine che usciva di casa la mattina alle 8.30 e rincasava la sera: buongiorno e buonasera, sempre in giacca e camicia», dicono i vicini. La passione per le armi, con gare di tiro; le diverse amiche, di tanto in tanto ospiti nel suo appartamento, tra cui anche la vittima. Particolari a prima vista superflui, in un contesto di cordiale vicinato, preziosi di fronte ad un fatto del genere che serviranno però a definire la dinamica di ciò che ha portato due vite a spegnersi in una calda giornata di tarda primavera. I carabinieri hanno verificato che il potente revolver col quale la donna –Daniela Randazzo di Busto Arsizio – si è tolta la vita fosse regolarmente detenuto dall’uomo, trovato esanime nel suo appartamento dai vigili del fuoco che hanno scavalcato un terrazzino per entrare in casa e fare la macabra scoperta.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Giugno 2022
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  1. carlo_colombo
    Scritto da carlo_colombo

    Non ho capito una cosa fondamentale ossia come è morta la donna poiché sembra che sia dovuta alla caduta dal balcone mentre più avanti sembra si sia sparata con il revolver dell’uomo che non si è capito si sia sparato o l’abbia ucciso lei. Speriamo che gli inquirenti risolvano il dubbio.

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