Gallarate lascia il sistema bibliotecario Panizzi. E guarda all’aggregazione con Busto

La decisione diventerebbe operativa a fine 2022: "Stiamo già parlando con Busto", dice l'assessore Mazzetti. Cesare Coppe (opposizione): "La città perde perde centralità"

Biblioteca Maga gallarate

L’annuncio è stato dato in commissione cultura dal sindaco Andrea Cassani: Gallarate è pronta a uscire dal sistema bibliotecario Panizzi, che è appunto il sistema di riferimento dei Comuni del Gallaratese.

«C’è un preavviso di sei mesi: staremo nel consorzio fino al 31 dicembre 2022, poi arriveremo a definire l’alternativa» chiarisce l’assessore alla cultura Claudia Mazzetti, quando – per prima cosa – si chiede quando diventerà operativo questo cambiamento significativo.
Cambiamento che non arriva proprio come un filmine a ciel sereno, per due ragioni: la prima è che già in passato era emersa qualche critica al Panizzi, la seconda – soprattutto – è che il sistema Panizzi ha già sofferto l’addio di alcuni Comuni, come ad esempio Cavaria o (più indietro nel tempo) Oggiona con Santo Stefano.

In molti casi era già stato evocato l’elemento economico, il costo pro capite. «Costa il doppio degli altri sistemi degli altri sistemi bibliotecari» ribadisce oggi anche Mazzetti. Che però rimprovera al Panizzi soprattutto lo scarso coinvolgimento nel progetto culturale per la città: «Lo scontento è emerso in diverse occasioni e su diversi aspetti. Il Panizzi non partecipa alla vita culturale cittadina, da Duemilalibri alla fase di avvio del polo culturale Hic, alle diverse manifestazioni. La stessa qualità del servizio che si paga a così alto prezzo non è percepita dalla popolazione».

Ora: quando a lasciare erano Comuni come Cavaria o Oggiona, l’alternativa al Panizzi era in modo “naturale” l’adesione a un sistema bibliotecario attiguo. Se lascia Gallarate, però, lascia il “centro geografico”, per così dire, del sistema, la città di riferimento.

Detta in modo più chiaro: Gallarate si aggrega a un’altra città?
«Ci sono indicazioni di Regione Lombardia che dicono che si deve andare in direzione di costituire sistemi più estesi e integrati, rispetto agli attuali sistemi bibliotecari» premette Mazzetti. Nella pratica, un orientamento c’è già: «Una chiacchierata è già stata fatta con Busto, con l’intenzione di arrivare ad un sistema bibliotecario più ampio, con vantaggi anche sul prestito interbibliotecario, per i libri e le riviste. Un sistema più ampio diventa così un valore aggiunto».

La critica: “La città perde il proprio ruolo”

Non mancano le critiche dalle minoranze. La perdita di centralità anche sul piano culturale viene evocata, dalle file dell’opposizione, dal consigliere Cesare Coppe, che critica «la visione» che ha guidato la scelta: «Giustificare gli investimenti in ambito culturale è un esercizio assai impegnativo, poiché i profitti spesso non sono economici e sono differiti nel tempo: il metro di giudizio non può dunque essere (solamente) quello economico».

«Le ripercussioni di questa decisione saranno piuttosto limitate per Gallarate» dice Coppe. «Ma avranno sensibili ripercussioni per i Comuni limitrofi, che senza il supporto della Città di Gallarate al Sistema bibliotecario Consortile “Antonio Panizzi” potrebbero dover sospendere le aperture delle biblioteche civiche e ridurre drasticamente le offerte culturali sul proprio territorio. Qualcuno potrà dire “prima i gallaratesi”, mutuando slogan più rinomati a livello nazionale, ma noi non condividiamo questa visione del territorio».

Gallarate e il ruolo di “traino” degli altri Comuni

Insomma una perdita di centralità anche nel campo culturale, in un momento in cui le opposizioni vedono lo stesso rischio in altri ambiti (primo: quello sanitario, con l’ospedale unico in territorio di Busto).
Dal canto suo l’assessore Mazzetti ribadisce che le perplessità erano state comunicate per tempo, dentro al Panizzi: «Gallarate è stata per anni traino di altri Comuni, ora ha tutti i diritti di esternare la sua scontentezza». Ed è convinta che la scelta è corretta. «Chi è uscito dal Panizzi è soddisfatto della scelta, non ho visto nessuno tornare indeitro».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Giugno 2022
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