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Teatro Blu con Elena di Sparta apre Cadegliano Festival – Piccola Spoleto

Una miscela di teatro, danza orientale e musiche epiche. Uno spettacolo sulla bellezza, sulla ricerca della felicità e sulla resistenza

04 Giugno 2022

Al via

Cadegliano Festival – Piccola Spoleto

Il prestigioso Festival delle arti sceniche figurative giunto alla XII edizione, dedicato al Maestro Gian Carlo Menotti

Noto compositore nato nel 1911 a Cadegliano e fondatore del Festival dei Due Mondi di Spoleto

Tema: la parità di genere attraverso il mito greco

 

Direzione artistica: Silvia Priori

In collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria, la Biblioteca comunale, Comitato Feste Arbizzo, Pro Viconago, Ass. Alpini, la Banca del Tempo di Luino.

Ingresso agli spettacoli: 2 euro

Ggratuito fino a 20 anni

Iscrizione si laboratori per bambini e famiglie: 8 euro, compreso aperitivo

Per iscrizioni ai laboratori e prenotazioni spettacoli è possibile chiamare il numero 3455828597 o scrivere

Quando?

4-5-11-12-18-19 giugno

Dove?

Cadegliano Viconago

Sabato 4 giugno

Ore 16.00 Biblioteca comunale

Mostra arte visita
Nessuno conosce il tuo dolore
Inaugurazione mostra del Maestro Luigi Belllo (aperta fino al 19 giugno)

Ore 17.00 – 19.00Biblioteca comunale

Laboratorio Il filo di Arianna

La Banca del Tempo – Laboratorio di tessitura
Uno spazio/tempo per unire corpo, cuore e mente con mani sapienti attraverso la tessitura ORE 19.30 Aperitivo

Ore 20.30 Piazza municipio

Conferenza Donne e mito

Relatrice: Prof.ssa Daniela Cermesoni dell’Università dell’Insubria di Varese
Esposizione di quadri del M° Luigi Bello accompagnata dalle poesie di Aleksandra Damnjanovic

A seguire

Spettavolo di testro e danza a cura di Teatro Blu

Elena di Sparta

Da uno studio su “Elena” di Omero, Euripide, Ritsos

Di e con Silvia Priori
Ballerina: Selene Franceschini
Regia di Silvia Priori e Renata Coluccini
Collaborazione alla regia: Roberto Gerbolès
Musiche: Marcello Franzoso
Testi canzoni: Alberto Casanova
Scene: Luigi Bello
Costumi: Primavera Ferrari e Sartoria Bianchi – Milano Direzione tecnica: Lorenz Ronchi

Una miscela di teatro, danza orientale e musiche epiche.
Uno spettacolo sulla bellezza, sulla ricerca della felicità e sulla resistenza. 

Presentazione

Chi di voi non conosce la vicenda narrata nell’Iliade? Chi di voi non è rimasto, anche per pochi attimi, affascinato dalla descrizione di una delle donne più desiderate dell’antichità?

Degrado, abbandono, senso di vuoto e caducità caratterizzano l’aspetto e l’animo della vecchia Elena, che vede scorrere lentamente davanti a sé il ricordo di ricchezze, glorie, invidie e bellezza. Bellezza, soprattutto.

Com’è difficile andare incontro alla vecchiaia per colei che era cosi bella, intatta, provata. Cosa resta a questa Elena? Quale gioia, quale amore, quale amante, quale libertà?

Un nome echeggia dal fondo dell’antichità, da un’epoca di sanguinosi duelli fra eroi: la bella e sensuale Elena si è lasciata sedurre dal giovane Paride e ha scatenato l’ira del re di Sparta Menelao, suo marito. Menelao, grazie all’aiuto del fratello Agamennone radunò un incredibile esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo cosi guerra contro Troia.

Il conflitto durò all’incirca dieci anni, con gravi perdite da ambo i lati. Fra le vittime più celebri l’invincibile Achille, principe di Ftia, ed Ettore, figlio del re Priamo e campione della resistenza troiana. La città venne infine conquistata e distrutta.

Durante il racconto però un’altra Elena si palesa ai nostri occhi è che un vero e proprio ribaltamento dell’immagine di Elena consolidatasi nella tradizione letteraria greca. Che ne è stato della bellezza di un tempo? «Grosse verruche mi sono spuntate sul viso. Grossi peli / intorno alla bocca – li tocco; non mi guardo allo specchio – / peli ispidi, lunghi, – come se qualcun altro si fosse installato / dentro di me, / un uomo sfrontato, malevolo, la cui barba / spunta dalla mia pelle»: questo il ritratto duro che la stessa Elena offre di sé al visitatore sconosciuto (chi sarà l’uomo che, lungi dal lasciarla abbandonata a se stessa, torna a farle visita, un’ultima volta?) in compagnia del quale rievoca tempi e uomini ormai lontani. «Non viene più nessuno a trovarmi. Mi sto per scordare le parole…», dice la donna, che ora vive in un’abitazione fatiscente, impregnata di polvere, frutta marcia e ombre.

3 Giugno 2022
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