Il vino naturale non esiste, vero solo per i fanatici della semantica

Il “vino naturale non esiste”, chiariamolo subito, per i detrattori del vino naturale non è un problema di semantica

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Il “vino naturale non esiste”, chiariamolo subito, per i detrattori del vino naturale non è un problema di semantica.

Il problema semmai è del consumatore costretto, dall’offerta del mercato e dalla comunicazione, a ricercare e bere vini spesso scadenti e nocivi, prodotti in scala come fossero una utilitaria

Teniamo sempre ben a mente che si parla di sostanze alcooliche, è tacito non se ne possano reperire di assolutamente non dannose. L’alcool in generale, o lo zucchero, non fanno bene alla salute, per cui se la battaglia è contro le sostanze non salutari allora è meglio acquistare una bottiglia di acqua.

Il vino naturale non esiste, problema semantico

Il vino naturale come spiega Apewineboxes.com, negozio leader nel settore della vendita online, non esiste per il fatto che l’uva non si vendemmia da sola, non si svina né si imbottiglia in maniera autonoma. Crediamo sia pacifico, per cui diamo ragione ai puristi della lingua italica.

Probabilmente la definizione migliore è vini al naturale oppure naturalmente prodotti, il risultato però non cambia, il vino naturale è un prodotto rispettoso dell’ambiente e del cliente finale, senza additivi chimici e viene definito in questo modo per semplicità esplicativa, senza dietrologie.

L’industria chimica

Prima di parlare specificatamente del problema giova ricordare che l’industria chimica ha un giro di affari da 3220 miliardi di euro annui, solo in Italia di 52, siamo il terzo mercato europeo in entrata ed in uscita. Velo pietoso.

E’ altamente possibile che sistemi di allevamento naturali, o biodinamici, che dimostrino (seppur senza essere suffragati da una scienza spesso approssimativa a riguardo) che un approccio sostenibile e rispettoso nei confronti dell’ambiente e del cliente finale è assolutamente possibile e necessario, possano creare problemi ad una industria tanto vasta.

Se si applicasse questo tipo di approccio, almeno in agricoltura, le industrie chimiche di settore andrebbero in crisi, e forse per qualcuno questo non è accettabile. I responsabili non sono solamente i grandi players del mercato ma anche i governi nazionali. Le vittime sono i consumatori.

Le cose però cambiano in fretta e le ultime direttive europee in materia di agricoltura lo certificano, penalizzando in misura sempre maggiore chi non le applica.

Pesticidi

I pestidici vengono utilizzati sostanzialmente per impedire che le piante si ammalino, tradotto, per non intaccarne la capacità produttiva. Chi utilizza pesticidi produce milioni di bottiglie, tende a massimizzare il profitto e normalmente poi spera di rimuovere il grosso dei residui tramite una irrigazione che definiremmo compulsiva. Cosa che ovviamente non avviene.

Peraltro, irrigare quando non è necessario, cioè in condizioni di secchezza e caldo torrido, non fa bene alle piante, né al vino che viene diluito nel corpo e nelle caratteristiche aromatiche.

Il vino naturale non contiene pesticidi

I pesticidi sono davvero dannosi per l’ambiente, perché avvelenano campi ed acqua, gli stessi da cui raccogliamo i prodotti che mangiamo e la stessa acqua che beviamo, noi e gli animali. Distruggono ecosistemi.

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Sono pericolosissimi per l’uomo, anche una breve esposizione può rivelarsi deleteria. Purtroppo i primi ad ammalarsi sono proprio gli agricoltori, spesso vittime sacrificali dei grandi proprietari terrieri.

L’effetto più temibile è il tumore ai polmoni, come riconosciuto anche dall’INAIL, ma sono le vie respiratorie in generali quelle che registrano i danni peggiori (Asma, Broncopatia, Broncopneumopatia); possono causare anche tumori del Colon Retto o il Diabete.

Solfiti

L’anidride solforosa si crea naturalmente nel vino, tramite la fermentazione alcolica, nella quale appunto avviene che i lieviti, cibandosi degli zuccheri, producano alcool, anidride carbonica e solforosa.

Per cui anche in questo caso, per gli amanti della semantica, confermiamo che non esistono vini senza solfiti. Con la dialettica spesso si aggirano i problemi ma non in questo caso, in quanto il vino naturale non prevede solfiti aggiunti, post malolattica o pre imbottigliamento, ed è questa la cosa che al consumatore deve interessare.

Quantità di anidride solforosa nei vini naturali

Un conto però sono le limitate quantità di solforosa mg/l rilasciate in condizioni naturali, <40 mg/l nei casi più estremi fino ad arrivare a condizioni di <10mg/l, un altro nei limiti del biologico, che sono stati abbassati rispettivamente a 150 mg/l per i bianchi e 100 mg/l per i rossi, un altro ancora nei limiti del convenzionale..ah già, quali limiti?!

Effetti dannosi: sono molto irritanti per gli occhi, per le mucose e soprattutto per le vie respiratorie (edemi polmonari ed asma), possono creare reazioni allergiche ed anche dissenteria. Tralasciamo i mal di testa del giorno dopo, se bevi vino naturale questo non accade oppure si avrà in effetti molto minori, a parità di liquido ingerito.

Surrogato di vino

Ebbene, il 90% dei vini, specie quelli proveniente da aziende che producono dal mezzo milione di bottiglie in su, utilizzano tutti i pesticidi sul mercato, insabbiando la cosa riempiendosi la bocca con parole come “emissioni zero” o parlando di lotta integrata ed abbondano di anidride solforosa nel vino, con la scusa di non far rovinare il vino.

Aggiungiamoci che la vendemmia avviene meccanicamente, con dei macchinari che falciano l’uva, il tralcio e praticamente anche la vite e che gli stessi poi vengono svinati insieme.

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In ultimo si vinifica il tutto con lieviti acquistabili sui migliori market place, a temperatura rigorosamente controllata, con chiarifica e filtraggio finale.

Noi non abbiamo il coraggio di chiamarlo vino, lo lasciamo volentieri a chi non apprezza il vero vino e lo definiamo serenamente un bel surrogato.

Vino Naturale non esiste

Ma intanto la vendemmia del vino naturale avviene manualmente, così come la pressatura; i lieviti con cui si innesca la fermentazione alcolica, spontaneamente, sono autoctoni della cantina, si trovano nelle tubature, nelle vasche, nelle botti ed anche sui muri.

L’esperienza

Ci vuole grande sapienza perchè se la fermentazione non parte in tempo sono dolori, i vini si caricano di acido malico ed addio. La volatile sarà alta. Bisogna anche controllare che non si interrompa, spesso basta spostare un tino di due metri dagli altri per compiere il disastro.

I vini non vengono chiarificati, basta esporli al gelo per un paio di nottate, nè filtrati. Normalmente non prevedono aggiunte di solforosa, ma queste possono esserci, entro limiti esigui ed in ogni caso sensibilmente inferiori a quelli del biologico.

La ricerca va avanti e forse le foglie di Castagno essiccate e polverizzate potranno assolvere, in maniera riconosciuta, a funzioni antiossidanti ed antisettiche in futuro.

Conclusioni

La migliore azienda al mondo Domaine Romanee Conti, e’ naturale e biodinamica, e vende bottiglie anche a mezzo milione di sterline (Annata 46).

Chi non accetta il vino naturale lo fa perché in conflitto di interesse o per pregiudizio.

Dai loro più di una chance, non appena il tuo palato si sarà abituato non vorrai mai più tornare indietro, ed il tuo corpo idealmente ti abbraccerà.

La via
delle api

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2022
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