«Il chilometro più lungo della nostra vita», una coppia di Gallarate nella sparatoria di Philadelphia

Una bruttissima esperienza, ma che per fortuna si è conclusa senza ferite gravi per nessuno dei due. Il racconto della vicenda

sparatoria Filadelfia

Il 4 luglio negli Stati Uniti è un giorno di festa, ma per una coppia di Gallarate trasferita a Philadelphia, lunedì sera il sogno americano si è trasformato in un incubo. I due giovani si trovavano alle celebrazioni dell’Indipendence day (festa molto sentita a Philadelphia, città dove è stata firmata la Costituzione americana del 1787) quando è scoppiata la sparatoria e la folla ha cominciato a scappare. Dopo una corsa precipitosa verso la casa di un collega, i due gallaratesi si sono messi in salvo, mentre l’assalitore è riuscito solamente a ferire due poliziotti prima di dileguarsi.

Una bruttissima esperienza per i due giovani, che si erano trasferiti negli Stati Uniti solo pochi mesi prima inseguendo un’occasione di lavoro. «Siamo due ragazzi – raccontano D. e M. – nati e cresciuti a Gallarate. Siamo fidanzati da sette anni e fra meno di due mesi ci sposeremo. Circa cinque mesi fa ci si è presentata una opportunità lavorativa di un paio di anni a Philadelphia e abbiamo accettato di mettere in stand-by la nostra vita gallaratese per partire verso il sogno americano».

Un sogno che nella serata di lunedì è stato messo duramente alla prova. «Dopo un bel pomeriggio passato al mare qui vicino – spiega la coppia -, alla sera abbiamo deciso di andare al concerto in città per finire in bellezza il weekend. Il programma della serata prevedeva tre ore di concerto live con Tori Kelly, Ava Max e Jason Derulo. La gente era moltissima, ma i controlli all’ingresso erano abbastanza serrati con metal detector e parecchie forze di polizia pronte per l’evento. Ci sentivamo piuttosto tranquilli. Dopo il bellissimo concerto, alle 21:45, Jason Derulo ha salutato il pubblico e tutti si sono avviati verso il Philadelphia museum of art, dove c’è la famosa scalinata di Rocky Balboa, per vedere il grandissimo spettacolo dei fuochi d’artificio. Eravamo quasi arrivati quando il primo fuoco d’artificio è esploso nel cielo. Poi all’improvviso il caos: le macchina della polizia iniziano a sfrecciare con le sirene spiegate, la gente inizia a correre e a urlare di scappare, gli elicotteri iniziano a volare sopra le nostre teste in perlustrazione».

«M. mi afferra la mano per scappare, io cado, mi rialzo, inizio a correre insieme a lui – continua D. -. Ci rifugiamo dietro a un furgone e cerchiamo di capire cosa sia successo. “Hanno sparato”, ci urlano, “due poliziotti sono stati colpiti dai proiettili”, “c’è un pazzo che ha iniziato a sparare davanti alla scalinata di Rocky“. Correndo tra le vie del centro, tra i pianti e le urla della gente, cerchiamo il luogo più vicino e sicuro dove andare e ci rifugiamo a casa di un collega, a un chilometro circa di distanza. Ci è sembrato il chilometro più lungo della nostra vita».

Una giornata di sangue per gli Stati Uniti

Oltre che dalla sparatoria a Philadelphia, la giornata è del 4 luglio è stata insanguinata anche da un altro caso di mass shooting: a Chicago in Illinois un uomo ha aperto il fuoco sulla folla uccidendo sei persone e ferendone diverse altre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Luglio 2022
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