Continua il tira e molla sulla commissione paesaggio di Varese: le ultime proposte dell’Ordine degli Architetti prima del consiglio

La questione, che ha preso una forte connotazione politica, è a un passo dalla discussione in consiglio comunale. E il consiglio dell'ordine degli architetti tenta in extremis di sottoporre le sue obiezioni

Generica 2020

Non si placa il braccio di ferro per la commissione paesaggio del comune di Varese che coinvolge Amministrazione Comunale, Ordine degli Architetti e minoranza in consiglio. 

La questione, scoppiata nel corso dell’ultimo consiglio comunale svoltosi il 7 giugno scorso, è diventata ben presto politica: con la minoranza che si è schierata dalla parte dell’Ordine e la maggioranza da quella della giunta, mentre tra il sindaco e l’ordine degli architetti sono partiti dei botta e risposta a colpi di pec che ancora non si sono sopiti.

«Non mi sarei mai immaginata che un dibattito su una modifica del regolamento della Commissione del Paesaggio sarebbe diventato oggetto di contese partitiche – ha commentato  il Presidente dell’Ordine Elena Brusa Pasqué – Contese dalle quali l’ordine ha preso sempre le distanze cercando di lavorare con tutti politici in modo collaborativo e sereno nell’interesse della città e del territorio».  A questo laconico commento non è seguita però nessun’altra dichiarazione, anche perché a parlare nelle ultime ore è stato uno scritto, da lei firmato e approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Ordine, ora disponibile a tutti sul sito ufficiale dell’organismo. 

Nello scritto l’Ordine – in mancanza di una audizione, richiesta dagli architetti già a inizio giugno e arrivata in “zona cesarini” solo in queste ore – ha presentato una serie di proposte di modifica agli articoli più spinosi del regolamento della commissione paesaggio comunale. Avvertendo però come «Il tema delle presenti osservazioni è indubbiamente di particolare rilevanza non solo per l’attività professionale degli architetti ma anche, nell’interesse pubblico e più generale, per la garanzia di trasparenza, imparzialità e, in definitiva, una buona amministrazione nel governo del territorio» e che: «Rimane riservata da parte dello scrivente Ordine ogni eventuale azione di tutela anche in sede giudiziaria». 

I principali nodi del regolamento della commissione, che doveva essere discusso e approvato il  7 giugno scorso ma è stato rimandato al prossimo consiglio comunale previsto per martedi 26 e mercoledì 27 luglio, riguardano l’articolo due, tre , quattro e dieci. L’Articolo 2 riguarda il numero dei componenti della commissione. In particolare, per l’Ordine: «Una Commissione Paesaggio di soli cinque componenti, per un Comune come quello di Varese, risulta eccessivamente limitata rispetto alle effettive esigenze istruttorie dell’Amministrazione e rispetto anche all’aggravio rilevante di attività per i Professionisti che ne fanno parte».

La proposta è perciò quella di: “Aumentare a nove il numero dei componenti la Commissione, (come avviene, ad esempio, nel comune di Busto Arsizio) in modo da poter avere una rappresentanza di ogni categoria, tenendo presente che è fondamentale avere almeno: uno/due esperti in materie agronomiche/forestali; un geologo per le problematiche di dissesti ambientali e/o di invarianza idraulica; due/tre figure tecniche esperte in materie edilizie;  tre esperti in materia architettonica e paesaggistica, di cui almeno uno esperto in “architettura bioclimatica” e principi di sostenibilità; un esperto in materia storico architettonico e restauro». Secondo l’Ordine inoltre: «Merita considerazione l’opportunità che, in caso di interventi che ricadano in due zone siti Unesco, la Commissione possa avvalersi di esperti competenti sulla tutela e valorizzazione e gestione di queste aree territoriali specifiche».

In merito alle proposte per l’Articolo 3, che si occupa della nomina e della durata della commissione, l’ordine: «Propone di avvalersi, come molti altri Comuni, tipo Milano e Pavia, del supporto degli Ordini e dei Collegi professionali mediante un loro coinvolgimento nel procedimento di individuazione delle possibili candidature per la Commissione, anche attraverso la preselezione di un elenco di candidati idonei, tramite un invito con bando a tutti i propri iscritti».

L’ordine propone comunque che: «La nomina dei componenti della Commissione avvenga a seguito di espletamento di procedura con evidenza pubblica, tramite avviso all’Albo Pretorio, per un tempo minimo di trenta giorni, e sul sito web del Comune, al fine di garantire la massima diffusione, la correttezza e la trasparenza del relativo procedimento amministrativo»  e «Una Commissione tecnica che valuti le candidature alfine di formare una graduatoria utilizzabile anche in caso di necessità di sostituzione», proponendo tra l’altro: «Una riduzione dei tempi di nomina «Anziché a cinque anni,  a tre anni più tre».

Altre proposte di modifica sono all’Articolo 4,  dove la nuova stesura del comune cancellerebbe l’obbligo di astensione per i commissari di assumere incarichi professionali all’interno del comune dove sono membri di commissione: una formula che l’Ordine contesta, ma che in quest’ultimo messaggio cerca di mediare inserendo una serie di raccomandazioni:  «Si propone di inserire, nel Regolamento in oggetto, una disposizione, come quella prevista nel regolamento della Commissione Paesaggio del Comune di Milano all’art 4 comma 5, che prevede l’obbligo per i membri della Commissione del Paesaggio di attestazione e pubblicazione, sul sito del Comune, della rendicontazione dell’attività professionale svolta nell’ambito del territorio comunale, in un predeterminato arco temporale, prima di assumere l’incarico e annualmente per tutta la durata dello stesso». Inoltre: «Si propone di inserire una disposizione che stabilisca per componenti della Commissione l’esclusione da incarichi pubblici non elettivi da parte dell’Amministrazione comunale per tutta la durata del loro mandato».

Riguardo l’ultima norma contestata dall’Ordine, quella dove l’Amministrazione Comunale prevede il fatto che il parere della commissione è obbligatorio ma non vincolante, e che poteva essere sostituita “da un altro parere” da parte di consulente scelto dall’amministrazione, l’Ordine ha ribadito di considerare la disposizione “non condivisibile” e chiede di cambiare l’ultimo comma in questo modo: “Il parere della commissione è obbligatorio ma non vincolante. I provvedimenti adottati in difformità del parere espresso dalla commissione devono essere adeguatamente motivati dal RUP. L’unità organizzativa preposta al rilascio del titolo edilizio, in caso di accertata carenza di motivazione nel parere espresso dalla Commissione dovrà rimettere alla Commissione medesima il parere unitamente alle proprie osservazioni e con l’invito a riesaminare il progetto e formulare la motivazione mancante”.

Ora la palla torna all’amministrazione comunale, che intende chiudere questa questione nella prossima settimana. Accetterà almeno qualcuna delle proposte condivise dal Consiglio dell’Ordine degli architetti? Ci sono ancora pochi giorni per saperlo.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 23 Luglio 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.