Il diciottenne arrestato per il furto di Casciago aveva già colpito a Brunello

I carabinieri hanno ricostruito il percorso criminale del ragazzo già finito in carcere a Varese e pronto per l’espulsione: l’ha raggiunto però un ordine di custodia cautelare. Come agiscono le “batterie" di professionisti della spaccata

carabinieri pattuglia generica notte

Diciotto anni appena compiuti, cittadinanza moldava. Giovanissimo, ma già una vecchia conoscenza per le aule di tribunale e anche per le auto di servizio del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Varese entrato in azione un paio di mesi fa per sventare un furto in una azienda di Brunello.
Quella notte accaddero fatti del tutto simili a quelli avvenuti qualche mese prima Casciago, col grande furto di bici costato al negozio “Gemme Bike” 100 mila euro di merce.

Quella “spaccata” vede nel giovane moldavo di 18 anni uno dei sospettati per il reato di furto in concorso che in effetti ha visto avverarsi quanto accaduto anche a Brunello nella notte del 18 maggio quando vi fu il violento tentativo di sfondamento ed effrazione ai danni di un’azienda con l’intento di rubare dei furgoni. Guarda caso l’ariete era rappresentato da un suv rubato la notte stessa a Daverio e poi scagliato contro i cancelli per arrivare al bottino.

Due mesi prima stesso copione: auto rubata nella Bergamasca per viaggiare, furgone “fatto“ a Malnate per contenere le bici e Punto aperta e accesa a Casciago e lanciata contro le vetrate del negozio di bici che oltre alla beffa del furto ha dovuto affrontare la stagione in arrivo pure col danno della vetrata infranta: di tutto il disastro fatto quella notte (e le precedenti, visto che il furto della Punto Evo per muoversi risale a qualche giorno prima) le sole due utilitarie usate per muoversi e per colpire sono state riconsegnate – non più in ottimo stato – ai legittimi proprietari. Il resto ha preso il volo. Questo a marzo. Ma evidentemente la “batteria” di malavitosi che comprendeva il ragazzino moldavo era rimasta nei paraggi ed ecco il tentativo di colpo al 18 maggio. Il giovane, l’unico a venire acciuffato dai carabinieri visto che i compari riuscirono a dileguarsi, finì il giorno successivo in aula al tribunale di Varese per la convalida dell’arresto. Poche parole, sguardo abbassato e fisico gracile, tutto sembrava fuori che un professionista del furto.

Il giovane, classe 2004 con l’aiuto di una traduttrice raccontò la sua versione cioè di essere venuto in zona Varese da Vicenza per cercare da mangiare e di non sapere cosa fosse successo. Una giustificazione insufficiente che oltre all’ordinaria convalida dell’arresto maturò nel giudice la bontà della prescrizione proposta dal pubblico ministero, vale a dire la custodia cautelare in carcere. Il ragazzo è stato rinchiuso ai Miogni a Varese per una ventina di giorni e poi trasferito nel centro per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio in attesa di espulsione, dove i carabinieri l’hanno però raggiunto il 6 luglio notificandogli un’ordine di custodia cautelare in carcere, dove ora si trova.

Queste bande dallo spiccato mordente predatorio sono difficili da individuare poiché come dimostrato si muovono molto rapidamente e sanno dove colpire: agiscono mischiando perizia e risolutezza con grande capacità “tecnica“ nel sottrarre in pochi minuti autovetture utilizzate come mezzo per raggiungere l’obiettivo, che può essere la refurtiva di un negozio da caricare su furgoni. Proprio quelli che i carabinieri hanno salvato col loro intervento, lo scorso 18 maggio alle porte di Varese.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Luglio 2022
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