Una donna su tre aderisce alla campagna di prevenzione del tumore alla cervice uterina
Da inizio anno sono stati quasi 9700 gli inviti inviati alla residenti della province di Varese e di Como. Il 3,2% dei casi ha dato risultato positivo. Due sono i sistemi di indagine il Pap Test per le giovani tra i 25 e i 29 anni e l'HPV DNA test per le donne fino ai 64 anni
Sono state quasi 27.000 le donne invitate allo screening per la prevenzione del tumore alla cervice uterina provocato dal Papilloma virus. Da inizio anno, quando è iniziato il nuovo screening gestito da Ats Insubria con il coinvolgimento del laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Varese, hanno risposto all’invito 9579 donne pari a un’adesione del 36%.
La fascia di popolazione coinvolta va dai 36 ai 64 anni, è residente bei territori di Varese (14888 inviti) e di Como ( 11.938). Tra i test eseguiti, una minima parte ha richiesto ulteriori accertamenti: sono state 305 le donne inviate a colposcopia per positività ( il 3,2%) cui seguirà un monitoraggio con eventuale trattamento in una fase antecedente allo sviluppo di una forma tumorale.
I virus della famiglia HPV rappresentano la più comune delle infezioni a trasmissione sessuale; il contagio può avvenire anche tramite semplici contatti nell’area genitale. Vi è ormai evidenza scientifica circa il fatto che nel 99% dei casi di cancro della cervice uterina è presente, come agente oncogeno, il Papilloma virus.
Il nuovo programma pubblico di screening consiste nell’offerta attiva del Pap test alle donne di età 25-29 anni, non già vaccinate per HPV in età adolescenziale. Le donne tra 30-64 anni, indipendentemente dallo stato vaccinale per HPV, sono invitate per esecuzione di HPV DNA test su striscio cervicale (medesima metodica di prelievo seguita per il Pap test) da ripetersi ogni 5 anni in caso di negatività. Il prelievo in entrambi i casi è effettuato presso la rete dei Consultori Familiari delle tre ASST.
Le donne più giovani, già vaccinate precedentemente con ciclo completo di vaccinazione anti HPV, saranno invitate per la prima volta allo screening, con HPV DNA test ogni 5 anni, a partire dai 30 anni d’età.
Le indagini analitiche citologiche – Pap test- e di ricerca molecolare dei ceppi HPV a rischio oncogeno – HPV DNA test- sono eseguite, qualora uno dei due test sia positivo, presso il Laboratorio di Anatomia Patologica di ASST Sette Laghi in sequenza, sul medesimo campione biologico senza necessità di ripetizione del prelievo da parte della donna. Responsabile del suddetto Laboratorio è il Prof. Fausto Sessa, che è anche Professore Ordinario di Anatomia Patologica presso l’Università degli Studi dell’Insubria.
“Le campagne di screening sono indispensabili per incidere sulla prevenzione e garantire diagnosi precoci alle fasce di popolazione, potenzialmente esposte al rischio di cancro. Il nuovo programma di screening per il tumore della cervice uterina permette di effettuare con un unico prelievo cervicale, sul medesimo campione biologico, sia l’esame citologico (Pap test) che quello molecolare con ricerca dell’HPV- DNA. In caso di positività dell’HPV – DNA test e contestualmente del Pap test la donna è contattata dal Centro Screening di ATS e posta in carico tempestivamente alle Divisioni di ginecologia delle ASST per effettuare la colposcopia gratuita. Le donne inserite nel programma hanno quindi una concreta occasione per difendersi dal tumore della cervice uterina con un efficace test e un iter ospedaliero dedicato nei casi confermati positivi al test di primo livello” chiosa il dott. Giuseppe Catanoso Direttore Sanitario di ATS Insubria.
“Preme comunque evidenziare l’importanza per tutte le donne, anche per coloro che aderiscono allo screening, di prevedere periodici controlli ginecologici per una valutazione più ampia e completa dello stato di salute dell’apparato genitale e riproduttivo. Lo screening del tumore della cervice uterina rappresenta infatti, sicuramente, per le donne una preziosa opportunità di entrare in un percorso preventivo strutturato, ma è bene sapere che lo stesso è specificamente mirato alla prevenzione del tumore della cervice uterina” sottolinea la dr.ssa Annalisa Donadini, Direttore del Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità di ATS Insubria.
L’Agenzia intende proseguire in futuro l’estensione progressiva dello screening all’intero target 25-64 anni, mirando, in particolare nei prossimi mesi dell’anno in corso, a coinvolgere prioritariamente le giovani donne venticinquenni, nate nel 1997 e non già vaccinate per HPV, nonché le donne nate nel 1958 e 1959.
Le recenti criticità che hanno interessato il sistema informatico di ATS Insubria hanno causato un limitato rallentamento delle attività legate agli screening. Comunque il lavoro prosegue e, a breve, i cronoprogrammi predefiniti riprenderanno a pieno ritmo, consentendo, con tutta probabilità, di recuperare anche i disagi delle scorse settimane sicuramente non voluti e di cui, in ogni caso, ci si scusa
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