Le prossime sfide per collegare Varese al mondo? “Raddoppio dell’Arcisate-Stabio e unificazione delle stazioni”

Sono queste le due nuove proposte lanciate dall’associazione Alta Capacità Gottardo, che si collegano con la Gallarate Malpensa e la Svizzera. Ne parla il vicepresidente Giorgio Goggi

stazioni varese

Sono state illustrate in un convegno di qualche giorno fa organizzato dall’Associazione Alta Capacità Gottardo le due nuove proposte per creare un migliore collegamento ferroviario per la città di Varese.

A spiegare le nuove idee della associazione che ha visto come storico presidente Giuseppe Zamberletti è uno dei due vicepresidenti (insieme al varesino Costante Portatadino), Giorgio Goggi. «La prima proposta è il raddoppio del tratto dell’Arcisate-Stabio che è a un solo binario – spiega Goggi – Si tratta di 2 chilometri e ottocento metri di tratta tra Varese e Induno ma sono importantissimi per garantire collegamenti più importanti con la Svizzera, non solo per frequenza ma anche per tratte. Con una maggiore capacità su questa linea si possono infatti allungare i percorsi e crearne di più complessi, comprendendo da una parte Lugano e oltre e dall’altra Gallarate, Milano e il Lago Maggiore, aiutando gli spostamenti di pendolari e turisti»

Giorgio Goggi, nato a Lecco nel 1946 e da sempre residente a Milano, architetto e già docente di urbanistica al Politecnico di Milano, parla come esperto in urbanistica e trasporti ed è stato anche assessore ai trasporti al comune di Milano dal 1998 al 2006, nelle due giunte Albertini.

E’ in questa veste che spiega la seconda proposta/sfida che è già stata discussa negli anni ma oggi è forse decisamente più praticabile: «Si tratta di riunire le due stazioni delle Nord e dello Stato con uno scavo, di modo che l’ex stazione Nord passi sotto la stazione dello Stato, con mezzanino comune. Anche in questo caso è uno scavo di poco più di due chilometri da realizzare con la TBM, che è una grande fresa meccanica realizzata per costruire tunnel, una volta molto costosa da utilizzare ma adesso molto meno. La TBM è in grado di realizzare 20 metri al giorno di tunnel, in 100 giorni sarebbe in grado di realizzare due chilometri».

Secondo l’associazione, con questi due ulteriori progetti «Varese potrà essere meglio collegata con tutto e potrà usufruire di altre due opere previste con il PNRR – continua Goggi –  il quadruplicamento della Gallarate Rho e il raddoppio dell’accesso a Malpensa con la nuova linea da Gallarate, nuovo tratto che farà in modo che Malpensa sia resa accessibile anche dalle Ferrovie dello Stato e, perciò, anche dai treni nazionali. Insomma, con delle opere dal costo non eccessivo, si può costruire un grande bacino di collegamenti su Varese».

Collegamenti che puntano al futuro di Varese come città: uno studio presentato durante l’incontro ha infatti mostrato che gli spostamenti pendolari sono intensi dalla provincia verso Varese, mentre i varesini non si muovono tanto. Lo studio infatti mostra come siano molto minori gli spostamenti dei varesini verso l’esterno. «Questo può voler dire che i varesini stanno bene a casa loro, ma anche che c’è un sistema di trasporti non perfetto: con questi due interventi che proponiamo, potrebbe esserci un notevole sviluppo».

Non è però solo lo spostamento intraprovinciale che va agevolato per il futuro della città. E’ necessario infatti guardare oltre, verso il capoluogo di regione, potenzialmente vicinissimo: «A Milano si sta cambiando politica urbanistica: si tende ad aumentare la popolazione al suo interno ignorando la città metropolitana – continua Goggi – Nel capoluogo si tende a costruire grattacieli ad alto costo causando la cosiddetta gentrification, e costringendo molte famiglie ad essere espulse da Milano. Per loro, piuttosto che farle risiedere nei comuni di cintura, si potrebbe aprire la possibilità di venire ad abitare qui, con un sistema di trasporti più ampio ed efficiente».

“Contro” queste ipotesi c’è un altro progetto di cui si sta molto parlando: quello del Tram-treno, che da Varese verso Laveno trasformerebbe le rotaie del treno in un sistema simile a quello delle metropolitane.

«Il progetto del tram-treno prevede lo smantellamento di una ferrovia – commenta Goggi – E quando si smantella una ferrovia è sempre un male, perché si interrompe la continuità di tutta la rete, molti collegamenti allo studio nell’ambito italo-svizzero senza quel tratto non sarebbero più possibili. Quello che si toglie difficilmente si ripristina. Sotto questo progetto c’è la volontà di costruire in una grande area, ma non è una cosa realizzabile solo in quel modo. L’edificabilità c’è anche con il progetto di unificazione delle stazioni: la stazione delle Ferrovie Nord si troverebbe sotto la stazione dello Stato, gli utenti andrebbero nella stessa stazione scegliendo l’uno o l’altro e al di sopra la grande area da ristrutturare resterebbe».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Luglio 2022
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