Linus parla del Village in diretta su Radio Deejay: “La violenza giovanile è un tema nazionale”

Il direttore della radio ha commentato la lettera del titolare del locale varesino analizzando uno dei temi più discussi del momento: "I ragazzi sembrano tutti impazziti, il punto di partenza probabilmente è che sono mancati due anni di vita"

Generico 25 Jul 2022

La vicenda del Village, partita dal messaggio di “rottura” (in tutti i sensi) del proprietario, Daniele Lamperti, ha fatto il giro del web ed è arrivato fino ai quotidiani nazionali. Potenza di un tema che in questo periodo più di ogni altri sta irrompendo sulla scena del dibattito pubblico: i giovani e la loro predisposizione ad esagerare con atteggiamenti troppo spesso fuori controllo.

Ad intervenire è uno dei deejay più famosi d’Italia, con una vita tra le consolle di tutte le discoteche del Paese e il microfono della radio che dirige, Radio Deejay, dove conduce da tanti anni uno dei programmi più ascoltati della radiofonia italiana, “Deejay chiama Italia”, ora nella su versione estiva, insieme a Nicola Savino: è stato Linus a parlare del tema della discoteca chiusa (ma non del tutto, come ha confermato il proprietario al Corriere della Sera) nella trasmissione di martedì 27 luglio di “Deejay chiama Estate”.

«Stamattina mi sono imbattuto in una lettera disperata del titolare di un locale, Daniele, titolare del Village di Varese. Varese è una città come tutte le altre città italiane, che in questo momento ha lo stesso tipo di problematiche: la violenza giovanile. Per colpa di questo, il titolare del locale si è trovato costretto a chiudere il locale, per una sola settimana, perché stanco di quanto succede dentro ma soprattutto all’ingresso della discoteca stessa – ha detto Linus in diretta -. Sarebbe interessante capire perché contemporaneamente tutti gli adolescenti sono impazziti in questo periodo. Il punto di partenza probabilmente è che sono mancati due anni di vita, in quell’età di formazione tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori, in cui la scuola insegna un minimo di disciplina, di rispetto e di educazione. Non hanno fatto quella specie di “militare” che è la prima e la seconda superiore. Questo è il motivo per cui in ogni parte d’Italia, non soltanto a Milano (con buona pace di Chiara Ferragni) c’è questo tipo di problematica».

Una voce sicuramente autorevole che si aggiunge alle miriadi di altre opinioni, commenti, prese di posizione che si sono accumulati in questi giorni dopo la provocazione del titolare del locale varesino che ha sicuramente sollevato un tema sentito e condiviso da più parti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Luglio 2022
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