Il “mondo nuovo” del lavoro dopo il Covid: “Trovare lavoratori non è impossibile, ma bisogna proprio cambiare l’offerta”

Le riflessioni sul lavoro di Alessandro Minello, economista e docente all'università Cà Foscari Venezia generate dal report sul terziario realizzato da EconLab Research Network e voluto dall’osservatorio sul terziario della provincia di Varese voluto dagli enti bilaterali del Turismo e del Commercio

report 2022 sul terziario - ente bilaterale del turismo

In un mercato del terziario in netta ripresa anche nella nostra provincia, che ha inanellato 25 contratti di lavoro in più ogni giorno nell’anno passato (8996 in più in tutto l’anno, prevalentemente nel turismo, che ne assorbe oltre la metà), quello della difficoltà di reperire forza lavoro, argomento in auge in questi ultimi giorni,  sembra un paradosso. Se il lavoro sta aumentando, cosa viene a mancare?

La riflessione è d’obbligo di fronte ai risultati  del report annuale del terziario in provincia di Varese di Spazio Indagine, l’osservatorio sul terziario della provincia di Varese voluto dagli enti bilaterali del Turismo e del Commercio realizzato da EconLab Research Network e presentato questa mattina, 12 luglio 2022, da Alessandro Minello, economista e docente all’università Cà Foscari Venezia e fondatore della società di elaborazione dei dati, insieme ai presidenti dell’ente Bilaterale del Turismo Alessandro Castiglioni.

«I numeri oggi ci dicono che non solo gli occupati, ma i flussi dell’offerta di lavoro sono ormai quelli pre pandemia, in certi casi anche di più. Il territorio sta assumendo come prima della pandemia. Cosa manca ancora a questo flusso, dunque? Una cosa che prima c’era: la professionalizzazione. Il flusso del lavoro infatti ora entra ed esce ad un livello più basso di prima. Manca quella base solida, quella componente stabile, che è rappresentata dai contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato. Di questi contratti se ne sono persi ben 1843 unità, cioè circa 2000 posti di lavoro. Questi contratti non si compensano con il lavoro intermittente, l’unico in forte crescita (+7186 contratti), ma con la formazione e con l’offerta di una prospettiva lavorativa diversa rispetto a prima».

Una prospettiva che è riduttivo limitare all’offerta economica: «Oggi la scelta lavorativa in un settore non è più data solo dai salari: quando sento dire che l’imprenditore non trova personale perché paga poco i ragazzi so che non è una affermazione sempre vera. I ragazzi non scelgono solo più  in base ai salari – continua Alessandro Minello –  Ho conosciuto casi di persone che si sono licenziate in un luogo dove veniva pagata la 15esima. E il motivo è che cercano prospettive di lavoro diverse: una riconsiderazione dei tempi e degli equilibri tra lavoro e riposo, una possibilità di crescita professionale, la valorizzazione della persona all’interno del gruppo, un lavoro che permetta di sfruttare le proprie capacità digitali, o dove si parlino diverse lingue. Hanno, insomma, una domanda di lavoro che realizzi i sogni. Se c’è qualcosa che manca  quindi è un territorio in grado di “incubare” un nuovo lavoro attrattivo per i giovani. Il personale specializzato è quello che investe nel proprio futuro: l’offerta cerca una domanda di lavoro appagante rispetto alle nuove aspettative. Questo è il nuovo mondo del lavoro, questo è l’effetto della metamorfosi creata da questi ultimi anni: soprattutto dal Covid, poi dalla guerra in Ucraina. È un mondo nuovo che non tornerà mai più quello di prima. Il vecchio mondo del lavoro non tornerà più, è cancellato. Prima lo capiamo, prima possiamo cominciare a ragionare su una nuova domanda di lavoro».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Luglio 2022
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  1. Avatar
    Scritto da malanova

    Lavorare 2/3 mesi all’anno
    Aspettando la paga araria minima, così poi useranno quella anche per chi lavora da xx anni.
    Mentre nella realtà le imprese hanno consumato meno gas/corrente il che vuol dire meno pil.
    Meno propaganda.

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