Reti, fucili subacquei e camion frigo: il bracconaggio spudorato sul lago di Varese
Il problema sollevato dalla Federazione italiana pesca sportiva al centro del tavolo aperto dalla prefettura
«Abbiamo 14 guardie giurate volontarie, e disarmate. Una volta i controlli avevano a che fare con un bracconaggio diverso. Ora è cambiato tutto e in campo ci sono persone organizzate in gruppi che predano il pesce con reti lunghe chilometri, furgoni refrigerati per il trasporto e fucili subacquei». È un panorama sconcertante quello tratteggiato dal rappresentante della Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee “Fipsas” Giuseppe Zignani , – 4 mila iscritti in provincia di Varese – in apertura del tavolo riunito dal prefetto Salvatore Rosario Pasquariello alla sede della prefettura con seduti i sindaci rivieraschi, forze dell’ordine e Provincia di Varese.
A conferma di questo vero e proprio allarme anche i pescatori della cooperativa nata sul lago negli anni Sessanta e che ora conta solo tre pescatori “storici”, preziose sentinelle sul lago. «Bisogna stare attenti a muoversi quando si vedono queste batterie di persone che entrano in azione con una grande attrezzatura: di solito si muovono in 5 o 6, e sono inavvicinabili: si prendono il pesce e po via”, ha ricordato il presidente della cooperativa Gianfranco Zanetti ( Qui il racconto di perchè si è arrivati al tavolo prefettizio), che in apertura di riunione ha spiegato anche il problema legato ai controlli sui motori delle imbarcazioni che si muovono sul lago, oltre che in merito alle diverse coperture assicurative dei natanti.
Il prefetto alla fine della riunione coi vertici delle forze dell’ordine (era a tutti gli effetti un tavolo per l’ordine e la sicurezza provinciale) ha spiegato ai giornalisti presenti l’obiettivo dell’incontro: fare il punto della situazione su di un problema sentito ed elaborare le strategie per prevenirlo e arginarlo. Il prossimo appuntamento sarà a settembre con un altro tavlo operativo fra le forze in campo.
Nel frattempo verranno incrementati i pattugliamenti fra guardapesca e forze dell’ordine: sortite mirate per colpire il fenomeno, che nelle sue derive più gravi può assumerne anche i rilievi di responsabilità penale, con multe salate e processo.
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