“Ti faccio una puntura, così non senti il dolore”: anestesista di Saronno accusato di violenza sessuale

I fatti contestati ai primi di luglio nella abitazione del medico, un primario che lavora in una struttura sanitaria del Comasco. La vittima ha registrato la telefonata il giorno successivo ai fatti. Due giorni fa l’arresto

procura busto arsizio apertura

Una serata a casa del medico con cui aveva avuto una relazione spentasi mesi fa: è lì che secondo la vittima, una donna di 35 anni residente nel Comasco, sarebbe avvenuta una violenza sessuale preceduta dall’assunzione di tranquillanti. La donna si è però accorta al risveglio di essere stata violentata e ha fatto denuncia ai carabinieri, portando a corredo del suo racconto anche una telefonata registrata il giorno seguente dove il dottore avrebbe alluso in maniera diretta a quanto avvenuto nella sua abitazione di Saronno.

Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Cantù coordinati dalla procura della repubblica di Busto Arsizio che ha raccolto elementi tali da poter sostenere una pericolosità sociale del medico anestesista Andrea Carlo Pizzi, 52 anni di Saronno, primario di Anestesia a Como, e titolare di uno studio medico nella sua città.

I fatti ricostruiti nell’ordinanza si consumano ai primi di luglio quando i due si incontrano per una serata «ma come se fossimo amici», ha specificato la donna che proponeva dunque di mangiarsi un gelato, uscire per una festa nei dintorni e fare rientro. Proprio nel tragitto in auto una discussione sulla relazione finita da tempo ma che ancora vedeva il 52enne molto interessato a riallacciare i rapporti. Le parole che entrano nel vivo, la donna si agita e le tornano i dolori alla spalla dovuti ad una caduta da cavallo qualche mese prima. Sempre secondo la ricostruzione che ha portato all’arresto, il primario a quel punto avrebbe fatto la proposta: «Sali un attimo da me che ti faccio una puntura di antidolorifico».

La donna acconsente specificando però di non voler assumere uno specifico farmaco a base di Tramadolo, un oppiaceo che in alcune occasioni le aveva prodotto svenimenti e convulsioni. Viene preparata la dose che il medico inocula senza problemi alla donna, che perde i sensi e racconta quanto visto al suo risveglio nella denuncia sporta ai carabinieri di Turate: è senza mutande, con l’uomo nudo di fronte a sé. La serata finisce col ritorno in auto, a casa, intontita. Al risveglio la donna chiede conto all’ex di quanto avvenuto la sera prima dove vi sarebbe l’ammissione da parte di Pizzi di quanto avvenuto.

La telefonata viene registrata e allegata alla denuncia da cui partono le indagini che analizzano il cellulare dell’uomo e le ricerche fatte su internet, rimaste nella cronologia con frasi tipo “segni premonitori di un serial killer”, o “cosa rischia chi uccide un cane” (animale della donna che a quanto pare il dolore non sopportava). Elementi che hanno spinto la Procura di Busto Arsizio – pubblico ministero Nadia Calcaterra – a chiedere la misura cautelare con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

L’indagato, la cui presunzione di innocenza è data per scontata, è stato già sentito dal pubblico ministero e si è difeso, ammettendo il rapporto sessuale ma di natura consenziente, e oggi, giovedì, è avvenuto l’interrogatorio di garanzia in carcere a Busto Arsizio dove il medico è detenuto da martedì sera, quando sono scattate le manette. Il giudice per le indagini preliminari è Tiziana Landoni e l’avvocato difensore di Andrea Carlo Pizzi è Maurilio Vanzulli che lo ha assistito durante l’interrogatorio: «È particolarmente affranto per quanto accadutogli e ha ribadito che si è trattato di un episodio da leggersi nell’ambito di una relazione sentimentale. Alcuni aspetti della vicenda andranno certamente ancora chiariti», ha spiegato il legale.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Agosto 2022
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