Francesco Costa a Ville Ponti porta 400 persone nel cuore della California

Ospite del Festival del Racconto - Piero Chiara, il vicedirettore del Post ha raccontato il paese simbolo degli Stati Uniti protagonista del suo ultimo libro

La Sala Napoleonica a Ville Ponti è sempre una sfida per chi organizza un evento, coi suoi 400 posti da riempire invita ad una certa prudenza. Ma gli organizzatori del Festival del Racconto – Premio Chiara, stando alle parole di Bambi Bianchi Lazzati, sapevano di «Iniziare con un evento “boom”, con Francesco Costa e il suo racconto dell’America». E avevano ragione, perché la sala , nell’evento di mercoledì 21 settembre, si è riempita in fretta.

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Francesco costa
Bambi Lazzati e Francesco Costa

Francesco Costa è un giornalista, vicedirettore de Il Post, che sveglia ogni mattina decine di migliaia di persone (sono ormai circa 50 mila) con il podcast di rassegna stampa “Morning” riservato agli abbonati del giornale. Negli anni dell’università nacque quella che lui stesso definisce “una passione immersiva” per gli Stati Uniti, che lo ha portato più volte ad interrogarsi sul funzionamento di quella società oltreoceano, sui suoi meccanismi talvolta quantomeno “bislacchi” ad uno sguardo europeo e che tanto influenza il resto del mondo. 

Francesco Costa a Ville Ponti

La serata è stata una piacevole chiacchierata fra Costa, Bambi Lazzati e Rudi Bianchi, imprenditore originario di Milano e da ormai 40 anni residente in America, la cui presenza ha fatto sì che Costa fosse sul palco per la prima parte della serata come intervistato e per la seconda come intervistatore. 

Le quattrocento persone che hanno assistito alla serata sono uscite dalla sala con tanti aneddoti, storie e fotografie di un paese iconico e allo stesso tempo indescrivibile, nel senso vero del termine. Lo stesso Rudi Bianchi ha parlato del luogo dove vive come di un mistero ancora irrisolto, sul quale non saprebbe dare un giudizio definitivo per le innumerevoli sfaccettature che presenta e che difficilmente riescono ad essere incasellate in un metro di giudizio proprio di uno spettatore europeo. «Io ho avuto un grosso trauma non tanto venendo a vivere a New York da Milano, quanto quando mi sono poi trasferito da New York a Los Angeles!

Francesco Costa a Ville Ponti
Rudi Bianchi in collegamento dalla California

Io non ci ho ancora capito niente, mi stupiscono quelli che vengono qui due settimane e dicono che la città gli è piaciuta molto o non gli è piaciuta per niente. E’ talmente ingarbugliata la matassa che ancora non ne ho trovato il capo. E’ una città che ti accoglie ma che allo stesso tempo è alienante. Senza un centro, un luogo di ritrovo. Quando vengo a Milano e vedo i ragazzi del liceo parlare fra loro prima di entrare mi commuovo, qui le classi delle superiori sono di 900 persone e i ragazzi non si conoscono fra loro», ha raccontato Bianchi in un intervento oscillante fra ironia e una punta di malinconia.  

Il libro

Francesco Costa a Ville Ponti

“California – La fine del sogno” si apre con una frase di Jimmy Carter: «Sfortunatamente, qualunque cosa accada in California ha la tendenza a diffondersi altrove». Così il terzo libro di Costa, a differenza dei due precedenti che raccontavano l’America e il sogno americano, affronta il tema di un singolo stato. Quella California che ha sì un sogno tutto suo, il “California Dream”, dove però la popolazione va diminuendo, presenta il più alto numero di homeless di tutto il paese (si stima che circa ¼ dei senzatetto americani viva in California), ha quartieri tendopoli da cui la mattina si levano eserciti di lavoratori in giacca e cravatta pronti a vivere giornate da impiegati e notti da sfollati.

Francesco Costa a Ville Ponti

Un paese che negli ultimi anni sta vivendo un esodo verso altri stati, favorito anche dall’home working durante la pandemia e dal caro vita californiano e che è andato ad intaccare la cultura degli stati di destinazione portando il progressismo dove la tendenza culturale era più conservatrice. Si scopre anche che nel paese in cui il Partito Democratico governa con l’ 85% dei voti «Uno scenario fantascientifico in Italia – scherza Costa –  ve lo immaginate?»

Francesco costa

Questa certezza elettorale è causa di un ristagno della macchina amministrativa, non più incalzata da una sfida elettorale ma, in assenza di questa, generatrice di ortodossia. «Le vere elezioni sono le primarie», ha proseguito Costa e la sfida viene vinta da chi si fa più aderente alla visione del partito rispetto agli altri. Una dinamica che accade specularmente anche negli stati a maggioranza Repubblicana: «un’intransigenza ideologica che genera inefficienza e estremismi». 

Un paese che esce in qualche modo vittima del suo stesso successo, delle sue contraddizioni. Difficile da capire, ma che attraverso la lettura di “California” si può in qualche modo percorrere come in un safari antropologico  in cui osservare università fra le più celebri che organizzano la copertura wi- fi nel posteggio o nei parchi dove molti studenti dormono in macchina o in tenda, dove famiglie vivono in quattro in una stanza in cui cucinano, lavorano e studiano, dove tanti giovani vivono l’esperienza di risiedere in un garage a San Francisco come una cosa che avrà un senso un giorno mettere a curriculum… e tante altre sfaccettature così tanto americane da attirare la nostra curiosità, anche quando sfuggono alla nostra comprensione. 

Francesco Costa a Ville Ponti

La serata si è conclusa con le domande del pubblico e con una lunghissima coda degli spettatori che hanno voluto farsi firmare il libro dell’autore. A cui auguriamo di non aver fatto troppo tardi, visto che 50 mila affezionati aspettano che la sua voce dall’accento siciliano faccia ordine all’alba fra le principali pagine dei giornali. Che di questi giorni hanno parecchio di cui scrivere. 

Francesco Costa a Ville Ponti
La coda per il firma copie al termine dell’evento

Eleonora Martinelli
eleonora.martinelli@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Settembre 2022
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