Su e giù per i borghi della Valcuvia, dove si può scovare il bello tra natura, cultura e arte
Da Castello Cabiaglio a Cittiglio passando per borghi piccoli o minuscoli che hanno tanti punti in comune ma anche le proprie caratteristiche speciali

Cinque giorni e nove paesi toccati: il tour Va In Giro nella “mia” Valcuvia è stato faticoso ma la stanchezza è stata ben ripagata dalle tante, straordinarie, chicche scoperte o riscoperte durante il mio cammino. I centri della valle hanno tanti punti in comune: la montagna, prima di tutto, che è una risorsa storica con ancora tanto da offrire ma allo stesso tempo rappresenta un’incognita viste le problematiche idrogeologiche che porta con sé. E poi il forte legame con l’acqua, rappresentato da mulini, lavatoi, ponti e via dicendo. Le ville storiche, i legami con l’artigianato e l’agricoltura sono altre caratteristiche che legano questi borghi con una popolazione ridotta ma desiderosa di mettere in mostra le proprie bellezze.
Attenzione però a pensare che qui la natura e la storia siano peculiarità isolate: in ogni paese, in ogni frazione, si respira una certa vivacità culturale e sociale – pur con tutte le difficoltà del caso – e si nascondono storie a volte strabilianti. Di persone uniche e capaci, dalla Valcuvia, di arrivare in tutto il mondo. E stupirlo.

CASTELLO CABIAGLIO
Un paese antichissimo, con appena 500 abitanti, relativamente isolato nel senso che il nucleo centrale e quelli più vicini distano qualche chilometro e sono separati da boschi. Ma anche un paese che ha saputo re-inventarsi e rilanciarsi: qui convivono attività tradizionali – bellissimo il lavoro dei castanicoltori! – e legate alla storia e alla terra con scelte forti e legati ai temi sociali. Con una presenza attiva di giovani che non è scontata in ambiti di questo tipo.

ORINO
Un castello antico che sorge nel bosco, una serie di cantine che si stanno trasformando in museo, e poi tanto ben di Dio offerto dalla natura come l’antico tiglio, la fonte d’acqua fresca o le mele tipiche del posto. Orino ha solo 800 abitanti ma sta intercettando una domanda di turismo slow grazie a idee interessanti, a una piccola ma funzionale offerta di accoglienza e a una rete di sentieri che permette di vivere da vicino la montagna e le sue bellezze. Con il tocco finale di dedicare un piccolo museo-biblioteca dedicato al dialetto.

AZZIO
Nel nostro tour siamo entrati raramente all’interno delle imprese ma quelle incontrate ad Azzio – paese di circa 800 abitanti – valgono la pena di essere raccontate. La Mascioni Organi è una eccellenza di livello mondiale e, tutto sommato, è piuttosto conosciuta ma per esempio la Pianezza Luigi rappresenta al meglio quelle piccole realtà dove la qualità regna sovrana tanto da essere scelta anche dalle maison di alta moda. In entrambi i casi gioca un ruolo fondamentale l’archivio: il passato come motore per il futuro.

CUVIO
Un riassunto di quel che rappresenta la Valcuvia lo troviamo a Cuvio: qui ci sono edifici civili (Palazzo Litta) e religiosi importanti, corsi d’acqua e attività ad essi legate (mulini, segherie…), attività ricreative (bocciofila, teatro, banda) e culturali anche con uno sguardo moderno; e poi qualche azienda e operatori legati al turismo che guardano con interesse al futuro e a quei viaggiatori, spesso stranieri, che amano fermarsi da queste parti e godersi la natura e la storia locali.

CUVEGLIO
È il primo centro rilevante, nel senso che attorno a esso gravita la vita della zona circostante grazie alle attività commerciali che sopperiscono alla scarsità di aziende di grande dimensione. Cuveglio, come altri, si estende tra diverse frazioni, ognuna delle quali ha una sua storia importante: Canonica è sede religiosa, Cavona e Vergobbio profumano di storia antica e regalano anche gioielli come l’American Southwestern Museum, un tocco di far west tra i prati valcuviani.

DUNO
Il paese più piccolo della provincia – appena 150 abitanti, il trend è in crescita – trova spazio nei romanzi di Piero Chiara e nei libri di storia, visto che sul monte San Martino si combatté una delle prime battaglie partigiane. L’altra particolarità, unica, è la presenza del tempio votivo dei medici che – tra periodi floridi e altri di flessione – ha fatto conoscere il piccolo centro montano un po’ in tutto il Paese.

CASALZUIGNO
Un paese “sparso” di 1.350 abitanti circa che ospita sul proprio territorio due incredibili punti di interesse storico-artistico-culturali. La frazione di Arcumeggia ha vissuto anni memorabili quando divenne il primo borgo dipinto d’Italia con tanti grandi maestri dell’epoca chiamati ad affrescare il paese. Un’eredità che continua e che si sta evolvendo grazie ad alcune iniziative che stanno prendendo vita nelle antiche stradine: un diamante è la Sangalleria con l’esposizione permanente di attrezzature fotografiche analogiche con pezzi rarissimi.
Scendendo a Casalzuigno, ecco Villa Della Porta Bozzolo: un complesso dalla bellezza straordinaria che grazie all’intervento e all’impegno del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – sta vivendo una nuova stagione d’oro. Un posto che, prima o dopo, tutti dovrebbero visitare.

BRENTA
Chi non conosce per nulla Brenta, la attraversa a gran velocità sulla “strada nuova” che sale da Cittiglio alla Valcuvia. Chi la conosce poco, magari percorre la via antica che taglia il nucleo antico. Ma Brenta va conosciuta meglio perché i suoi abitanti, meno di 2mila, hanno saputo dare un indirizzo forte e chiaro: l’arte per abbellire il borgo e le aree feste per attrarre momenti conviviali e sociali. Il risultato è che, tra il paese e San Quirico, Brenta ha due grandi parchi per eventi mentre il turista, spesso straniero, resta affascinato di poter girare in un antico paese lombardo e si diverte a trovare piccoli e significativi pezzi d’arte a ogni angolo di casa.

CITTIGLIO
Il Comune ha dimensioni maggiori rispetto agli altri – si avvicina alle 4mila anime (3.795) – e ha al centro un ospedale che fa da polo attrattivo anche di numerose attività economiche sviluppate nei suoi dintorni. Ma soprattutto Cittiglio, che si sviluppa in diverse frazioni, si è rivelato una fucina di storie a tratti incredibili, raccontate quasi con pudore dai suoi protagonisti. C’è la piccola azienda che stampa filigrana per i passaporti di tutto il mondo, c’è il vivaio che ha fornito l’albero di Natale di Roma e Milano, c’è la famiglia dei lampadari che ha “illuminato” il grande hotel di Zermatt. E poi una villa misteriosa legata a un gerarca fascista (cui, forse, un giorno bussò anche Churchill) e un roseto incantato in quel di Vararo dove sono custoditi i segreti della coltivazione di uno dei fiori più amati. E in tutto questo non abbiamo ancora citato il ciclismo e quel gran fenomeno (e signore) che fu Alfredo Binda.
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