Gli orti di Bregazzana, un progetto di agricoltura sociale

Un'iniziativa del centro Gulliver che rappresenta un esempio concreto dei progetti sviluppati oltre la terapia classica e il disagio giovanile. Capisaldi sono prevenzione, cura e reinserimento

gulliver orti

Prevenzione, cura e reinserimento sono un caposaldo delle attività del centro Gulliver. L’attenzione è sempre quella di lavorare con al centro le persone e il territorio.
Gli orti di Bregazzana sono un esempio concreto dei progetti che si sviluppano oltre la terapia classica e il disagio giovanile.

“Crediamo molto nella finzione riabilitativa dell’agricoltura – ha spiegato Emilio Curtò, presidente del Gulliver durante l’evento di presentazione dei progetti sociali che ruotano attorno all’orto di Bregazzana -. Coltiviamo e commercializziamo prodotti agricoli, ma occorre sapere che dietro c’è il lavoro di persone. Queste azioni spesso hanno successo. Orti di Bregazzana è un progetto impegnativo sotto il profilo finanziario tenendo conto che il terzo settore ha poca attenzione da parte dello Stato e quindi ci serve l’aiuto economico di tutti i cittadini”.

Maria Raffaella Valenti, direttore del Gulliver ha presentato il bilancio sociale del centro. “L’obiettivo è costruire un bene comune e il bilancio sociale è stato partecipato per tenere insieme forma e sostanza. Un documento che racconti il lavoro quotidiano su quanto viviamo dopo 35 anni della nostra storia. Nato nel 1986 il Gulliver ha avuto grandi evoluzioni che hanno tenuto conto della domanda di aiuto da parte delle persone. Negli ultimi anni si è abbassata molto l’età. Nel 2021 abbiamo cambiato il logo perché si tenesse insieme la fragilità e la forza di ogni soggetto. Lo scorso anno abbiamo avuto 147 persone ospitate nelle comunità terapeutiche, 35 in quelle psichiatriche, 738 hanno usufruito di servizi del consultorio familiare. A questi si aggiungono diverse centinaia di soggetti coinvolti su vari progetti di formazione e cura. La sfida di oggi è rappresentata da due progetti: Orti di Bregazzana come opportunità di lavoro e benessere; e il secondo Non ci sto dentro”.

Giorgio Stabilini è il responsabile del progetto Orti di Bregazzana: “Abbiamo iniziato 14 anni fa con il nulla da un punto di vista agricolo. Poi abbiamo acquisito l’azienda I Mirti e l’hanno scorso abbiamo prodotto sette tonnellate di insalata. Sembrano tanti ma non pagano una sola persona. Così ci siamo inventati nuovi prodotti innovativi con una lavorazione e alta qualità biologica. Grazie alla collaborazione con Nau abbiamo assunto due ragazzi che stanno vivendo il lavoro con entusiasmo. Sono usciti dalla comunità e stiamo insegnando loro come agire. Oltre a questo dobbiamo aumentare i clienti e così ci stiamo muovendo per la consegna a domicilio e per avere un negozio online. Avere un punto vendita sarebbe perfetto per vendere i prodotti lavorati. Tutto questo risponde alla nostra mission. Entro il 2023 vogliamo assumere due nuovi ragazzi, avere due borse lavoro e quattro nuovi progetti di inserimento lavorativo”.

Federica Barboni e Daniele Marzagalli hanno raccontato il progetto Soft Skills e l’importanza della cooperazione tra il Gulliver e le scuole. “Un lavoro lungo negli anni che ha portato benefici a entrambe le realtà”. Monica Salvestrin, fondatrice di Nau ha raccontato le ragioni della loro partecipazione al progetto sorti di Bregazzana. “Noi abbiamo un obbligo di legge per l’inserimento di soggetti svantaggiati. Durante il periodo del covid abbiamo sviluppato la relazione con Gulliver per poter contribuire a un progetto di vero inserimento positivo al lavoro. Questo va nella direzione del nostro impegno produttivo”.

Insieme con la produzione è nato Orti lab, un progetto per un nuovo laboratorio di trasformazione direttamente a Bregazzana. Questo permetterebbe maggiori inserimenti lavorativi. “Per tutto questo – ha detto Stabilini – servono fondi e spazi per aprire un negozio”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Settembre 2022
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