Insubriparks: 5 parchi tutti per te tra Italia e Svizzera

Un progetto Interreg ha messo insieme idee e attività dei parchi svizzeri Gole della Breggia e Penz e di quelli italiani Spina verde, Pineta e Campo dei fiori. Sono stati realizzati sei itinerari tematici che racchiudono 121 punti attrattivi.

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Cinque parchi, sei itinerari tematici e 121 attrattori turistici nell’arco di soli quaranta chilometri. Insubriparks si è presentato al pubblico dopo il lavoro di diversi enti per un progetto Interreg dal valore di circa due milioni di euro. Sul versante italiano il capofila è il Parco regionale Spina verde, mentre su quello elvetico è la Supsi.

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Il parco delle gole della Breggia e Insubriparks 4 di 14

Nella conferenza una serie di interventi aperti da Nadia Lupi, direttrice di Mendrisio Turismo. “Abbiamo tanti luoghi nascosti da svelare e la Torre dei forni è uno di questi. Per questo abbiamo scelto di incontrarci e raccontare tutti i progetti proprio qui”.

Un posto suggestivo e ricco di storia con rocce che arrivano da centinaia di milioni di anni, la mano operosa dell’uomo che ha iniziato a sfruttare la natura per dare sviluppo al sud della Svizzera, fino al declino dell’attività estrattiva e di trasformazione per recuperare poi tutta l’area e farne un parco. La Torre dei forni è il simbolo di questo percorso e il suo recupero è l’esempio dei cambiamenti che abbiamo vissuto.

“Le cinque realtà dell’Interreg, di cui è partner anche il Politecnico di Milano, Gole della Breggia, Penz, Spina verde, Pineta e Campo dei fiori hanno peculiarità comuni. – racconta Jessica Anais Savoia, Project manager di tutto il progetto – Li abbiamo unici con dei fili rossi con 121 punti interesse che ci portano nella storia con chiese, dimore storiche e altro. Sono sei itinerari diversi. Il sito internet è pensato come strumento per turismo di prossimità e internazionale. Uno spazio da far vivere e punto di incontro tra domanda e offerta”.

I sei itinerari

Strati di terra e di cielo (il territorio degli Insubriparks è ricco di grotte, antiche cave, gole e monumenti naturali di grande interesse geologico); Genio umano (tutto ciò che testimonia la capacità imprenditoriale e innovativa propria del territorio insubrico nel tempo); Mulini (Sono 12 i vecchi mulini ancor oggi visibili ed in alcuni casi visitabili che accomunano il territorio dei parchi italiani a quello dei parchi svizzeri all’interno dell’area di Insubriparks); Biodiversità un tesoro multiforme (I Parchi sono musei a cielo aperto che hanno per obiettivo di conservare e valorizzare un patrimonio naturale unico, vario e di grande bellezza); Fortificazioni e segni di confine (architetture effimere e permanenti come torri, rocche, castelli, fortini e trincee); Abitare nella storia (a cavallo tra Italia e Svizzera, si possono trovare varie testimonianze di come l’umanità ha costruito le proprie forme abitative, siano esse case, monasteri, ville Liberty o servizi di ospitalità).

L’evento di presentazione di tutto il progetto ha visto la partecipazione di tutti i direttori dei parchi.

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“Una importante area storica e naturalistica dove una volta c’era una zona produttiva con un’attività di estrazione e cementificio, nel tempo è diventata meta di svago e relax. – Racconta Andrea Stella, direttore del parco Gole della Breggia – Il 10% dello spazio è rimasto come era per fare memoria ed è parte di un percorso educativo. Qui organizziamo anche vari eventi”

Per Vittorio Terza, direttore parco Spina Verde, “Il progetto interreg è un lavoro di sinergia tra cinque realtà Italo svizzere e ha portato diversi benefici ai parchi italiani. Come Spina verde abbiamo lavorato su tre progetti strutturali: un tratto di trincea della Linea Cadorna, un chilometro di nuovo sentiero dal Bosco del Penz verso il nostro parco e poi un museo a Colverde con un piccolo laboratorio ambientale. Tutto questo verrà messo in rete con gli altri”.

Gabriele Pozzi, direttore parco Pineta, ha presentato il lavoro svolto. “Il centro didattico e osservatorio astronomico ospita migliaia di persone all’anno. Abbiamo concentrato le risorse realizzando un eco planetario che perfeziona e completa l’offerta per i visitatori. La struttura è dedicata anche alla scoperta dei quattro elementi che contraddistinguono il pianeta terra. Proponiamo anche iniziative per scoprire le bellezze del territorio”.

Giancarlo Bernasconi, direttore parco Campo dei fiori: “Cinque parchi tutti per te è una bella frase per rappresentare il nostro lavoro. Valorizziamo la geologia e i luoghi come Cunardo con la Baita del fondista che è un punto di riferimento per diverse attività: visitare l’orrido, sciare, o percorrere la Via Francisca. Da lì a Brinzio dove abbiamo il centro parco con un’aula didattica per scuole e gruppi. Da lì alla grotta Remeron e poi verso il lago di Varese con una vecchia cava al Ponte del diavolo a Morosolo”.

Rudy Cereghezzi, direttore del Parco del Penz: “Abbiamo realizzato il logo del Parco e installato un sensore per recepire i dati in tempo reale di chi passa. Abbiamo poi individuato delle zone per realizzare rilievi tridimensionali”.

Il progetto ha avuto uno sviluppo importante anche sul versante dell’innovazione e della ricerca come ha affermato Andrea Stella, direttore del Parco gole della Breggia. “Abbiamo lavorato con Supsi per creare un programma gestionale per i parchi. Attraverso questo dialoghiamo anche con chi vive il parco potendo segnalare problematiche. Un altro aspetto importante riguarda i contatori di passaggi che ci permetterà di sapere quanti entrano ed escono dall’area. Questo potrà fornirci dati interessanti anche per le scelte di gestione. Poi abbiamo fatto una ricostruzione in 3D della torre”.

Massimiliano Cannata professore di geomatica alla Supsi e capofila della Svizzera ha confermato questi aspetti del progetto. “Abbiamo collaborato con i parchi per sviluppare applicazioni utili per avere dati. Lavoriamo in collaborazione e questo porta valore al territorio e aiuta a crescere permettendo di innovare. È frutto di idee nate da esigenze specifiche e poi realizzate per tutti”.

I CINQUE PARCHI DEL PROGETTO

IL PARCO DEL CAMPO DEI FIORI

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Il Parco regionale Campo dei Fiori domina la zona collinare varesina e la Pianura padana ed è delimitato a nord ovest dalla Valcuvia, a est dalla Valganna ed a sud dalla città di Varese. Comprende due importanti massicci, il Campo dei Fiori e la Martica, separati dalla Valle della Rasa, da dove nasce l’ Olona.

I visitatori possono vedere le sei riserve naturali che racchiudono gli ambienti più importanti e caratteristici del Parco. Le Riserve naturali del Lago di Ganna, Lago di Brinzio, Torbiera Pau Majur e Torbiera del Carecc sono le principali zone umide del Parco. Dalla Riserva della Martica-Chiusarella, ricca di rari esemplari di flora e fauna invertebrata, è possibile godere di splendidi paesaggi.

La Riserva del Monte Campo dei Fiori con il suo articolato sistema geologico, le aspre rupi calcaree e vasti boschi di faggio e abete rosso costituisce certamente l’area più nota e frequentata del Parco. La natura geologica del Parco presenta profonde gole come le forre della Valganna che furono scavate dalla continua opera di un ramo del fiume Olona che ha proprio nel centro parco di Villaggio Cagnola le sue sorgenti e le imponenti cascate. Inoltre, il Parco custodisce interessanti siti storici e artistici come la Rocca di Orino, il Forte, la Badia di Ganna e le splendide ville liberty. Nel Parco è anche possibile visitare l’antico Borgo di Santa Maria del Monte, Patrimonio dell’UNESCO caratterizzato da quattordici cappelle disposte sul crinale del monte.

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IL PARCO PINETA

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Il Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate è un area naturale protetta istituita dal Consiglio Regionale della Lombardia il 16 settembre 1983 su un territorio di circa 48 km² a confine tra le province di Como e Varese.

Inizialmente ad un consorzio tra 15 comuni e le 2 province, oggi ad un ente di diritto pubblico sono affidate le competenze stabilite dalla legge, tra cui l’approvazione del piano territoriale di coordinamento che è anche piano paesaggistico, le competenze forestali, antincendio, vigilanza, educazione ambientale,  promozione turistica e culturale.

GODETE DEL PAESAGGIO, dell’aria dei boschi, dell’incontro con gli animali, di un sano tempo libero. I boschi vi ospitano per spezzare i tempi frenetici e darvi lo spazio di un cammino lento, un respiro profondo, un pensiero che depura la mente. Avrete una piccola ma significativa occasione per riscattare la vostra persona dagli stress, fisici, psicologici ed interiori, che l’artificialità e la virtualità del nostro mondo odierno ci causano.
Riportate I VOSTRI SENSI A CONTATTO CON LA NATURA, li nutrirete.
Annusate i boschi, ascoltate i suoni della natura, regalatevi momenti di ascolto e silenzio.
Abbiate cura che LA VOSTRA IMPRONTA SIA LEGGERA, sarete collaboratori affinché questa ricchezza rimanga viva ed in buona salute.
IL PARCO LAVORA PER IL POSITIVO VALORE DI CONSERVARE, ciò tutelare e gestire la grande eredità verde di un territorio prezioso.

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IL PARCO DELLA SPINA VERDE

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La Spina Verde è una sorgente primaria di biodiversità: all’interno del parco, infatti, è presente il 40 percento delle specie censite sull’intero territorio della provincia di Como. Inoltre è un vero e proprio museo all’aperto.

Lungo gli ottanta chilometri di sentieri è possibile scoprire, guidati dalla cartellonistica didattica o dalle visite guidate, i siti archeologici dell’era protostorica, i monumentali resti medioevali, la torre del Castello Baradello e le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Spina Verde è particolarmente amato dalle famiglie, dai ciclisti e da molti escursionisti per le sue bellezze, per il piacere della scoperta storica che si unisce alla passeggiata a contatto con la natura e per la facilità di accesso da Como, San Fermo e Colverde. Il parco offre straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale, punti di ristoro, oltre a un divertente ponte tibetano e ad aree attrezzate per percorsi ginnici e per il relax.

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IL PARCO DELLE GOLE DELLA BREGGIA

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“La geologia è la particolarità di questo Parco, ma questo luogo è anche uno scrigno di biodiversità ed un testimone silenzioso della storia economica e industriale locale.

ll Parco delle Gole della Breggia, istituito nel 1998 e inaugurato nel settembre 2001, è il primo GeoParco svizzero. Si sviluppa per ca. 1.5 chilometri lungo l’omonimo torrente ed interessa una superficie di 65 ettari nella parte inferiore della Valle di Muggio, sui territori dei Comuni di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore e Breggia (Morbio Superiore).

Il Parco è facilmente percorribile grazie a una rete di sentieri della lunghezza di circa 12 km e con un dislivello di 300 m. La visita è facilitata da una serie di pannelli scientifici-didattici (GeoStop), da una GeoGuida disponibile in italiano e inglese e da una esaustiva guida generale. Nelle Gole sono presenti numerose componenti naturali e antropiche, ma gli straordinari contenuti geologici ne fanno uno dei geotopi più importanti a livello svizzero, inserito nell’Inventario dei paesaggi, dei siti e dei monumenti naturali di importanza nazionale (IFP) e segnalato dall’UNESCO come modello di GeoParco.

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IL PARCO DEL PENZ

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La collina del Penz è costellata da sentieri tematici ricchi di vigneti da cui è possibile ammirare dall’alto l’intera città e i comuni limitrofi. Il territorio del parco si estende su una superficie di circa 245 ettari lungo il versante di Chiasso fino a Sud-Ovest in direzione di Pedrinate. A Sud confina con il Parco Regionale Spina Verde, con il quale condivide la storia degli insediamenti del IX secolo.

Le origini geologiche del parco risalgono a circa 20 milioni di anni fa quando, in seguito a forti sconvolgimenti tettonici, vennero trasportati amalgami di rocce tipici di regioni alpine situate a 60-70 chilometri di distanza, le gonfoliti (Granito dello Julier, della Bregaglia, Gneiss della Valtellina). Un’interessante rete di sentieri si estende all’interno dell’area per un totale di 25 km.

Il sito internet

Alcuni testi sui parchi e gli itinerari sono stati tratti dai siti internet ufficiali.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Settembre 2022
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