Salgono i casi Covid ma cade l’obbligo della mascherina. L’infettivologo Grossi: “La malattia non è più grave ma continuiamo a proteggerci”

In ospedale al Circolo di Varese sono 44 i degenti positivi. La gran parte è ricoverata per altre patologie. La vaccinazione ha mutato la gravità del Covid ma si può ancora rimanere contagiati

Sono 44 i ricoverati positivi al Covid all’ospedale di Varese. Uno è in terapia intensiva. Si tratta, però, nella quasi totalità dei casi, di degenti ricoverati “con covid”, cioè arrivati in ospedale per altre patologie e che sono risultati positivi al tampone. In pronto soccorso a Varese, ogni giorno,  si registrano di media 3 accessi di persone positive. 

In generale, i casi, come si vede dal report quotidiano di regione Lombardia, sono in aumento. Secondo la fotografia settimanale  redatta dal consigliere del PD Samuele Astuti, membro della commissione sanità lombarda, “ Il numero dei casi positivi di quest’ultima settimana è pari a 31.679, in aumento del 53% circa rispetto alla settimana precedente (20.604) e in aumento dell’84% circa rispetto a due settimane fa (17.148). In terapia intensiva si registrano due ricoveri in meno (sono 8 invece di 10), mentre nei reparti ordinari se ne registrano ben 42 in più (sono 517 invece di 475). Il numero dei decessi (83) aumenta del 33% rispetto a quanto rilevato settimana scorsa (62) e aumenta del 20% rispetto a due settimane fa (69).
Sondrio registra circa 481 casi ogni 100.000 abitanti (è il valore più alto); segue Como con 397. A Varese sono 318. Il valore più basso si rileva a Milano con circa 264 casi. La media lombarda è di circa 318 casi (l’elenco completo è nella slide numero 8)”.

Domani, venerdì 30 settembre, sarà l’ultimo giorno di obbligo delle mascherine sui mezzi pubblici.
Il professor Paolo Grossi, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale di Varese e docente dell’Università dell’Insubria, preferisce mantenere un atteggiamento cauto: « La vaccinazione ha cambiato la malattia. Oggi non vediamo più quadri clinici molto gravi o complessi. Non si hanno più polmoniti che impongono la ventilazione assistita o la terapia intensiva. Ma il virus c’è ancora, circola e muta: l’infezione dà sintomi lievi ma rimane il fastidio di dover mantenere l’isolamento. Per questo motivo, io continuerò a usare la mascherina sui mezzi di trasporto e nei luoghi affollati».

Il professor Grossi anticipa anche come sarà la prossima influenza in arrivo: « Dall’Australia, giungono segnali di una forma abbastanza aggressiva. Per questo motivo, invito i soggetti più fragili a vaccinarsi, così da evitare sintomi gravi e anche di creare confusione con quelli dati da SarsCoV2.  La vaccinazione, lo ricordo, non evita le infezioni, ma protegge dalla malattia grave. Chi non ha ancora completato il ciclo, si vaccini contro il Covid e i pazienti fragili accettino la copertura entro l’influenza».

Ma lei se la sente di dire che l’emergenza è finita?
Sì e no.  Sì, perché la malattia non provoca più quadri gravi e complessi, no perché il virus non è stato debellato; continua a circolare e a mutare. Per questo motivo, non abbassiamo la guardia e proteggiamoci. 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Settembre 2022
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