“Da soli non ce la facciamo”, il ristorante di Olgiate Olona che dà lavoro ai disabili cerca un partner
"Un risotto per un sorriso" è aperto dal 2019 e ha come obiettivo quello di far lavorare disabili e normodotati insieme. Dopo le chiusure della pandemia e i rincari di luce e gas rischia di chiudere definitivamente
Il gabbiano vuole continuare a volare e i sorrisi regalati in questi anni non si possono spegnere. Oggi in via Matteotti a Olgiate Olona le luci del ristorante “Un risotto per un sorriso”, avviato nel 2019 dalla cooperativa “Il volo del gabbiano” non si riaccenderanno.
Giusy Masci e Alessandro Lamperti, genitori di Riccardo, hanno capito che non possono più andare avanti da soli e lanciano un appello a tutte quelle realtà del territorio e non solo che si occupano di disabilità e vogliono avviare un progetto di inserimento lavorativo per i propri utenti.
«Nel giro di tre anni è cambiato il mondo e noi siamo troppo piccoli per farcela da soli. Tutto è andato piuttosto bene fino a quando la pandemia non ci ha costretti a chiudere prima e a sottostare ad una serie di provvedimenti restrittivi poi. La ripartenza non è stata facile ma ci abbiamo provato e adesso stiamo nuovamente soffrendo a causa dei vertiginosi aumenti di elettricità e gas – raccontano Alessandro e Giusy che però non vogliono gettare la spugna – . Non vogliamo che il sogno si spezzi e crediamo che ci sia ancora una possibilità per questo luogo, per questo ci appelliamo a fondazioni, associazioni o realtà che si occupano di disabilità».
Il progetto affonda le radici nel 2017 quando i due genitori di Riccardo hanno messo in piedi la cooperativa “Il volo del gabbiano” per raccogliere fondi destinati all’apertura del ristorante. A gennaio 2019 c’è stata l’apertura, in collaborazione con un importante ristorante piemontese che aveva improntato il locale sui risotti. La buona cucina e l’allegria spensierata di Riccardo avevano stregato moltissimi clienti ma la pandemia ha dato il primo colpo alle ali ancora fragili del gabbiano. Ora i rincari per l’energia, unita ad altre difficoltà hanno imposto una riflessione a Giusy e Alessandro che hanno deciso di non riaprire.
Le potenzialità per fare qualcosa di buono, però, rimangono intatte grazie alla bellezza del locale, interamente ristrutturato da cima a fondo e pronto per accogliere i clienti. Serve, però, una realtà del terzo settore che creda nel sogno di Giusy, Alessandro e Riccardo.
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