Sport e intrattenimento: ecco come la zona di Masnago stuzzica gli investimenti dall’Australia

Il Pelligra Group, entrato in Pallacanestro Varese, si occupa anche di costruire impianti polivalenti e ha individuato - fin dal 2019 - l'area dello stadio come possibile sede di una rivoluzione strutturale. Intanto si va verso il nuovo cda del club biancorosso

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Progetti notevoli, interesse reale e una buona dose di realismo. La serata organizzata dal Panathlon Club al Golf di Luvinate (martedì 20) è servita per ribadire la volontà di investire in città da parte del Pelligra Group, il gigante australiano dell’edilizia e dell’immobiliare che è entrato a far parte della Pallacanestro Varese e che intende stringere un rapporto sempre più rilevante da queste parti.

A Luvinate erano invitati sia Luis Scola, sia Giovanni “John” Caniglia, il manager che ha tessuto i rapporti per conto della Camera di Commercio Italiana a Melbourne e che ora è il braccio operativo di Ross Pelligra. L’ex campione argentino si è concentrato nello spiegare il lato sportivo dell’impresa parlando dell’importanza nel basket moderno di una serie di parametri legati ai dati e alle statistiche, della necessità di attrarre il maggior numero di giovani, dell’utilità del mettere i giocatori in perfetto agio così che possano rendere al meglio. Il discorso di Scola è stato assist per Caniglia quando “El General” ha citato due caratteristiche fondamentali «che Varese ha e che non si possono comprare con i soldi: la storia del club e la posizione della città, operosa, importante, dotata di un aeroporto di grandi dimensioni e al centro dell’asse Svizzera-Milano».

Su questo presupposto si basa l’interesse del Pelligra Group che assegna allo sport un ruolo importante nella propria attività: la società australiana è coinvolta direttamente in patria nella gestione di club di varie discipline e in Italia ha acquisito il Catania Calcio staccando fin d’ora 8.500 abbonamenti (diventeranno oltre 10mila per una squadra di Serie D). E soprattutto, nel proprio business, comprende la possibilità di costruire impianti polivalenti e di grandi dimensioni. A questo punto, però, subentra il realismo: Caniglia – che nel suo intervento non ha né promesso né ipotizzato alcuna cifra, questo è bene sottolinearlo – ha infatti parlato di un orizzonte temporale lungo perché non è ovviamente pensabile che si possano realizzare opere di grande portata nel giro di poco tempo.

L’idea è la stessa che risale al 2019, quando gli australiani si presentarono a Varese per la prima volta (QUI l’articolo): riqualificare l’intero comparto di Masnago sfruttando meglio gli spazi (il sedime del Franco Ossola, con tanto di antistadio e di parte delle vie circostanti è enorme), ricostruendo strutture che possano essere utilizzate sia in ambito sportivo sia per altri scopi (concerti, spettacoli, fiere…) e mettendo a fianco servizi di accoglienza e intrattenimento come albergo, ristoranti, cinema e via dicendo. Nell’idea degli investitori l’attuale palasport continuerebbe a svolgere la propria funzione, anche perché sarà riqualificato in modo autonomo, mentre sull’area dello stadio ci sarebbero gli spazi per una grande arena che può ospitare il calcio e gli altri eventi (ma magari pure gare di cartello della pallacanestro: le tecnologie odierne lo consentono). Un progetto di questo livello potrebbe anche dare spazio a un velodromo autonomo, struttura che sarebbe fondamentale per tutta Italia visto che l’unica similare è a Montichiari e ha anche alcuni problemi.

Un progetto del genere farebbe da volano per l’economia locale sia in fase di realizzazione sia per l’indotto successivo: l’esempio (più ridotto) che è stato portato è quello dell’hub dell’Australian Institute of Sports di Gavirate che ha permesso di ricostruire accanto al lago un’area ormai in disuso, utilizzando anche numerose imprese locali e diventando un polo d’attrazione. Non a caso alla cena del Panathlon c’era anche l’uomo che è stato motore di tutto questo, Warwick Forbes, in uno degli ultimi impegni pubblici visto che lascerà il posto a una nuova manager di AIS, Fiona De Jong. Una sorta di garanzia per l’impegno degli australiani, visti anche gli stretti rapporti allora come oggi con il corpo diplomatico presente in Italia.

L’obiezione più gettonata (e comprensibile) in questi casi riguarda le classiche pastoie burocratiche nelle quali si possono impantanare progetti di questo genere. Una risposta è arrivata, durante la cena del Panathlon, dall’assessore allo sport Stefano Malerba che ha citato l’esempio virtuoso del palaghiaccio, realizzato grazie a una stretta sinergia pubblico-privato e riaperto nei tempi previsti. Lo stesso Malerba ha sottolineato la fortuna di avere incrociato la strada con l’Australia e i suoi imprenditori: per Varese è una occasione da cogliere.

COME CAMBIA LA PALLACANESTRO VARESE

Nell’immediato il Pelligra Group sta definendo il proprio ingresso nella Pallacanestro Varese dove gli australiani entreranno con il 45% del capitale sociale, la stessa quota nelle mani di Luis Scola (che avrà la golden share, ovvero l’ultima parola) mentre il restante 10% sarà suddivisa equamente tra il consorzio “Varese nel cuore” e il trust “Il basket siamo noi”. Previsto, ovviamente, anche un rimescolamento del consiglio di amministrazione con lo stesso John Caniglia che sarà uno dei componenti insieme a Ross Pelligra; l’idea però è di non stravolgere l’attuale compagine perché la filosofia degli australiani va nella direzione di coinvolgere le varie anime del territorio.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Settembre 2022
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