“Turni esasperati e stipendi inadeguati”: lunedì 12 settembre sciopera il personale aeroportuale
Il personale incrocia le braccia per ventiquattro ore. A Cargo City di Malpensa si concentreranno le manifestazioni dei lavoratori lombardi
Lunedì 12 settembre, dalla mezzanotte di lunedì a quella di martedì 13 settembre, è stato indetto uno sciopero del personale aeroportuale (Airport, Aviapartner, Mle, Alha, Dnata, Nas, Sea, Ags) organizzato da Cub trasporti. (Foto d’archivio)
In Lombardia il concentramento, anche di altri sindacati di base che hanno aderito a livello regionale, e la manifestazione dei lavoratori del trasporto aereo di terra, dalle 10, al Cargo City-Airport di Malpensa.
La protesta – spiega il sindacato in una nota – è per chiedere il rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2017, aumenti salariali che recuperino l’aumento del costo della vita, eliminazione degli accordi che consentono il lavoro precario e contro l’introduzione delle tre giornate non retribuite di lavoro in più all’anno (ore incrementali).
Le proteste arrivano dopo un’estate calda, tra gli scioperi degli addetti alle pulizie degli aeroporti e di chi lavora nelle compagnie low-cost, che nei mesi scorsi in tutta Europa hanno avuto non poche difficoltà, tra il poco personale a disposizione, l’infittirsi della domanda di viaggio tornata ai livelli pre-pandemia e una errata programmazione, ha innescato un effetto-domino, con migliaia di cancellazioni.
Le motivazioni dello sciopero
«Aumentano i prezzi (10%) mentre le buste paga sono ferme al 2017, il calcolo dei notturni, dei festivi, degli straordinari viene fatto in base alle paghe del 2010, i carichi di lavoro aumentano mentre le assunzioni vengono fatte unicamente con contratti da precari. Siamo tornati dopo il complicato periodo pandemico alla ripresa a pieno ritmo delle attività aeroportuali e di handling (passeggeri e Cargo) con difficoltà quotidiane nella gestione del lavoro, turni sempre più esasperati e attività accessorie a quelle tradizionali sempre più complesse. La pandemia oltre ai rischi di contagio correlati al contatto con i passeggeri ha scaricato sui lavoratori una serie infinita di attività aggiuntive a quelle tradizionali legate alle mansioni di pertinenza con spesso aggressioni anche fisiche nei confronti degli operatori, costretti a lavorare sotto organico in un clima molto pesante. Ma nonostante tutte le difficoltà i lavoratori ancora una volta sono riusciti a traghettare fuori dalle secche le società con impegno e professionlità. Ma tutto ha un limite: del contratto nazionale del lavoro scaduto da anni nessuno parla, con il silenzio assenso dei Sindacati Confederali, complici con le associazioni datoriali del vergognoso ritardo sulla stipula del rinnovo del contratto nazionale. I lavoratori di tutti i nostri scali aeroportuali in Italia lavorano con minimi salariali, con stipendi inadeguati al costo della vita aggravati dal caro energia dovuto alla guerra in corso».
Lo sciopero che potrebbe avere l’impatto più ampio è però quello del personale di diverse compagnie low cost, il nuovo “capitolo” delle agitazioni che hanno animato l’intera estate, a livello europeo: lo sciopero del 1° ottobre riguarderà tutti i principali vettori a basso costo. Per sabato 1 ottobre la Uilt ha proclamato uno sciopero del personale Easyjet e uno della spagnola Volotea. È invece sostenuto da Uilt e Cgil-Filt lo sciopero che toccherà Ryanair e le controllate Malta Air e Crewlink (la società che gestisce parte degli equipaggi).
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