Volò con l’auto nel lago, per l’incidente mortale di Colmegna parla in aula l’imputato

Ricostruiti alcuni aspetti tecnici della barriera sulla statale del Lago Maggiore durante l’esame del “Capo centro” di Anas

Colmegna generico

Quella barriera era stata oggetto di sopralluoghi e non presentava alcun elemento che lasciasse presagire l’erosione dei materiali.

Ma da quel punto a sbalzo sul Lago Maggiore nel 2016 morì una donna cadendo nel vuoto con la sua auto, e per quei fatti si celebra il processo a Varese. Alla sbarra mercoledì il “capocentro” di Anas (ai tempi del fatto ricopriva il ruolo per Varese e Cono), l’ingegnere imputato per l’accaduto, che è stato sentito dal giudice monocratico Andrea Crema.

“In mia coscienza non mi sento responsabile. I lavori sono stati ultimati nel 2006 e tutte le opere risultavano eseguite secondo quanto previsto dall’appalto”. L’imputato ha poi specificato che la struttura presentava saldi ancoraggi come risultato dai sopralluoghi e che le spiegazioni legate al volo dell’auto nel lago sono da imputarsi al fatto che il guardrail “non è progettato per urti frontali e il fatto di avere posto la barriera in metallo con soluzioni di continuità venne deciso in fase di progettazione dei lavori”. Oltre a rispondere alle domande del pubblico ministero Davide Toscani l’imputato ha risposto anche al difensore (difeso dallo studio Stefano Ricci di Milano): “Nessuna segnalazione sullo stato di ammaloramento della barriera è mai pervenuta dalle forze dell’ordine”, in riferimento al fatto che la struttura in metallo può essere soggetta ad erosione perché viene a contatto col sale impiegato per lo sgombero neve.

La vicenda è tristemente nota alle cronache di quei giorni: l’utilitaria giapponese che finisce nel lago dopo un salto di una quindicina di metri con una donna gravissima che finisce al pronto soccorso di Varese in elicottero: Rosina “Rosy” Vanetti morirà dopo un mese dal quel tragico 12 febbraio 2016 all’ospedale di Circolo per le ferite riportate nell’incidente. Il processo deve appurare se esistono responsabilità penali legate allo stato del guardrail che nell’urto si è aperto come un cancello direttamente a strapiombo sul lago. Un elemento da valutare anche alla luce del fatto che il veicolo sul quale viaggiavano i coniugi marciava a una velocità superiore a quella consentita ma dicerto non da considerarsi particolarmente elevata: 65 orari contro un limite di 50.

Un salto di 15 metri nel lago a Colmegna: a Varese il processo per la morte di Rosy Vanetti

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Settembre 2022
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