Consultazione per il mercato di Sesto Calende: affluenza al 7,74% dopo quattro giorni
Dopo quattro giorni dall'apertura dei seggi, sono 686 i sestesi che hanno espresso la propria preferenza tra Centro Città e il Campo Sportivo. Il quorum è fissato a 2660. Tempo fino a giovedì 20 ottobre
Stenta ancora decollare la partecipazione alla consultazione popolare indetta a Sesto Calende per scegliere la posizione definitiva del mercato del mercoledì, tra la zona del Campo Sportivo e quella del Centro Storico. Dopo quattro giorni dall’apertura delle urne (primo giorno utile è stato lunedì 10 ottobre, lo spoglio sarà venerdì 21, qui tutti gli orari) i sestesi che hanno votato sono stati 686, ovvero il 7,74% degli aventi diritto al voto, sedicenni e diciasettenni compresi.
Affinché l’esito della consulta sia valido, il numero da raggiungere come quorum è 2660 (30%), ciò significa che a oggi mancano all’appello circa duemila sestesi per convalidare i voti del referendum. La soglia del quorum sembra dunque, almeno per il momento, a rischio, anche se è probabile che nella giornata di sabato (domenica, invece, non sarà possibile votare) la media possa alzarsi trattandosi di un giorno non lavorativo per molti.
I due giorni che hanno registrato maggiore affluenza – rispettivamente del 2,36% (209 le schede siglate) e del 1,83% (162), sono stati infatti i giorni pari della settimana, martedì e giovedì, giorni in cui il Municipio è rimasto aperto anche nel pomeriggio.
Voto pubblico o segreto? Le posizioni della politica sestese
Come fatto notare dall’ex sindaco e attuale membro del gruppo all’opposizione Roberto Caielli, la media matematica di questi quattro giorni restituisce come proiezione (1715, ndr.) un «risultato ben lontano dal quorum». Il suo gruppo di centrosinistra, Insieme per Sesto, ha inoltre rotto gli indugi e sposato la causa del ritorno del mercato in centro, opzione che sembra essere la preferita – per lo meno pubblicamente – anche dagli stessi ambulanti, la maggior parte dei quali, non essendo sestesi, non potrà però partecipare al voto a differenza dei commercianti cittadini, che pure si sono sbilanciati per il centro, come emerso dal sondaggio a cura del Gruppo Commercianti e Artigiani di Sesto Calende.
Commenta Caielli: «Curioso atteggiamento del sindaco Buzzi e del vicesindaco Favaron che tengono segreto il loro voto. Legittimamente, per carità. Ma essendo loro chiamati a gestire l’esito della consultazione, in un ruolo determinante, sarebbe stato un bel gesto di trasparenza verso i loro elettori e verso tutti i cittadini il comunicare la loro personale scelta, nel momento in cui hanno deciso di votare, cioè di dare una preferenza per una scelta, e non di astenersi delegando la scelta in toto ai cittadini».
Stessa linea di pensiero condivisa dall’altro gruppo di minoranza Sesto2030, per motivi “storici (ci sono attestazioni risalenti alla fine del 1700 del mercato sul lungofiume), turistici e commerciali”: «Pur sapendo che il voto è segreto, ci sentiamo in dovere di dire qual è la nostra preferenza sul mercato: il centro città. Spiace leggere che gli amministratori, che rappresentano la Città, non dichiarino apertamente la loro posizione in merito, alla luce del fatto che questa situazione è stata creata proprio da loro; il mercato storico, ovvero l’anima della città stessa, lasciato nel limbo per più di 2 anni».
Dal canto suo, il gruppo della maggioranza Lega della Libertà ha sempre ribadito, anche in consiglio comunale, che non avrebbe «mai fatto una battaglia politica» sulla posizione mercato, lasciando a ogni consigliere e assessore la libertà di voto e rivendicando di aver agito nel nome della sicurezza durante i momenti più difficili della pandemia. «L’ultima parola spetterà ai sestesi», questa la promessa del capogruppo Marco Colombo.
“LE VOCI”
Caielli: “Sbagliato estendere il voto ai minorenni se esclusi gli stranieri residenti”
Conclude Caielli: «La giunta e la maggioranza hanno voluto estese anche ai sedicenni, aumentando così il numero dei votanti e il quorum da raggiungere: ben 2660. Una scelta quantomeno discutibile, specie a fronte della scelta a mio giudizio ingiustificata, di escludere gli stranieri residenti a Sesto (tranne i comunitari). Non vedo perché non permettere a questi cittadini, che abitano come noi la città e contribuiscono a farla vivere, di esprimere il loro parere. Un inutile gesto di chiusura che poteva essere evitato, ricordando che invece anni fa, ai tempi dei comitati di quartiere, i cittadini stranieri regolarmente residenti, potevano votare e anche essere eletti in quegli organismi, Un’esperienza che allora fu giudicata da tutti positiva».
Sesto2030: “Un’amministrazione che basa i propri valori sulla tradizione ma che interrompe quella più antica”
La stoccata “politica” arriva invece dal gruppo civico rappresentato in consiglio da Simone Danzo e Giorgio Circosta: «Sesto Calende e il mercato sono legati in maniera indissolubile. Il mercato è sempre stato in centro città, collocazione naturale per una tradizione che ha il sapore di “evento-settimanale”. Curioso notare come, la coalizione politica che amministra la nostra Città, che basa parte dei propri valori nella difesa delle tradizioni, sia proprio quella che interrompe la tradizione più antica e famosa della nostra Città. Inoltre, già nelle indagini condotte da noi, era emerso come il
mercato nella collocazione classica fosse una vetrina importante per le attività del centro storico. Questo è stato ulteriormente confermato dal recente questionario promosso dalla categoria stessa, con un esito quasi plebiscitario».
Ad oggi tanto inchiostro, poca partecipazione
A sei giorni (effettivi) dallo spoglio ciò che emerge, almeno per il momento, è una forte discrepanza tra i privati cittadini, che paiono (finora) distanti, e i diretti interessati al tema mercato, che – dall’opposizione politica ai commercianti/ambulanti – hanno di fatto quasi tutti preso una posizione pubblica (e, per coerenza, in teoria, anche votato). Come già scritto non va comunque esclusa la possibilità che l’affluenza ai seggi possa alzarsi significativamente tra sabato e i giorni appena precedenti alla chiusura della votazione (giovedì 20 ottobre ultimo giorno disponibile): i conteggi e le conseguenti riflessioni definitive si faranno dunque solo a partire da venerdì 21, il giorno dello spoglio che (forse) chiuderà definitivamente la questione.
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