La Sanità ha bisogno di medici di medicina generale e di infermieri: la situazione nel rapporto di Agenas

Nel rapporto emergono le difficoltà del sistema tra i tagli imposti dal 2007 fino all'aumento delle risorse degli ultimi anni

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In Italia ci sono abbastanza medici ma pochi infermieri. È quanto emerge dallo studio ricondotto da Agenas ( Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Regionali) che ha valutato il personale del Servizio sanitario nazionale. Dal raffronto con gli altri paesi dell’Unione europea emerge che oltre al numero insufficiente di infermieri, anche tra i medici alcune specialità sono carenti. In particolare mancano i medici di medicina generale, inferiori rispetto alle medie EU e non omogeneamente distribuiti sul territorio.

IL RAPPORTO_ssn_2022 

BLOCCO DELLE ASSUNZIONE E GOBBA PENSIONISTICA

Inoltre il blocco delle assunzioni e del turn over e la politica di contenimento della spesa per il personale, avviata con la Legge del 2007 ,  ha determinato l’innalzamento dell’età media del personale e il conseguente fenomeno della “gobba pensionistica”. Tale fenomeno appare naturalmente più minaccioso per i profili professionali già carenti:  i MMG e gli infermieri.
« Ove si consideri che questi due profili professionali sono gli assi portanti di qualsiasi operazione di potenziamento delle attività sanitarie di prossimità, si ritiene necessario abbinare all’incremento dell’offerta formativa un sistema di incentivi in grado di rendere attrattive tali figure professionali in termini di riconoscimento sociale oltre che economico» commenta la nota di presentazione del rapporto.

IN ITALIA OPERA UN MEDICO OGNI 1000 ABITANTI

Secondo i dati OECD riferiti all’anno 2020, il nostro Paese domina le graduatorie europee del numero di medici che praticano attivamente la professione. Nel 2020 in Italia operavano 4 medici per 1.000 abitanti, contro 3,17 della Francia ed i 3,03 del Regno Unito. La Spagna aveva un valore simile all’Italia (4,58), mentre in Germania si registravano 4,47 medici per 1.000 abitanti. 

Nell’ultimo decennio, diversi paesi hanno incrementato il numero di posti di formazione post-laurea in medicina generale. Ad esempio, in Francia, dal 2017 circa il 40% di tutti i nuovi posti per la formazione specialistica è stato assegnato alla medicina generale, una percentuale maggiore rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell’UE. Tale misura, tuttavia, ha avuto una efficacia limitata, perché qui come in altri paesi, risulta sempre più difficile attrarre un numero di laureati in medicina sufficiente a ricoprire i posti disponibili per la medicina generale. Le motivazioni sembrerebbero legate alla retribuzione e al basso livello di prestigio percepito nel ruolo di MMG. 

GLI INFERMIERI SONO 6,2 OGNI 1000 ABITANTI

Diverso il caso degli infermieri per il quale, all’opposto, in Italia si registra un tasso molto inferiore alla media europea. Nel 2020 nel nostro paese operavano 6,2 infermieri per 1.000 abitanti, contro i 18 di Svizzera e Norvegia, gli 11 della Francia, i 13 della Germania e gli 8,2 del Regno Unito. 

In molti paesi le preoccupazioni per le crescenti carenze degli infermieri hanno indotto azioni per aumentare la formazione di nuovi infermieri. L’Italia è al quart’ultimo posto tra i paesi OCSE per il numero di posti a disposizione negli atenei per la laurea in Infermieristica. Hanno un numero di posti più basso solo Messico, Colombia e Lussemburgo. In quest’ultima nazione però il numero di infermieri per mille abitanti è già circa il doppio di quelli italiani. Alcuni paesi hanno affrontato le attuali carenze anche reclutando infermieri dall’estero (OCSE, 2019).

In risposta alla carenza di medici, diversi paesi hanno iniziato a implementare ruoli più avanzati per gli infermieri sia in ospedale sia nelle cure primarie. Le valutazioni degli infermieri nelle cure primarie, in paesi come la Finlandia, il Regno Unito e l’Irlanda mostrano che gli infermieri con competenze avanzate possono migliorare l’accesso ai servizi e ridurre i tempi di attesa, fornendo al contempo la stessa qualità delle cure offerte dai medici, per una vasta gamma di pazienti, compresi quelli con malattie minori e quelli che necessitano di controlli di routine.

Contesto italiano: il personale nel Servizio Sanitario Nazionale 

Nell’anno 2020 il personale dipendente del SSN ammontava a 617.466 unità di cui 68,7% donne e 31,3% uomini. Rispetto all’anno 2019 il personale risultava aumentato di 13.610 unità pari al 2,3% del totale.
A livello nazionale, la composizione per ruolo è così strutturata: il 72,3% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 17,8%, dal ruolo tecnico, il 9,7% dal ruolo amministrativo e il restante 0,2% dal ruolo professionale.
Età media del personale medico: uomini 53,8 anni, donne 48,8 anni.
Età media degli infermieri: uomini, 47,2; donne, 47,4. Età media totale 47,3.

I medici dipendenti del Ssn che andranno in pensione nel quinquennio 2022-2027 sono circa 29.331, mentre per il personale infermieristico i pensionamenti sono stimati in 21.050.

Nel ruolo sanitario le unità con profilo infermieristico costituiscono il 59,3% del totale, i medici e gli odontoiatri il 23,1% mentre il restante 17,6% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie, quali: altro personale laureato; dirigente delle professioni sanitarie; personale tecnico – sanitario; personali funzioni riabilitative; personale vigilanza-ispezione. In Lombardia, nel 2020 risultavano 13.421 medici e 35.859 infermieri

In Italia, dal 2019 al 2021 il numero dei MMG si è ridotto di 2.178 unità e quello dei PLS di 386 unità. Nella nostra regione nel 2019 c’erano  6091 mmg e 1165 pls, nel 2020 5984 mmg e 1153 pls e nel 2021 5774 mmg e 1121 pls
In dettaglio, le regioni con il maggior numero di assisiti per medico di medicina generale sono: Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365) mentre in coda ci sono la Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049). 

Sul sito ISTAT al 2020, tra il Personale sanitario  figurano operanti 41.707 medici di medicina generale, ritenendo che la percentuale di over 60 è simile a quella dei medici del SSN (28,45%), questa percentuale porta a una stima di 11.865 (2.373 per anno) che sommata ai 29.331 in uscita dal SSN porta ad un totale di 41.196 medici in uscita al 2027 . 

Borse di specializzazione

Nel 2014 vennero messe a bando 5000 borse specializzazione; nel 2018 sono state 8920; nel 2019 sono state 14.455, nel 2020 18.397 ( di cui 4200 del PNRR) mentre sono state 14.387 quest’anno.

A queste vanno aggiunti i fondi stanziati per la Missione 6 del PNRR, di 900 borse per  la formazione dei medici di medicina generale sin da quest’anno per tre anni di fila, da sommarsi ai finanziamenti  ordinari.
Per il triennio formativo 2022-2024, le borse passano da 1879 a un totale di 2779. 
In Lombarda si è passati dalle 90 borse per mmg del 2014, alle 317 del 2018, alle 313 del 2019, alle 174 nel 2020 e alle 626 del 2021.

Posti disponibili e programmati per l’accesso ai corsi di laurea in Infermieristica

La valutazione del numero di nuovo personale infermieristico formato a livello universitario è stata effettuata utilizzando il numero di posti disponibili e programmati per l’accesso ai corsi di laurea della professione sanitaria infermieristica pari rispettivamente a 14.917 per l’anno accademico 2018/2019, 15.260 per l’a.a. 2019/2020, 16.249 per l’a.a. 2020/2021, 17.658 per l’a.a. 2021/2022, 18261 per l’a.a 2022-2023.

Considerando inoltre un tasso di successo di completamento del corso di studi in Infermieristica pari al 75%, è stato stimato che il numero di infermieri formati nel 2026 e disponibili dal 2027 sarà pari a circa 61.760 

Per il profilo professionale “infermieri” nel quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa attuale sarà in grado di assicurare una disponibilità di personale sufficiente a compensare quello di prevedibile pensionamento nello stesso periodo più quello di prevedibile nuova assunzione in relazione all’esigenza di potenziamento dell’assistenza territoriale. 

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Pubblicato il 17 Ottobre 2022
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