L’ex assessore alla mobilità di Luino Alessandra Miglio spiega l’importanza del progetto “Smart Border“
Il punto di vista dopo le polemiche: “Se il programma fosse stato semplice, ovvero realizzare un parcheggio punto e stop, non ci sarebbe stato un finanziamento europeo“
È sul progetto “Smart Border” che l’assessore alla mobilità della giunta “Pellicini2“ (la passata amministrazione comunale di Luino) spiega con un intervento pubblico, l’importanza di un progetto per lo sviluppo della città, innestandosi sul dibattito pubblico attuale.
Leggendo, nel dibattito politico luinese, perplessità sulle finalità e l’efficacia del progetto Smart Border, mi sento di scrivere due righe quale contributo a fare un po’ di chiarezza e se possibile, senza nulla togliere all’autorevolezza e competenza dell’attuale Amministrazione, anche a salvaguardare le buone relazioni con i partner svizzeri. Da assessore comunale di Luino ho ritenuto importante coltivare le relazioni transfrontaliere impegnandomi con progetti concreti, e dopo un lavoro di confronto e collaborazione con i dicasteri cantonali e con gli amici del Gambarogno, abbiamo “messo a tera“, come si dice oggi in epoca da Pnrr, possibili soluzioni a problemi comuni tra le due regioni di confine.
Luino è riferimento, identifica una importante linea ferroviaria internazionale e non è e non deve essere una linea solo merci: i consistenti investimenti di qualche anno per la sua rifunzionalizzazione e messa in sicurezza permette di avere in casa una infrastruttura dove conciliare il traffico merci con il traffico passeggeri, magari riattivando a tale scopo la linea fino a Sesto Calende, sfruttando finalmente la famosa “bretella ferroviaria” tanto promossa dall’amico ferroviere Giovanni Mele nel quadro più generale dell’impegno politico svolto per lo sviluppo infrastrutturale del nostro territorio, tra gli altri, dal compianto senatore Piero Pellicini.
È su questi presupposti che abbiamo concepito con i Colleghi svizzeri il progetto Smart Border, nella consapevolezza che tanto Luino quanto Gambarogno, pur con tutta la buona volontà, senza adeguati investimenti da destinare alla comunicazione e nella redazione di studi e scenari in modo professionale non avrebbero potuto incidere nelle dinamiche di sviluppo infrastrutturale di area vasta: per cui, anche sollecitati dagli organismi sovra comunali come il Cantone, la Regio insubrica, le Camere di Commercio, ecco che Luino e Gambarogno scrivono, a “quattro mani” il progetto e la proposta di candidatura. Come ben riferito dalla vigente Amministrazione, che mi pare abbia visto da subito le potenzialità del progetto, “smart border è un punto di partenza e non di arrivo” e questo sia per l’areale di riferimento, uno spazio che il progetto definisce “multiscala”, che per la stessa Luino; ecco che nel corso del mio mandato ci siamo relazionati continuamente con i principali interessati , da Trenord a TILO, alle compagnie della logistica, con le associazioni di categoria, con Camera di Commercio, con le Comunità locali, con la navigazione laghi, il consorzio per la navigazione, con la società TPL Como, Varese, Lecco, con la società delle isole Borromee in vista dei collegamenti con i Castelli di Cannero, quindi con Provincia e Regione, Comunità Montana ma anche con la governance del progetto SMISTO, che opera proprio come Smart Border, ma nella zona del Mendrisiotto-Ceresio, non posso dimenticare il prezioso contributo dell’associazione scientifica ACG pro Gottardo e il tavolo comunale per i trasporti.
Il programma Smart border è complesso ma non è complicato, c’è bisogno di tanto impegno per remare tutti dalla stessa parte; come il lungolago ha gradualmente cambiato i connotati della città negli ultimi venti anni con l’impegno di tutti passandoci la staffetta tra amministrazioni, così la rivoluzione che sta per partire a Luino con la chiusura del passaggio a livello di via Voldomino e l’apertura del nuovo sottopasso di via Cairoli / XXV Aprile avrà assolutamente bisogno anche di un’opera come il parcheggio nelle “parigine“ che oggi può apparire come una incompiuta. Mi permetto ancora di spiegare, come “voce fuori campo” non essendo più nell’amministrazione, che quella quota di programma inerente le infrastrutture per Luino, come espressamente dichiarato negli atti, va di pari passo con lo sviluppo di operazioni urbanistiche come la rigenerazione della ex Visnova, che, come riportato nel piano urbanistico di Luino ha in carico tutti i raccordi stradali. Naturalmente non sarà sufficiente l’ampio marciapiede e ciclabile annesso al sottopasso di via Cairoli che abbiamo chiesto ed ottenuto fosse largo ben dodici metri: bisogna anche lavorare con RFI e Regione, intercettando opportuni finanziamenti, per costruire il sottopasso pedonale.
Se il programma Smart border fosse stato semplice, ovvero realizzare un parcheggio punto e stop, beh, per fare ciò non ci sarebbe stato un finanziamento europeo che sovvenziona, promuove e anima progetti in gran parte immateriali; mi pare ovvio, anche senza tediare con citazioni da progetto, che i risultati si potranno misurare con il tempo, anche perché in questi anni di economia rallentata dal covid prima e dall’aumento dei prezzi ora possiamo solo tenere la barra dritta, aspettando che lo sviluppo della ex Visnova porti alla giusta viabilità verso il parcheggio delle Parigine e verso il nuovo sottopasso viario in direzione di via XX Aprile e augurarci proprio tutti che quella richiesta di finanziamento per il sottopasso pedonale in stazione sia accordata. Vorrei anche dare un suggerimento: ho letto anche della falsa partenza del treno mattutino per il Gambarogno e la notizia non mi ha stupita, vista la scarsa pubblicità data alla iniziativa e il poco entusiasmo dei frontalieri i quali, si sa, verso la foce del Tresa ( nel basso Tresa, quindi a Luino) non si fidano della efficienza del mezzo pubblico: mi sarei augurata la presenza amministratori, referenti TILO e giornalisti sul primo treno proprio a sottolineare una volontà condivisa di rinnovamento, se non c’è entusiasmo nel promuovere è difficile pensare che qualcuno possa crederci davvero.
Ultimamente mi capita di parlare con giovani coppie arrivate di recente dal meridione d’Italia per lavorare in Canton Ticino, tutti sono innamorati di Luino, ma poi preferiscono stare dove si possono muovere senza l’obbligo di possedere due automobili, come a Lavena Ponte Tresa, quindi dove il Tresa nasce; chi invece lavora su Milano ma ha famiglia da noi tende a trasferirsi verso Cittiglio, servita meglio di Luino; questo porta a un inesorabile invecchiamento della popolazione, come risulta anche dalle statistiche, con le conseguenze anche economiche che questo comporta. Faccio anche un caloroso appello per amore della mia città, per amore di questo territorio: mettiamocela tutta e tutti insieme per dare valore aggiunto agli investimenti fatti, al di là di qualche cartello messo male, di qualche erbaccia non prontamente rimossa o di qualche riga segnaletica inopportuna, queste sono cose che si sistemano e sono sicura, dopo dieci anni di esperienza, che l’ufficio tecnico di Luino non fa sconti a nessuno in termini di attuazione corretta dei contratti d’appalto. Come si sa mobilità e collegamenti sono alla base dello sviluppo, ecco, utilizziamo le buone relazioni con RFI per riscrivere gli accordi sulla valorizzazione della stazione ; Luino è importante ma non ha la voce in capitolo che può avere Como o Varese, però sappiamo esserci al momento giusto e mi auguro che, al di là degli schieramenti, con il nostro ex primo cittadinoAndrea Pellicini a Roma si voglia cogliere clima e condizioni per farsi sentire da parte di questa Amministrazione a partire dai rapporti con le ferrovie.
Alessandra Miglio
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