In provincia di Varese chiudono troppi sportelli. “Le banche hanno dimenticato la loro funzione sociale”
Nel 2021 le chiusure sono state venti. Alberto Broggi segretario First Cisl dei Laghi: "A pagare il prezzo più alto saranno i cittadini fragili"
Quando si parla del ruolo della banca nella società, non può non venire in mente la lezione di Raffaele Mattioli che, durante il fascismo e nel Secondo dopoguerra, fu a capo della Comit, la Banca commerciale italiana. Secondo Mattioli, la banca doveva adempiere alle sue funzioni originarie di raccolta del risparmio e di accesso al credito per singoli individui e famiglie. Non c’era dunque alcun spazio per lo spirito speculativo diretto degli istituti di credito o anche di sostegno creditizio a chi facesse speculazioni finanziarie. Quindi il principio guida delle banche, secondo il banchiere, doveva essere la tutela del risparmiatore attraverso una gestione attenta del credito.
Erano altri tempi e un altro contesto socio-economico, è vero, ma a sentir parlare Alberto Broggi, segretario della First Cisl dei Laghi, c’è bisogno di un ritorno a quei principi fondamentali. «In provincia di Varese – spiega il sindacalista – si sta verificando un fenomeno di desertificazione bancaria che avrà conseguenze pesanti sul piano sociale. Le banche hanno dimenticato la loro funzione di sostegno alla comunità e le decisioni di chiudere filiali e sportelli vengono prese solo in base ai numeri».
GLI ANZIANI I PIÙ PENALIZZATI
Ai tempi di Mattioli, le banche erano pubbliche e quindi dovevano rendere conto allo Stato, mentre oggi sono vere e proprie imprese private e come tali devono rendere conto agli azionisti. Ciò non toglie che se in un paese non ci sono sportelli bancari per i cittadini, soprattutto per i più fragili, questo può essere un vero problema. «Gli anziani e i disabili – continua Broggi – sono i più penalizzati da questa situazione. In un Paese che invecchia demograficamente questa politica è discutibile, soprattutto se a farla sono i grandi gruppi bancari. Alcuni sindaci ci hanno chiamato perché erano in difficoltà dopo la chiusura di sportelli che avevano la Tesoreria comunale. Queste scelte creano problemi a catena».
VENTI CHIUSURE NEL VARESOTTO
In provincia di Varese nel 2021 sono state 20 le chiusure, con alcuni comuni rimasti totalmente scoperti. Un fenomeno che, secondo la First Cisl dei Laghi, continua ininterrotto da oltre un decennio, alimentato da fusioni e aggregazioni tra istituti bancari. «Questa situazione – sottolinea il segretario della First Cisl dei Laghi – ha delle ricadute anche sul piano occupazionale perché non c’è più un vero ricambio generazionale: quando gli accordi vanno bene il rapporto tra nuove assunzioni e uscite è di una a tre. Inoltre le assunzioni, quasi tutte con l’apprendistato, vengono fatte a livello nazionale. E poi si ricorre sempre di più al lavoro somministrato e si fanno contratti con formule a dir poco discutibili: per tre giorni sei dipendente, per il resto della settimana sei autonomo».
SMANTELLANO LE AREE OPERATIVE
L’avvento del digitale e le nuove tecnologie hanno contribuito certamente a disintermediare il lavoro del bancario. Rimane comunque una scelta da parte di chi ha la governance di continuare sulla strada di un cambiamento che non tiene conto né delle esigenze dei risparmiatori né dei territori. «Le banche stanno smantellando intere aree operative – spiega il sindacalista – Le prestazioni allo sportello sono più che dimezzate a favore di quelle commerciali e alcune operazioni puoi farle solo al mattino». Il contratto collettivo nazionale scadrà a fine anno e tra le questioni più importanti c’è il recupero dell’inflazione sui salari, una partita su cui il sindacato è determinato a dare battaglia. Chiude laconico Broggi: «Non far perdere potere d’acquisto alle retribuzioni è una priorità. Le banche stanno già prendendo tempo».
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