Il tempo ritrovato, la réunion dei coscritti del 1977 di Malnate

Una serata al Fly Café tra la gioia e la commozione di ritrovarsi nonostante il tempo

malnate varie

Albert Einstein, sul finire della sua vita, scrisse una frase divenuta celebre: «La distinzione fra passato, presente e futuro non è che un’illusione, per quanto tenace».
Il grande fisico, padre della Relatività, si riferiva, sintetizzandola, alla sua più grande scoperta, il fatto che il Tempo non scorresse uniformemente in tutto l’universo, bensì dipendesse dal movimento e da altri fattori sui quali non ci dilungheremo.
Ebbene, questa “tenace illusione” ha preso forma e corpo la sera del 1° ottobre al Fly Café di Malnate, durante la (splendidamente e tenacemente organizzata) réunion della “leva” malnatese del 1977, che ha visto una cinquantina di “vecchi ragazzi” (gli inglesi direbbero: old boys) animare il locale fino a tarda ora con un’allegria, una gioia di stare insieme e di ritrovarsi che non ha mancato di far scorrere qualche lacrima.

Eh sì, perché in alcuni casi si sono reincontrate persone che si erano lasciate sui banchi di scuola, trenta o più anni prima, e che si sono ritrovate – magicamente – adulte e a loro volta padri o madri di bambini che hanno oggi quella stessa età, suppergiù, in cui i loro genitori si erano conosciuti e frequentati, avevano condiviso l’esperienza della scuola, si erano voluti bene, avevano riso assieme e stretto amicizie che, nonostante tutte le diverse esperienze intercorse, durano ancora, o si ravvivano in un attimo, con uno sguardo, con un sorriso, con una stretta di mano o un abbraccio. Marcel Proust, altro grande genio – della letteratura, stavolta, non della fisica – al termine della sua monumentale “Recherche”, descrive gli uomini come “appollaiati sopra vivi trampoli, crescenti senza posa, a volte più alti dei campanili” e quando, poco oltre, si sorprende che i suoi, di trampoli, “siano già così alti sotto i miei passi”; e, ancora, quando teme di non avere la forza per “tenere avvinto a me quel passato che discendeva già così lontano.”

Ecco tutta l’importanza, e la bellezza di un ritrovo come quello dei “’77 di Malnate”, il 1° ottobre, e di tutti i ritrovi simili, che servono a ricordarci che si può – anzi, si deve – cambiare, si può vivere ed evolversi, gioire e soffrire, ma ciò che ci ha accomunati continua a esistere, è parte di noi, e possiamo tenere avvinto il passato al presente, con lo sguardo sempre immerso nel futuro.
E non stupiscono, dunque, tutti i sorrisi e gli abbracci che hanno saturato l’atmosfera del Fly Café (il cui personale merita un pubblico ringraziamento per la pazienza e la disponibilità dimostrate), non stupiscono la gioia e la commozione di ritrovarsi “nel Tempo”, quell’elemento misterioso di cui l’essere umano è letteralmente fatto, e sul quale Proust ha scritto un libro di tremila pagine senza poterne scioglierne l’enigma, anzi, rendendolo magico e poetico, carezzandolo – il Tempo – come fosse la sola cosa veramente importante della vita – e intendo: della vita di chiunque.

Vorrei chiudere, allora, con un pensiero a quelli per cui il Tempo si è fermato troppo presto, perché in qualche modo c’erano anche loro, la sera del 1° ottobre. Il Tempo, tra Proust che l’ha reso eterno e Einstein che gli ha impedito di trascorrere, è ai vostri piedi, voi siete con noi, noi siamo con voi, da qualche parte nel Tempo, e lo sarete per sempre.
Grazie a tutti, “Old Boys”, e alla prossima.

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Pubblicato il 03 Ottobre 2022
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