I cento anni di “zio Contentino”: mille chilometri a piedi per tornare dalla Russia
La testimonianza della nipote di un centenario partito ventenne per il fronte orientale: “Era ed è l’eroe della nostra famiglia”
«Ho sentito da lui parole infinitamente buone con chiunque e una gratitudine per ogni giorno della sua vita che mai sentirò più da nessuno. Nel mio immaginario di bambina lui era un eroe. Lo è ancora oggi che sono più che adulta!».
Guerra di Russia, storia di famiglia (nella foto sopra, la ritirata dal fronte del Don, tratta da La Seconda guerra mondiale, edizione curata da Enzo Biagi, Sadea – Della Volpe editori, vol.3).
Lo avevamo sostenuto nella presentazione del libro di Pier Vittorio Buffa, Ufficialmente dispersi, e da contraltare al dramma di chi mai tornò arriva la testimonianza della carissima lettrice Cinzia Imonti che parla con grande orgoglio di chi invece non solo è tornato da quell’esperienza, ma è ancora tra noi e da poco ha festeggiato il secolo di vita.
Con una chicca particolare, legata proprio all’anno di nascita ricordato con ironia dalla nipote: «Poiché era nato il giorno della marcia su Roma, il Duce lo premió con la Russia che ancora non aveva 20 anni».
Zio Contentino, al secolo Antonio Verdone (nella foto sotto), ha dunque compiuto gli anni il 28 ottobre scorso, ma in Canada.
«Giusto pochi giorni fa il mio prozio ha compiuto 100 anni. Lui era tra i pochi tornati dalla campagna di Russia. Era originario di Mignano Monte Lungo, paesino della provincia di Caserta e zona del fronte tra inglesi e tedeschi, a soli 18 km da Cassino. Si è successivamente trasferito in America per dare un futuro migliore alla famiglia. Beh, io che sono del 1972, ho conosciuto lo zio da bambina nelle sue visite estive…e lui è tuttora chiamato zio Contentino! Solo da adulta ho saputo il suo vero nome: Antonio Verdone».
Di quanti “zio Contentino“ era piena l’Italia fino a pochi anni fa? Storie di fatiche immemori e disgrazie, come lo è la guerra, riportate a casa coi segni nel fisico e nell’anima, a volte scartate poco per volta e offerte a monito delle generazioni che hanno avuto la fortuna di non aver mai visto, provato la guerra.
“Ufficialmente dispersi”, i nostri nonni, ragazzi in Russia che non tornarono più a casa
«Era fante della divisione Ravenna e durante la ritirata ebbe la fortuna di aggregarsi ad un gruppo di alpini. Si fece più di 1000 km a piedi! Tornò in condizioni disastrose, e a casa c’era una guerra prima ed una ricostruzione poi ad aspettarlo. Emigrò nel ’49 seguito da moglie e tre figli nel 51. Poi ne arrivarono due “americane”», conclude Cinzia.
I fiori e la torta, assieme ai tanti parenti ritraggono Antonio assieme a nipoti e pronipoti, con tanto di benedizione apostolica inviata da papa Francesco.
Dunque lunga vita a zio Contentino.
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