Il coro universitario e la soprano internazionale: ecco chi ha cantato per Mattarella all’Insubria

Stessa emozione per il Chorus Insubriae, nato nell'univerità di Varese e Como nell'anno della fondazione dell'ateneo e la soprano varesina Francesca Lombardi Mazzulli

La visita del presidente Sergio Mattarella all'Università dell'Insubria

Un coro di amatori e una soprano internazionale uniti da un’unica emozione: cantare per il proprio presidente della Repubblica nella loro città.

È stato questo il sentimento che ha unito il Chorus Insubriae, nato nell’univerità di Varese e Como nell’anno della fondazione dell’ateneo, il 1998, e la soprano Francesca Lombardi Mazzulli, nata, formata musicalmente e attualmente residente a Varese, che porta il suo straordinario repertorio di musica barocca da Madrid a Seul, dalla Nuova Zelanda a Vienna.

IL CORO: “UNA COSA CHE NON CAPITA FACILMENTE NELLA VITA ALLE PERSONE NORMALI”

«È stato molto emozionante – ha ammesso Marina Protasoni, soprano, professore associato in anatomia e presidente nonchè uno dei fondatori del coro nato nel 1998, insieme alla nascita dell’università dell’Insubria –  Non capita facilmente nella vita di cantare davanti a un Presidente della Repubblica, specie se si è una persona che fa un lavoro normale. E tutto il coro dell’Insubria è fatto di persone normali, tra studenti e operatori dell’università.Per questo lascio a voi immaginare che è emozione è stata cantare davanti a un Presidente della Repubblica, e proprio davanti a questo Presidente, che ha mostrato anche in questa occasione una attenzione nei confronti delle persone che ha incontrato straordinaria».

Il miniconcerto ha previsto tre momenti: «All’ingresso del Presidente abbiamo cantato l’inno di Mameli. L’inno alla gioia, che è l’Inno d’Europa, l’abbiamo cantato subito prima della lectio magistralis del professor Vincenzo Salvatore, che parlava proprio d’Europa. Infine abbiamo cantato il Gaudeamus Igitur, l’inno della goliardia, dopo la dichiarazione solenne di apertura dell’anno accademico. In quest’ultimo caso abbiamo cantato tre strofe dell’inno, l’ultima delle quali comincia con “Vivat et respublica, Et qui illam regit….” cioè “Viva anche lo Stato, e chi lo governa…”. Parole che dette davanti al massimo esponente della nostra Nazione hanno preso per noi un altro significato, molto più importante»

Quanto avete provato? «In realtà l’Inno alla Gioia e il Gaudeamus Igitur sono nel nostro repertorio da sempre: quindi ci siamo preparati più intensamente, ma erano già nelle nostre corde. L’inno di Mameli cantato in apertura è stato invece armonizzato dal direttore del coro, Andrea Gottardello, proprio per l’occasione: e quello ha avuto bisogno di un maggior periodo di studio e prove. In particolare, le ultime due sessioni sono state realizzate insieme alla Soprano Francesca Lombardi Mazzulli, che è stata la voce principale, e al maestro Corrado Greco al piano».

FRANCESCA LOMBARDI MAZZULLI: «L’EMOZIONE NON CAMBIA, ANCHE SE HAI “IL MESTIERE”»

Non solo il coro però ha provato dei sentimenti forti in questa occasione: «È stato emozionante cantare davanti al Presidente della Repubblica, soprattutto nella nostra bellissima città, un’occasione unica – ha commentato invece la Soprano Francesca Lombardi Mazzulli –  E sono stata contenta di essere stata chiamata dall’Università per cantare con il loro coro: sono bravi, ci credono molto, il direttore sta dando tanto a tutti loro. Erano emozionatissimi, ma come lo ero anch’io. Con davanti il Capo dello Stato, non c’è mestiere che tenga: ero emozionata anch’io. All’inizio, il sentimento è stato uguale per tutti:  poi il mestiere è il mestiere, ce l’hai dentro e ti riporta in carreggiata».

Quella di Francesca Lombardi Mazzulli è una esibizione che non avviene spesso, nella sua città: «Non ci sono molte occasioni nella nostra città per farlo, anche se io qui sono cresciuta non solo umanamente ma anche musicalmente: è stata perciò è una bella occasione per dire alla gente che giro il mondo ma torno a casa quando posso. In fondo sono una cittadina di Varese, che lavora in tutto il mondo ma quando può torna qui. Mi spiace solo che le possibilità che offre Varese alla musica siano ancora troppo poche per una città cosi grande, che “ha in casa” diversi artisti di grande livello: potrebbero essere coinvolti molto di piu».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Novembre 2022
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