Luino in rosso per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Un pomeriggio molto partecipato quello promosso oggi nel giardino della biblioteca civica del paese lacustre, tra danze, parole, letture e colori
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Luino si è vestita di rosso e insieme a diverse associazioni del territorio ha celebrato questa importante ricorrenza con danze, parole, letture e colori.
Un pomeriggio di “magia” che ha visto la presenza di tante donne e giovani. Tra questi, anche quelli del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi e la neo sindaca Greta Turnone che per l’occasione ha letto un paio di brani estratti dal libro “Io sono Malala”: un libro che racconta la storia vera e avvincente di una vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini e donne, un racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Alle parole di Greta sono poi seguite quella della vicesindaca Antonella Sonnessa che, a partire dal racconto del “perché” di questo giorno, ha riportato il problema ai giorni nostri: «Dal 1° gennaio ad oggi sono state uccise 104 donne. Dobbiamo continuare a combattere, noi e le nuove generazioni, per sconfiggere questa piaga dilagante».
Ad approfondire il fenomeno è stata poi Marina Ghidelli di DonnaSIcura, associazione che ormai da anni sul territorio di Travedona, Sesto Calende e Luino offre supporto, tramite uno sportello, alle donne vittime di violenza: «La nostra è una associazione di donne che a titolo gratuito aiutano le donne. Lo sportello di Luino, aperto nel 2019, è molto importante perchè copre tutti i 24 comuni del Piano di Zona. Le donne che vengono noi lo fanno spinte dal desiderio di avere una visione diversa del loro malessere. Il primo passo di contatto con noi è una telefonata, in cui vengono richiesti dati in maniera completamente anonima, motivo per cui possono darci anche un nome diverso. Dopo questo primo momento di conoscenza ‘dirottiamo’ le donne in uno dei tre centri a seconda della loro vicinanza territoriale per un colloquio in cui le ascoltiamo e cerchiamo di capire il tipo di violenza che stanno subendo. Noi ci occupiamo della violenza di genere, cioè la violenza che viene fatta verso le donne proprio perché sono donne; della violenza fisica, la più visibile, che però spesso alcune nascondono con il trucco o recandosi al pronto soccorso per farsi accertare cause diverse, poichè la vedono come una vergogna; della violenza psicologica, che è quello più sottile ma anche quella che lascia segni molto più profondi nel cuore e nell’anima, creando vuoti intorno a loro e portandole a non fidarsi più di nessuno e a sentirsi incapaci; della violenza sessuale e della violenza economia, che ultimamente stiamo riscontrando molto. La violenza economica riguarda le donne che pur lavorando non hanno a disposizione il loro guadagno, devono sempre dare tutto al compagno, al marito, annullando così la loro indipendenza. Oltre a questi tipi di violenze trattiamo anche la violenza assistita che riguarda giovani che vivono in contesti famigliari in cui si verificano episodi di violenza. Noi cerchiamo di affrontare questi aspetti della violenza attivando tutto quello che è in nostro potere – ha aggiunto Ghidelli -. Le donne che si rivolgono a noi non hanno autostima e quindi cerchiamo di dare rafforzi positivi per accrescerla. Sempre con loro cerchiamo di fare un percorso di uscita dalla violenza con il supporto di figure professionali, quali delle legali e delle psicologhe. Tra di noi abbiamo anche una mediatrice culturale così da permettere anche alle donne straniere di poter chiedere aiuto. Per fare questo lavoro noi accoglienti seguiamo dei corsi di aggiornamento continui, perché c’è sempre bisogno di imparare. Inoltre, per aiutare le donne cerchiamo sempre di creare intorno a loro una rete di protezione utilizzando i servizi che offre il territorio, come il centro per l’impiego e i servizi sociali. Non per ultimo offriamo, sempre nel pieno consenso della donna, l’allontanamento dalla propria casa nelle case rifugio che hanno ovviamente un indirizzo segreto».
Con la luce del sole che piano piano calava e gli applausi che quasi riuscivano a coprire il rumore delle auto, il pomeriggio è poi proseguito con l’interpretazione di alcuni brani in tema e una danza suggestiva, promossa da Antonella Marigo, a cui hanno partecipato tutti, con le braccia aperte verso il cielo e poi “strette” al petto: «Perché come dice un proverbio “Se le donne abbassassero le braccia cadrebbe il cielo”, ma è anche giusto proteggerci» ha detto Marigo.
Le mani dei giovani presenti, intinte nel colore, hanno infine regalato all'”anonima” panchina rossa presente nel giardino della biblioteca, un segno di “presenza”, una nuova luce, più colorata, «diversa», ha concluso la nuova bibliotecaria Simona Maltese, promotrice dell’evento insieme al Comune.
I presenti hanno poi raggiunto il piano di sopra della biblioteca dove la Banca del Tempo, per scaldare mani e cuore, ha fatto trovare una degustazione di tè e tisane.
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