“Mr. Hm”: nel nuovo disco di HeavyMeal brani grunge e ballate per raccontare le inquietudini contemporanee
Dai timori per il futuro del pianeta all'immigrazione, nel suo secondo disco - registrato all'Astudio di Angera - Nicola Buzzetti imbraccia nuovamente la sua chitarra per raccontare, tra speranze e disillusioni, la "pesante realtà" che ci circonda
Disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in CD Mr. HM è il secondo album studio del rocker HeayMeal, nome d’arte per Nicola Buzzetti.
Nove i brani distribuiti tramite l’etichetta discografica More Than Indie Records, per raccontare la «pesante realtà» dell’era contemporanea, la stessa che ha dato il via e il nome al progetto musicale del cantautore varesino, percorso intrapreso nel 2019 con il disco Maybe too Late.
Pur proseguendo quanto mostrato in Maybe too Late, Mr HM è un disco dal respiro diverso, che non ha paura di spaziare dal punk al grunge più ferale a sonorità più riflessive e meno sanguinanti: se da un lato non mancano le pulsioni legate alle inquietudini sociali, esternate nei pezzi in cui a spiccare sono la chitarra elettrica e i groove di basso e batteria (I ain’t waiting, After all, Strawberry Man), al tempo stesso la parte centrale del LP è composta da ballate personali (Your Eyes, Frames) condotte dalla chitarra acustica accompagnata dalle tastiere di Lele Pescia (Lehel P.).
Come per Maybe too late, anche Mr. HM è stato prodotto all’Astudio di Angera sotto le pregevoli mani del fonico Pasquale Vitali che ha curato mix e master di tutte le canzoni. Altrettanto prezioso è stato il contributo dato in sala di registrazione dal virtuoso chitarrista e cantautore Franco Giaffreda (Apologia di un destino comune, Gli Strani giorni di Noi Nessuno), Walter Rivolta alla batteria, Andrea Papini al basso e Lele Pescia (Lehel P.) alle tastiere.
«All’Astudio i ragazzi hanno fatto un lavoro straordinario – sottolinea Heavymeal -. Senza di loro Mr. HM non avrebbe potuto avere le sonorità Anni 80 e 90 che cercavo mentre scrivevo il disco. Sono orgoglioso di quello che hanno fatto e dell’impronta che è stata data in appena pochi giorni di registrazione. È stato come se la squadra lavorasse insieme da anni».
“I ain’t waiting”, il nuovo singolo del rocker varesino Heavymeal in difesa dell’ambiente
In apertura del LP il singolo Wrong/Strong. La “opening track” è solo apparentemente il pezzo più scanzonato e andante di Mr.HM. Le parole rivelano infatti un’amara realtà, spesso centrale nell’opera di Buzzetti: la quotidianità, anche se silenziosamente, è schiacciata dalla gravità delle pressioni con cui dobbiamo convivere ogni giorno.
“Everyday, I feel my weaknesses inside. My House of cards is just crumbling down / I’m strugglin’ strugglin’ stay alone”
Segue I ain’t waiting, una canzone dedicata all’ambiente e al poco tempo che rimane per salvarlo dal cambiamento climatico; le chitarre à la David Grissom dettano i tempi della preghiera laica, i versi sono quasi un ossimoro in contrasto al messianismo di stampo statunitense.
“We can choose, we can make new rules: let’s change the world / Maybe it’s too late but i want to stay alive”
«Purtroppo questa canzone è di drammatica attualità. Non ho fiducia né tempo per aspettare un messianico Dio in grado di salvare il pianeta» spiega Heavymeal.
Se la sincopata e RyCooderiana Once Upon a Time “mescola – ai tempi del lockdown – memoria e desideri” tra ricordi nostalgici, alcuni mai vissuti e altri rivissuti, il cuore del disco è invece rappresentato da due brani lenti: Your Eyes e Frames.
Your Eyes è il terzo singolo estratto da Mr. HM, una rock ballad «molto personale e ispirata alla docufiction ‘Fame d’amore’ (RAI3) e alle malattie legate ai disturbi alimentari in genere. È un atto di presa di coscienza e di incoraggiamento a sconfiggere la malattia e spezzare le catene». Un tema non nuovo a HeavyMeal, che proprio durante le riprese di Fame d’amore aveva scritto ed eseguito davanti alle telecamere Huge, uno dei brani più apprezzati del precedente LP.
“Your Eyes / are filled with rain / Take your hands and break your chains”
Your Eyes (in the blue frames on a grey wall the colour of the rain) sono anche i primi versi della canzone successiva, Frames, perché «gli amori entrano ed escono dalle cornici appese al muro e l’impossibilità di spezzare un legame può essere talmente forte al punto da perdonare un tradimento». Grandi protagonisti del secondo “lento” del disco sono l’organo suonato da Lehel P. e i ricami della chitarra elettrica di Franco Giaffreda.
Saranno il groove di basso e le taglienti chitarre di L O V E la dinamo che alzeranno il sipario sul “Lato B” dell’album. L’alchimia nata in studio tra i musicisti è stata come una miccia che ha portato quella che sarebbe dovuta essere la terza ballata introspettiva a trasformarsi un pezzo punk con echi memori dei “Clash”.
Il basso suonato da Andrea Papini è l’apripista anche della successiva After All, una canzone che – seguendo la scia di grandi sognatori dal cuore infranto d’oltreoceano come Billy Corgan e Neil Young – contrappone immagini che fondono in un unico piano temporale passato e futuro: il brano è un affascinante quadro, dove un occhio attento può notare il dettaglio di una clessidra i cui granelli cadono inesorabili come i colpi della grancassa che detta il tempo della canzone. Cosa succede allora, quando capovolgiamo la clessidra? “Stiamo diventando vecchi senza volerlo, ma non smettiamo mai di sognare in grande” – spiega HeavyMeal.
Cosa ha in serbo, allora, il futuro? Lo suggerisce, a partire dal titolo, la penultima traccia del disco, scritta a quattro mani con Lehel P.: Road ahead: un topos sempre veritiero, che risuona dalle casse dell’automobile mentre le chitarre “lancinanti” di Giaffreda sottolineano gli arpeggi di Mr. HM: d’altronde la vita altro non è che una lunga strada da percorrere. Lo scenario non sarà definito fino a quando non si raggiungerà l’ultima meta e solo allora avrà senso guardare indietro ai chilometri percorsi, a volte insieme a qualcuno, altre volte da soli, dopo aver scelto quali bivi della propria vita intraprendere.
“Long road, take me home / Life’s a thrill, use your skills / avoid wrong turns”
A chiudere il disco un grunge di steinbeckiana memoria: Strawberry Man. “Chi ti darà da mangiare se vuoi scacciare chi lavora nei tuoi stessi campi?” da questa domanda HeavyMeal pone l’attenzione sull’immigrazione. Cosa è cambiato rispetto a quanto raccontato nella prima metà del Novecento dallo scrittore vincitore del Nobel? Non a caso l’immagine del fantasma di Tom Joad sarà il concept di uno dei più grandi dischi rock degli Anni Novanta.
L’Europa dunque si contrappone alla California, le arance e le pesche sognate a lungo dalla famiglia Toad ora sono fragole del Vecchio Continente, sempre da raccogliere per “qualche spicciolo all’ora”. Neanche gli spostamenti, a un secolo di distanza, sono diventati meno pericolosi, ora che avvengono attraverso vere e proprie navi della speranza. Ciò che non è cambiato sono invece le dinamiche e le ingiustizie alla base di questi grandi cambiamenti: la xenofobia, lo sfruttamento da parte dei più forti nei confronti dei più deboli, la morte alla ricerca di un paradiso perduto: tutto questo rimane sempre uguale.
“Mister look and see / I’m the last man man in your field / And if you want your meal tonight/ You gotta treat me right (Freedom for what)”
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
flyman su Ilaria Salis candidata alle europee con Alleanza Verdi Sinistra nel collegio NordOvest
Alberto Gelosia su Ilaria Salis candidata alle europee con Alleanza Verdi Sinistra nel collegio NordOvest
lenny54 su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
malauros su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
Felice su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
PaoloFilterfree su A Varese Salvini prova a ricucire passato e futuro della Lega, ma Bossi non c'è
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.