Politica monetaria europea : la miopia da “Falchi” ed l’appetito degli “Squali”

Considerazioni sulla crisi economica e l'aggravamento dei tassi di interesse

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Gentile redazione,

Leggo su alcune testate on-line la previsione, dichiarata dalla presidente della BCE, di nuovi rialzi dei tassi d’interesse a cominciare, ovviamente, da quelli di riferimento della banca centrale da cui poi conseguono gli adeguamenti degli istituti bancari europei. L’azione troverebbe giustificazione per “Smorzare la domanda”, riprendendo le parole riportate dalle testate, ed in contrapposizione all’andamento dell’inflazione, cioè dell’aumento generalizzato dei prezzi. Desidero proporre qualche considerazione senza essere, come già ammisi in un articolo del 2019 “Considerazioni di un cittadino che non è un economista“ uno specialista dell’argomento. L’Europa ed il mondo intero provengono da alcuni lustri di difficoltà estrema per l’economia nel suo complesso : la crisi del 2008 con la “grande recessione” protrattasi per un lustro circa e che ne ha impiegato un altro per superarla subito, per altro, seguita dalla crisi indotta dalla pandemia da Covid_19.

Non ancora soddisfatto degli effetti nefasti della crisi pandemica mondiale su gran parte dei comparti produttivi di tutti i continenti (dal settore primario a quelli più avanzati), dalla quale ci si stava lentamente sollevando, il “Fato” (chiamiamo così il misterioso manovratore dei destini economici planetari che, poi, se andiamo a verificare bene tanto fantomatico non è …!) ci ha portato in dono una guerra inaccettabile ed assurda che ha immediatamente portato con se tutti gli effetti negativi che si possono immaginare a cominciare dalla drastica riduzione dell’offerta di gas metano sul mercato mondiale operato dalla Russia (maggior detentore e produttore mondiale di questo idrocarburo considerato tra le fonti energetiche principali attualmente disponibili sulla terra), prima sorpresa e poi “Incavolata” per l’imprevista resistenza ucraina, che, ovviamente, ha via via chiuso i propri rubinetti dichiarandosi “Vittima” di un occidente compatto nel rifornire di armi il paese aggredito.

Lungi dal valutare concrete vie conciliative (magari garantendo quei margini di autonomia, o quanto meno di sicurezza, alle popolazioni filo – russe e filo – ucraine di quei territori già stabilite, a quanto pare, fin dagli accordi di Minsk – non tanto dissimili dagli accordi italo-austriaci per il sud Tirolo – ma, con ogni probabile evidenza, mai attuati … da entrambe le parti …) il blocco occidentale continua sulla propria linea con evidenti benefici per pochi settori industriali tra cui certamente quello delle armi (che da solo non riuscirà a garantire stabilità o crescita dei PIL) ma con enormi difficoltà sul piano energetico (e non solo) che ha condizionato, condiziona ed, evidentemente, condizionerà in maniera pesantemente negativa (salvo ricorrere ad estremi rimedi : cfr. miei articoli: “La questione energetica è un problema da risolvere …ieri” e “Crisi energetica = crisi economico – sociale ? Rimedi e prospettive”) tutti i rami produttivi per non parlare di gran parte dei servizi e delle famiglie.

Di fronte ad un quadro generale così negativo con fenomenali rincari dei costi energetici cui sono logicamente seguiti gli aumenti dei prezzi di gran parte dei beni a cominciare da quelli di prima necessità : generi alimentari, vestiario essenziale, beni per l’igiene personale e della casa, etc. l’Europa (ma ancor prima gli USA) ha riscoperto un vocabolo caduto nel dimenticatoio : l’inflazione ! In questa situazione l’inflazione, come ho sentito saggiamente affermare da un’esperta in una trasmissione radio, è legata all’offerta di beni il cui costo si è accresciuto per l’incredibile aumento dei costi energetici e di altri fattori produttivi come le materie prime necessari per la loro produzione e distribuzione e non per l’incremento della domanda che, a mio parere, per i beni primari, non credo abbia mai oscillazioni tali da incidere sul loro prezzo in modo significativo. Badate bene ! Stiamo parlando di di beni primari, non di vestiti od altri capi firmati da centinaia o migliaia di euro, gioielli, auto, barche e yachts, ville ed attici od altri beni di lusso!! E invece no!

Ci voleva la BCE (che in verità ha seguito la Federal Reserve USA) con in testa la sua attuale presidente (“Eminenza grigia” del panorama economico – monetario mondiale che, tra banchieri e esponenti dell’alta finanza, domina da decenni l’intero pianeta determinando spesso il destino di intere nazioni gettate nella povertà senza pietà e con il solo intento di accaparrarsi “Tutto l’oro del mondo”) per avviare una politica di rialzo dei tassi di interesse che negli ultimi anni, non per nulla e grazie anche a persone più avvedute come il nostro ex presidente del consiglio dei ministri, è rimasto sullo zero assoluto. Certo, la fame inestinguibile di certi squali, giunti sulla soglia di una “Crisi di nervi”, va appagata a qualsiasi costo (quello di impoverire fette sempre più grandi della popolazione europea e mondiale) e con la miopia di questa classe dirigenziale europea l’obiettivo sarà presto raggiunto insieme ad una ulteriore depressione dell’economia globale, con buona pace delle migliaia di aziende che periranno con nuove masse di disoccupati ad ingigantire l’acquitrino dell’indigenza e della miseria assoluta.

Valerio Montonati Agronomo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Novembre 2022
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