Amirante e il Varese tra mercato e città: “Errori commessi si vedono dalla classifica. Il lavoro di De Paola inizia oggi”

Il presidente del Varese ha tenuto una lunga conferenza stampa in sede per spiegare l'attualità della squadra biancorossa in campo e fuori, con uno sguardo anche al recente passato, trattando diversi temi caldi

stefano amirante calcio città di varese

Non sono state settimane facili in casa Città di Varese. I risultati negativi sul campo, con la vittoria in campionato manca da fine ottobre e la squadra sempre più invischiata nei bassifondi della classifica, sono arrivati anche da una gestione della squadra che ha portato agli addii di punti fermi come Disabato, Mapelli e Piraccini – che domenica affronterà i biancorossi con la maglia della Caronnese -, che hanno destabilizzato l’ambiente e, sommati ad altre partenze come quelle di Pinto e Marcaletti hanno ridotto al minimo la rosa, anche a causa di un paio di infortuni. Oggi sono attesi i nuovi arrivi: il difensore Alessandro Rossi e i centrocampisti Riccardo Rossini e Bryan Mecca, rinforzi richiesti da mister Luciano De Paola per affrontare al meglio la sfida salvezza di domenica al “Franco Ossola” contro la Caronnese, seguita dal turno di Coppa Italia di mercoledì, sempre a Masnago, contro lo Sporting Franciacorta.

Per provare a fare chiarezza sulle recenti scelte di mercato e sul futuro prossimo, il club ha convocato una conferenza stampa nella sede adiacente allo stadio “Franco Ossola” con il presidente Stefano Amirante che ha risposto alle domande sui differenti argomenti per oltre due ore di incontro.

LA CONFERENZA DI OGGI

«Ho fatto questo incontro per trasparenza. Altre persone mi hanno cercato personalmente e non mi sono mai sottratto al confronto, così come personalmente non ho mai rifiutato un’intervista a nessuno quando ho ricevuto telefonate».

INCONTRO CON ABBONATI BIANCOROSSI

Ho incontrato settimana scorsa i tifosi dell’abbonamento “biancorosso”, che era stato presentato come un primo approccio verso l’azionariato popolare, dicendo di aprire un canale con i tifosi. È stato un momento per spiegare alcune scelte e per loro il riconoscimento del passo fatto verso la società. Erano 10 in lista, sono venuti in 5 e sono stati affrontato tanti argomenti per più di 3 ore. La mia intenzione, quando abbiamo pensato a questa modalità di abbonamento, era avvicinarsi ai tifosi. Ci sono state anche domande incalzanti e non ho potuto rispondere a tutto, ma sicuramente ci saranno altri incontri, sperando che in futuro possano aumentare gli abbonati. Sarebbe stato scorretto non farlo perché era compreso in questo tipo di abbonamento.

MAPELLI, DISABATO E PIRACCINI

Dopo la sconfitta con il Sona, che per me è stata la partita più imbarazzante, abbiamo parlato con la squadra cercando un confronto. Ammettendo che c’è stato un errore comunicativo, la convocazione per l’allenamento era con l’intenzione di farli allenare. Specifico che mi sarebbe piaciuto che loro mi chiedessero un incontro. Abbiamo quindi parlato, quello che abbiamo detto nello spogliatoio, lì rimane. Certe risposte, di consapevolezza del problema, non le ho trovate in linea con le mie aspettative e denotavamo la poca consapevolezza della gravità della situazione. Dopo un confronto con la guida tecnica, allenatore e uomo mercato, abbiamo deciso di prendere una scelta forte. A 15 giorni dalla fine del mercato si è pensato che l’unico modo per dare un segnale chiaro anche al gruppo fosse di escludere dalla parte tattica dell’allenamento Donato Disabato, che era un giocare forte, centrale e sul quale abbiamo messo tante aspettative e impiegare delle risorse economiche per ottenere un risultato che non stava arrivano. Non è stato messo in castigo, non c’è stato mancanza di rispetto. A Donato abbiamo dato la possibilità di andare ad allenarsi da un’altra parte con un nulla osta. Sempre nell’interesse del mercato, il non giocare gli permette di non rischiare di infortunarsi. Ci siamo presi noi questa responsabilità nel suo interesse

È chiaro che la scelta è strettamente tecnica legata ai risultati e non al valore dei giocatori, che questa estate erano centrali nel nostro progetto. Nel momento in cui sono mancati i risultati, abbiamo ritenuto che l’estrema distanza da quanto voluto e legittimo pretendere, fosse necessario fare qualcosa. Quando le cose vanno bene i soggetti fondamentali diventano eroi, quando vanno male devono prendersi responsabilità diverse. Se il problema è nel campo.

Inizialmente era solo du Donato, le reazioni che abbiamo avuto dal gruppo e la scelta di non convocare Mapelli ci ha fatto pensare di seguire la linea perché comunque era diventato una situazione simile e quindi andava trattata nello stesso modo, perché non c’è nulla di personale.

Queste scelte sono state prese per proteggere la squadra e spostare il problema su di me. Serve un po’ di cinismo a volte. Non c’era nessun motivo disciplinare e io non ho nulla di personale con loro. Donato va in lista di svincolo, che è un atto preso da società e giocatore, mentre aspettiamo che Mapelli si accordi con una nuova società.

Piraccini non ha subito le stesse dinamiche. Gli abbiamo detto che c’erano dei cambiamenti in corso e che sarebbe stato libero di scegliere un’altra destinazione. Ha trovato l’accordo con un’altra squadra e ha detto che avrebbe preferito non fare l’allenamento con la squadra. Sappiamo che domenica Piraccini sarà qui da avversario con la maglia della Caronnese. Gli abbiamo concesso il trasferimento e di solito l’ex fa sempre benissimo. Questo è il rispetto vero della società nei confronti del giocatore. Fortunatamente non crediamo di avere problemi di numero in vista della gara di domenica grazie ai rinforzi che arriveranno. Vorrei sottolineare che in Serie D non si vende nessuno, non facciamo cassa e non si fa speculazione sulle cessioni dei giocatori.

DI RENZO, CAPPAI, CANTATORE E TROMBINI

In estate, quando abbiamo tenuto i giocatori, non credo ci fossero le condizioni per ipotizzare dei risultati negativi come oggi. Ero convinto di poter fare bene grazie alla forza del gruppo che doveva venire dai 3 anni fatti assieme, dalle motivazioni e dalla spinta data dalla vittoria ai playoff.  Che abbiamo sbagliato di vede dalla classifica, non c’è bisogno di fare comunicati per dirlo. Riguardo alle scelte di questa estate, se questa estate avessimo confermato Di Renzo avremmo ricevuto grandi critiche; sono contento per lui che stia facendo bene a Vado. Cappai è stato confermato perché si è rimesso in discussione, anche economicamente.

Cantatore l’anno scorso è andato in tribuna e per me, essendo un giocatore grande, era uno spreco. Avrei tenuto anche D’Orazio, se non fosse che si è rotto i legamenti del ginocchio. Non potevo immaginare che Piccoli si facesse male subito.

In passato, ci sono dei giocatori con cui ci siamo lasciati male, uno era Balla. Con Trombini è stata fatta una scelta per età perché è un 2001 e in Serie D dobbiamo fare un ragionamento con gli under; in caso di Serie C lo avrei tenuto. Anche per lui sono contento che ad Arezzo sta facendo benissimo, rimango legato e lo ringrazio per quello che ha fatto per noi.

ROSSI, PORRO E DE PAOLA

Ezio Rossi è andato via lui contro tutte le mie richieste. Ho provato a trattenerlo fino alla fine, ma ha preferito lasciare per motivazioni ambientali. La conferma di Porro questa estate è stata fatta anche in nell’ottica del gruppo, ma in lui abbiamo creduto anche se era un esordiente. Le conferenze stampa non le ha più fatte anche per una questione scaramantica perché ha perso la prima e poi è andato tutto bene fino alla finale playoff.

Credo che Porro, in questa situazione, tenendo conto della sua mancanza di esperienza, non era l’ideale per la squadra. Sono sicuro che probabilmente avrebbe gestito meglio la situazione con i tifosi. Abbiamo fatto delle scelte con De Paola perché è un allenatore esperto di subentri. La situazione ambientale da Porro a oggi è cambiata e non credo che Gianluca potesse gestirla meglio. Oggi un Ezio Rossi ci servirebbe per la gestione di alcuni ambiti, anche se non lo riprenderei. De Paola ha la totale fiducia nostra ma per iniziare ad ottenere i risultati ha bisogno di una rosa con elementi che si abbinino al suo modo di giocare. Per lui il lavoro inizia oggi.

MERCATO IN USCITA

In uscita, ancora oggi c’è qualche giocatore in dubbio. Marcaletti ha chiesto la cessione e va a Gozzano; l’avrei tenuto pur sapendo che avrebbe avuto poco spazio. C’è la possibilità che esca qualcun altro, ma dipenderà anche dal mercato in entrata. I giocatori in questione sono quelli del gruppo storico come Premoli e Cappai. Pastore, invece, non è in dubbio.

Secondo me i giovani non hanno fatto male. Stiamo provando Nicolò Gremi, che è un terzino mancino classe 2004 che credo rimarrà. Il 2004 è stata un’annata sfortunata perché hanno avuto difficoltà di sviluppo con il Covid. È chiaro che i giovani, in una situazione complicata, possano avere più problemi, ma ad esempio Truosolo mi sembra stia crescendo bene

Goffi per noi resta, ma è chiaro che se dovesse chiedere il trasferimento ne parleremo. Per me ha avuto meno opportunità di quello che merita. Pinto è stata una prova, fallita, indicata dall’allenatore. Il tesseramento c’è stato ma purtroppo è stato evidente che non ci stesse dando quello che ci serviva.

MERCATO IN ENTRATA

Adusa non è stato preso. Ci piace tanto perché ha le caratteristiche che ci manca ed è un 2001. Abbiamo voluto vederlo anche per valutare le condizioni fisiche, ma alla prima prova ha avuto un problema al ginocchio e la risonanza magnetica ha dato purtroppo esito negativo. Dovrà stare fuori un mese e quindi il tesseramento non verrà finalizzato. Il Vado e il giocatore sono stati onesti.

Con Bryan Mecca c’è un rapporto da Busto Garolfo. In estate lo abbiamo cercato ma il Fanfulla gli ha fato un’offerta più vantaggiosa. Ora lui non è soddisfatto e se si mette nella disponibilità di venire a Varese.

Rossini è di Gallarate, lui è qua e oggi si allenerà insieme ad Alessandro Rossi, che è l’inserimento di esperienza in difesa. Ci abbiamo giocato contro diverse volte e mi ha sempre impressionato in positivo. Chi viene qua sa che la situazione è complicata e quindi devono calarsi nella realtà.

Prima di domenica non ci saranno altre entrate ma un attaccante esterno ancora in età da under sarà da prendere. Abbiamo un paio di alternative ipotetiche ma non possiamo sbilanciarci. E poi ci sarà anche un altro “vecchio” che possa coprire più ruoli davanti.

SOCIETA’

Alessandro Merlin è sempre stato centrale nel progetto, mi fido di lui e abbiamo anche un carattere simile. È la persona che si è occupata del mercato da quando c’è e che si è sempre relazionato con me. Abbiamo condiviso tutto, anche nella scelta dei giocatori che arriveranno oggi. Tutte le scelte prese anche in estate sono state fatte assieme. Il discorso sul suo ruolo dipende forse dalle situazioni positive e negative. Ora il momento è complicato e quindi le scelte qualcuno se le deve intestare. Continuo comunque a pensare che nei dilettanti il ruolo del direttore sportivo non esiste, ma c’è il responsabile del mercato che prende le decisioni in base alla società, al mister e a Roberto Verdelli che svolge un buon lavoro nel settore giovanile, soprattutto come giocatori.

Come proprietà non ci sono situazioni aperte. Da sabato scorso abbiamo uno sponsor sulle maglie dell’Under 19 (Arte in colore, ndr). Il proprietario è un tifoso storico, Sergio Canali, e sono contento che ci sia anche perché nel momento peggiore si è fatto avanti. Abbiamo tanti primi approcci ma chiaramente i risultati del campo contano. Chi ha passione per il Varese però c’è.

Con Orgoglio Varese di Openjobmetis, dopo un primo avvicinamento del primo anno di Serie D, quest’anno non siamo tra le società che sono state prese in considerazione. Un nostro supporter come Filippo Lo Pinto è però in buoni rapporti con Rosario Rasizza che in alcune circostanze ci ha dato una mano.

TIFOSI, CITTA’ E STADIO

Lo stadio è enorme, ha una situazione strutturale pessima e noi non possiamo farci nulla. Non c’è neanche un bar ed è una situazione complicata. Sulle presenze alle partite credo che molto dipenda dai risultati.

La presenza in certe situazioni istituzionali dipende anche dalle istituzioni e dalla voglia di apparire che io non ho. Anche su queste cose faccio affidamento sul tempo, che è galantuomo. Con il Palaghiaccio e Matteo Cesarini c’è sempre stata sinergia; non credo di essere fuori dalle dinamiche della città e non trovo giustificato sentirlo dire. Quotidianamente vivo il centro di Varese, parlo con tante persone e in questo momento in tanti sono indifferenti al calcio, ma a Varese spesso è stato così. Con il Comune ultimamente si sono aperti dei canali di comunicazione migliori e faccio affidamento sul cambiamento dei risultati per vedere miglioramenti anche in altri ambiti. So perfettamente che c’è una parte dei tifosi inferocita ma molti lo palesano soprattutto sui social.

Francesco Mazzoleni
francesco.mazzoleni@varesenews.it
Sport e Malnate, passione e territorio per comunicare e raccontare emozioni
Pubblicato il 02 Dicembre 2022
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