A caccia in città e nelle aree protette, un emendamento alla Manovra lo consentirà

La commissione bilancio della Camera ha approvato un emendamento che consentirà di cacciare in posti fino ad oggi vietati, come le aree urbane o i parchi. Gli animali potranno essere anche mangiati.

cinghiali

Al cinghiale che passeggia in città o al cervo che si avventura per le strade di qualche paese si potrà sparare. E poi si potranno mangiare.

Almeno questo è quello che prevede un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera nella lunga discussione sulla legge di bilancio. Il testo di questo “piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica” apre infatti la strada all’attività venatoria in aree in cui oggi vige un divieto assoluto e tra queste si citano anche “le aree protette e le aree urbane”. La motivazione fa riferimento a “la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale” e proprio per questo deroga i “giorni di silenzio venatorio” o i “periodi di divieto”.

Inoltre “gli animali abbattuti durante le attività dei controlli sono sottoposto all’analisi igienico sanitaria e in caso negativo sono destinati al consumo alimentare”.

L’emendamento precisa anche che non siamo davanti ad un ampliamento delle normali attività di caccia ma ad un “piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica” che durerà 5 anni. Ovviamente il provvedimento non sarà un liberi tutti ma sarà rivolto ai “cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia previa la frequenza di corsi di formazione” e avverrà sotto la stretta osservazione e autorizzazione delle autorità locali.

Tradotto: non si potrà sparare al primo cinghiale o cervo che si presenta in città, ma solo a quegli animali che verranno identificati come pericolosi e in luoghi specifici. 

La norma comunque ha già sollevato una marea di critiche. Già nei giorni scorsi Enpa, Lav, Lipu e WWF si sono scagliati contro il provvedimento perché da un lato “l’emendamento killer è chiaramente inammissibile poiché nulla ha a che vedere con lo spirito e le funzioni delle Legge di Bilancio” e dall’altro “presenta anche concreti profili di incostituzionalità poiché aprendo ai fucili i territori protetti, finirebbe per privare gli animali selvatici di quelle forme di protezione chiaramente sancite dall’articolo 9 delle Costituzione”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Dicembre 2022
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