Mezzi a motore sui sentieri di montagna: il CAI lombardo critica la Regione

Un emendamento del consigliere Galizzi dà ai sindaci la possibilità di deroghe al divieto dei mezzi motorizzati sulle mulattiere. «Numerose negatività, politica sorda alle vere esigenze della montagna: manutenzione, pulizia e rispetto per l'ambiente»

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I permessi di transito sui sentieri e le mulattiere di montagna sono diventati terreno di discussione tra il CAI, il Club Alpino Italiano, e la Regione Lombardia. A causare gli attriti un emendamento firmato dal consigliere regionale Alex Galizzi che delega ai sindaci la regolamentazione e i permessi di transito dei mezzi a motore sia sulle strade agro-silvo-pastorali sia su tutti i sentieri montani e non solo. (foto di repertorio)

Galizzi ha spiegato come l’emendamento toglierebbe il divieto assoluto di transito con mezzi motorizzati sulle mulattiere di montagna, divieto che fino a ora poteva avere deroghe solo dalla Regione. «Con tale modifica della legge regionale saranno i comuni a poter decidere come regolamentare l’utilizzo di sentieri e mulattiere. Per esempio, una mulattiera non utilizzata dagli escursionisti potrebbe essere dedicata al transito delle moto, anche a fini turistici».

Una soluzione fortemente contestata dal Gruppo Regionale CAI Lombardia che sottolinea una serie di negatività, in sintonia con le proprie commissioni operative regionali. «Ci chiediamo – scrive il CAI in un documento – come possano i sindaci decidere di liberalizzare alle moto i sentieri andando incontro a gravi responsabilità, tra cui eventuali sinistri assolutamente prevedibili data l’elevata frequentazione dei sentieri da parte degli escursionisti. Dovrebbero poi garantire con adeguati stanziamenti il mantenimento dei sentieri in condizioni di sicurezza e stabilità, quando è noto che il passaggio dei mezzi motorizzati scava solchi pericolosi anche dal punto di vista idrogeologico; senza contare che dovrebbero poi assicurare con misure adeguate di controllo il rispetto di eventuali deliberazioni».

«Inoltre è evidente che nel caso di percorsi in aree naturali quali Parchi, Rete Natura 2000, Corridoi ecologici, la modifica del transito non è libera ma richiede la valutazione degli effetti ambientali sulla biodiversità, sicché la modifica appare anche in stridente contrasto con le disposizioni nazionali ed europee in tema di protezione dell’ambiente. In un momento in cui, all’uscita dalla pandemia, abbiamo tutti riscoperto i benefici dell’escursionismo e delle passeggiate sui sentieri e sulla VASP, l’emendamento suona davvero stonato e in contraddizione con quanto chiedono i cittadini lombardi».

Infine l’atto di accusa firmato da Emilio Aldeghi, presidente di CAI Lombardia: «Ci chiediamo perché mai il concetto di montagna libera debba essere associato al concetto di montagna sfruttata. Ci chiediamo perché la politica sia sorda alle vere esigenze della montagna: manutenzione dei sentieri, pulizia degli alvei dei torrenti, rispetto per l’ambiente vegetale ed animale. Crediamo che il termine turismo non sia da associare a pratiche invasive di un ambiente naturale ma alla voglia di apprezzare luoghi come le montagne capaci di ridarci il gusto di vivere in sintonia con quanto di bello la natura ci offre. Crediamo che la politica debba con forza e non con emendamenti come quello recentemente approvato da Regione Lombardia sostenere il concetto di sostenibilità che comprende anche il trattare in modo nuovo le risorse ambientali, con proposte lungimiranti. Riteniamo che il recente emendamento sia una assurda forzatura della legge rispetto alla fruizione dolce sui tracciati montani».

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Pubblicato il 06 Dicembre 2022
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