Omicidio di Carol Maltesi, dopo le martellate la 26enne avrebbe potuto essere salvata

In aula durante il processo per la morte di Carol Maltesi hanno deposto i medici legali che hanno effettuato l'autopsia sul corpo della 26enne

tribunale busto arsizio

Carol Maltesi è stata prima presa a martellate e poi sgozzata. Lo hanno spiegato i medici legali che hanno effettuato l’autopsia sul corpo della 26enne italo-olandese uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina. Lo hanno detto dal banco dei testi durante il processo davanti alla Corte di Assise di Busto Arsizio per l’omicidio della donna, che vede il suo vicino ed ex compagno Davide Fontana chiamato a rispondere di omicidio aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

Secondo la sequenza temporale prospettata in aula dai medici legali, alla donna sarebbero state inferte prima delle lesioni di tipo contusivo al capo e poi una lesione da arma da taglio al collo: ferite che la 26enne ha riportato mentre era ancora in vita, come testimoniano le infiltrazioni emorragiche riscontrate durante l’autopsia. Il quadro delle lesioni a livello del capo, inoltre, fa dire ai medici legali che con ogni probabilità «il decesso sia da ricondurre alla lesione a livello del collo», verosimilmente inferta a poca distanza di tempo rispetto alle ferite al cranio anche se non è possibile dire esattamente di quanto queste ultime l’abbiano preceduta. Se dopo le martellate alla testa fosse stato tempestivamente richiesto l’intervento dei soccorsi, peraltro, ci sarebbero state «buone possibilità di evitare il decesso», anche se è difficile pronunciarsi sulle conseguenze neurologiche.

Quanto tempo dopo il decesso il cadavere della vittima sia stato fatto a pezzi, invece, i consulenti non hanno potuto dirlo con certezza: intorno ad alcuni organi, però, è stata rilevata «un’iniziale trasformazione putrefattiva», compatibile con il fatto che il congelamento della donna fatta a pezzi non sia avvenuto «immediatamente» dopo il decesso ma qualche giorno dopo. I tentativi di scarnificazione del volto e di altre parti del corpo, invece, sono stati fatti dopo quello di carbonizzazione. Impossibile stabilire con certezza anche quale sia stata l’arma con cui Carol Maltesi è stata sgozzata, anche se sicuramente si è trattato di un’arma da taglio a margine liscio e molto affilato. Di certo, invece, c’è che un’eviscerazione come quella che ha subito il corpo della 26enne abbia richiesto «una certa manualità».

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leda.mocchetti@legnanonews.com
Pubblicato il 05 Dicembre 2022
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