Pierfrancesco Majorino a Somma: “Basta alla privatizzazione senza regole del sistema sanitario”
Il candidato del centrosinistra alle regionali si è confrontato con i sommesi sui temi della sanità e di Malpensa, ma anche lavoro e cultura. "Guai a lasciare il tema dell'identità alla destra"
«Dopo ventotto anni c’è bisogno di una regione più attenta nei confronti dei cittadini»: diretto Pierfrancesco Majorino, il candidato del centrosinistra che oggi, domenica 11 dicembre, ha incontrato i cittadini di Somma Lombardo accompagnato dal consigliere regionale del Partito Democratico uscente, Samuele Astuti.
«C’è bisogno di mettere mano al sistema sanitario e affrontare in maniera il trasporto pubblico e locale, molte realtà sono troppo isolate. C’è bisogno di una politica più attenta e di una Lombardia più protagonista ogni giorno», ha continuato.
Erano presenti all’incontro anche altri rappresentanti della giunta Bellaria, dal vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Stefano Aliprandini, l’assessore all’Urbanistica Francesco Calò, i consiglieri dem Manolo Casagrande, Alessandra Apolloni e Giacomo Pedrinazzi, insieme ai giovani democratici sommesi. Tra questi il segretario Xhuljano Banaj, che insieme ai Gd è riuscito a portare il candidato in paese. E, ancora, la vicesegretaria provinciale del Pd Alice Bernardoni.
Malpensa e sanità
A dare il via al dibattito al centro anziani il sindaco: «La comunità di Somma è ricca e viva: la Lombardia è fatta di molte realtà così è il ruolo della regione dovrebbe essere quello di programmare e sostenerle». Bellaria ha poi introdotto i due temi cardine dell’incontro: l’aeroporto di Malpensa e di come sostenere uno sviluppo sostenibile – «e di come Regione possa riprendersi il ruolo di programmatore rilanciando il territorio intorno all’aeroporto in termini di sviluppo, di tutela del lavoro, delle infrastrutture e della salute» – e il tema della sanità.
«Gli amministratori sono abituati a guardare il bicchiere mezzo pieno; abbiamo una nuova legge in parte dettata dal Pnrr ma le strutture vanno riempite di contenuti. È un delitto non coinvolgere gli amministratori locali nella programmazione socio-sanitaria perché noi siamo delle sentinelle e sappiamo i bisogno del territorio. Ci auguriamo che a febbraio, quando si riuscirà a dare finalmente una svolta, Regione Lombardia si riprenderà il proprio ruolo», ha concluso Bellaria.
«Voglio tornare qui a febbraio da presidente e parlare dei temi dello sviluppo del territorio e discutere – ha iniziato Majorino – dobbiamo essere una Regione aperta, che discute con i cittadini. Regione Lombardia si è chiusa facendo passare un altro messaggio: rinchiudersi all’interno, ogni tanto erogare fondo e non giocare grandi partite che riguardano lo sviluppo del territorio». L’aspirante presidente della Lombardia ha definito «emblematico» il comportamento di Regione nei confronti del Masterplan Malpensa, «quando dovrebbe esserci un confronto con le comunità. Sono a fianco del lavoro che i sindaci stanno facendo».
Pregnante, inoltre, il tema della sanità e tutte le criticità che ne derivano, dalle previsioni preoccupanti dei pensionamenti dei medici di base lombardi nei prossimi anni, all’allungamento delle liste di attesa (qui la proposta del Pd avanzata a novembre), all’aumento «dei cittadini lombardi che hanno rinunciato alla cura: ora è 1 cittadino su 9, qualche anno fa era 1 su 20».
«Siamo di fronte a uno tsunami – ha continuato – non si è voluto controllare il sistema e si è lasciato ampio spazio alla privatizzazione senza regole: un sistema che butta fuori le persone costringendole a pagare ricorrendo al privato. Così non è giusto. Bisogna ricostruire il sistema socio-sanitario».
Anche il consigliere regionale Astuti ha toccato il tema della sanità, ricordando la chiusura dell’attività oculistica al Bellini di Somma: «Quando hanno chiuso l’oculistica a Somma, c’erano 850 persone in lista d’attesa con il pre-ricovero già fatto. In Regione si arriva a quasi 18 mesi di attesa per le cataratte, togliendo Somma si sono messe in crisi altre strutture come quella di Gallarate. C’è bisogno di un modo diverso di pianificare, cosa che manca a regione Lombardia: la pianificazione porta con sé capacità e coraggio. Loro hanno abdicato al loro ruolo sperando che il mercato e la concorrenza riuscissero a trovare un livello che andasse bene a tutti».
Nei primi 100 giorni di governo Majorino si pone due obiettivi: il primo, di breve lunghezza, è «dare un colpo alle liste d’attesa per accorciarle»; il secondo consiste in un un grande processo di riforma con gli operatori socio-sanitari con un «obiettivo ambizioso nel nome del valore pubblico e nell’accesso non discriminatorio del diritto alla cura». La stella polare del modus operandi sarà, dunque, una cultura della prossimità e del legame con le persone, da traslare anche negli altri ambiti di governo.
Majorino con Astuti e Stefano Bellaria, sindaco di Somma Lombardo
Cultura e lavoro
Sul mondo del lavoro ha citato come riferimento quanto fatto da Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, il patto con le parti sociali: «Ci siamo abituati al fatto che siano un effetto del mercato e della contrattazione mentre la politica ci deve essere in un momento storico in cui aumenta il costo della vita».
E poi, ancora, relativamente alla ‘Ndrangheta ha affermato di volere «una regione antimafiosa che smetta di essere negazionista sulla presenza della ‘Ndrangheta e della criminalità organizzata sul territorio lombardo». Un tema che poi è stato ripreso nella seconda tappa del pomeriggio, Lonate Pozzolo, che nel 2017 è stato al centro dell’inchiesta Krimisa. La giunta Rosa ha presentato al candidato le associazioni lonatesi e spiegatogli il ciclo di incontri “La ‘Ndrangheta tra noi” promosso negli anni scorsi.
Ha criticato fortemente la giunta Fontana per i tagli ai fondi culturali: «Voglio una regione che si impegni sul diritto alla bellezza, che secondo me noi di sinistra dobbiamo riscoprire, mentre in questi giorni Fontana in giunta sta tagliando i fondi agli enti culturali. Abbiamo bisogno di arte, cultura, creatività, sostegno ai talenti per rilanciare un territorio bellissimo e dobbiamo esserne orgogliosi».
«Guai a lasciare il tema dell’identità alla destra – ha concluso – la Lombardia non sono loro, la cultura di chi vuole vincere è di chi vuole rappresentare la bellezza, insieme all’opportunità di questi territorio mettendo delle persone che sappiano lavorare meglio di Fontana e di Moratti».
Le alleanze del centrosinistra
Majorino ha negato la possibilità di sostenere Letizia Moratti, definendo quella della candidata con il terzo polo di Matteo Renzi una «strana alleanza. È una provocazione alla Renzi, tipica».
E il Movimento 5 Stelle? Le interlocuzioni sono in corso, ha concluso.
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