Un workshop ha raccontato a Varese la nuova “democrazia della mobilità”
Erano 160 i collegati al workshop a palazzo Estense sulla “cultura tecnica” sulla mobilità ciclistica urbana, organizzato da Fiab Ciclocittà Varese e Ordine degli Architetti di Varese, con il patrocinio del comune di Varese
La mobilità ciclistica in ambito urbano è entrata ormai a pieno titolo tra i temi salienti della “città sostenibile” con una propria specificità e con dignità pari a quella delle altre forme di mobilità: si tratta di un fatto sancito del “Piano Generale della Mobilità Ciclistica“, che è diventato operativo nell’agosto 2022 dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Ora, è arrivato il momento di intraprendere un percorso in questo senso, che necessita di una condivisione da parte della comunità urbana e di politiche amministrative coerenti, ma anche del sostegno di competenze tecniche e progettuali ancora poco diffuse.
Per questo, nella sala matrimoni di palazzo Estense, nel pomeriggio di giovedì 15 dicembre si è svolto un workshop di promozione della “cultura tecnica” sulla mobilità ciclistica urbana, organizzato da Fiab Ciclocittà Varese e Ordine degli Architetti di Varese, con il patrocinio del comune di Varese, che ha visto una grande partecipazione anche on line: erano infatti circa 160 i collegati all’ascolto.
Dopo i saluti istituzionali, relatori sono stati l’architetto Paolo Gandolfi, direttore dell’area Sviluppo territoriale – Dirigente Struttura di policy mobilità sostenibile del Comune di Reggio Emilia, l’avvocato Andrea Colombo, Consulente strategico e legale esperto in materia di mobilità sostenibile sicurezza stradale e spazio pubblico. L’illustrazione ed esemplificazione delle innovazioni sono state invece demandate all’ingegner Alfredo Drufuca ingegnere del traffico e dei trasporti, AD di Polinomia srl.
Un vero e proprio corso che ha illustrato le novità delle norme sulla mobilità ciclistica, che hanno tre obiettivi strategici: incrementare la quota degli spostamenti in bicicletta, realizzare la rete di infrastrutture ciclabili “bicitalia” realizzata e proposta dalla Fiab negli anni scorsi, integrare questa con le altre reti infrastrutturali.
«La principale novità è che è stata data dignità a questo mezzo di trasporto, che diventa una delle strutture nazionali di mobilità, alla stessa stregua dell’auto o di altri mezzi – ha commentato Paola Girola, membro della commissione sostenibilità dell’Ordine degli Architetti – per questo ha stabilito delle modalità progettuali che tengano conto del fatto che in Italia nei contesti urbani spesso non c’è abbastanza spazio per tutti, con soluzioni che attengono a una democrazia dello spazio pubblico».
Una “democrazia” che è già praticata in molte città europee: «Senza arrivare al sogno di diventare come Friburgo, ormai completamente autonoma sia per energie rinnovabili che per camminabilità in centro, ci sono importanti esempi in casa nostra come a Bolzano e Merano, che hanno fatto da anni una scelta ben mirata in questa direzione» ha commentato Alessandro Vanoni, che della commissione sostenibilità dell’Ordine degli Architetti di Varese ne è responsabile. Perchè: «Una città ciclabile e pedonabile è una città vivibile e da una città vivibile dipende la qualità della vita di ognuno di noi» come ha sottolineato l’assessore alla mobilità del comune di Varese Andrea Civati.
«Il PGMC è soprattutto uno strumento necessario per il progresso verso una nuova mobilità in Italia, da utilizzare dai soggetti istituzionali ma anche dai privati – è stato il commento di Fiab Ciclocittà Varese – Impensabile che ci possano essere passi indietro rispetto ad alcuni principi basilari: in particolare la condivisione dello spazio pubblico stradale e la sua ripartizione più equa, per far muovere le persone e non solo le auto. Molte città europee già applicano questi principi nelle soluzioni urbanistiche e nei regolamenti della viabilità».
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