“Il lavoro è il mezzo ma produrre non è lo scopo”. I progetti della cooperativa Massimo Carletti di Olgiate Olona

Con quasi quarant'anni di esperienza alle spalle, la realtà di Olgiate Olona, rappresenta un esempio virtuoso: "Il nostro obiettivo è tramutare l'individuo da assistito a persona attiva della propria vita"

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Per le cooperative sociali di tipo B la vera sfida è uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni. È vero, nella maggior parte dei casi fanno lavori semplici: assemblaggio, confezioni, servizi di lavanderia e manutenzione del verde pubblico, solo per citarne alcuni. Li chiamano «lavoretti». Una definizione riduttiva e anche antipatica – almeno per chi scrive – perché pone questa attività su un piano diverso rispetto ai lavori svolti da chi compete sul mercato.

Lavorare in un luogo protetto, dove le persone con fragilità possono esprimersi al meglio utilizzando le loro risorse, non esclude a priori la possibilità di proporre prodotti e servizi di alto livello e qualità. Protezione e mercato sono antitetici più sui manuali che non nella realtà. 
Il caso della cooperativa sociale Massimo Carletti di Olgiate Olona, associata a Confcooperative Insubria, in questo senso è interessante.

Recentemente la cooperativa ha realizzato gli allestimenti floreali a Villa Litta a Lainate in occasione di un grande evento, il Quality Award 2023, un premio assegnato dai consumatori ai produttori. «Ci siamo confrontati con un livello di fornitura molto alto – racconta l’educatrice Monica Testa – e con richieste particolari circa l’allestimento. Alla fine è andato tutto bene e ci siamo pure divertiti. Abbiamo ricevuto i complimenti degli organizzatori perché i nostri ragazzi hanno retto il confronto con gli altri dimostrando di essere all’altezza e di poter lavorare in un contesto complesso».

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nella foto Marco Munari durante l’allestimento di Villa Litta a Lainate

Era una sorta di esame che il team capitanato da Marco Munari, fiorista di talento entrato a giugno nello staff della cooperativa, ha superato alla grande con prospettive di sviluppo. «L’incontro con Marco è stato provvidenziale – racconta Monica – perché tra le nostre attività c’è anche la gestione del chiosco dei fiori del cimitero di Olgiate Olona. Una amica in comune ci ha messo in contatto: lui cercava un lavoro e noi cercavamo un fiorista».

La cooperativa “Massimo Carletti” nei suoi 38 anni di storia di cose belle ne ha fatte tante. Il nucleo originale risale al 1985 e ha come base l’oratorio di Olgiate Olona. È un’iniziativa di volontariato per dare aiuto ai ragazzi in difficoltà e alle loro famiglie. Con il tempo si struttura nella cooperativa Progetto promozione lavoro, società mista con ragazzi disabili gravi e non disabili. Nel 1995 avviene la divisione: alla cooperativa di servizi di tipo A viene affiancata la cooperativa sociale di tipo B, intitolata appunto a Massimo Carletti, in ricordo di un giovane scomparso prematuramente.

La società cooperativa oltre ai lavori di manutenzione del verde pubblico e di assemblaggio componenti,  ha gestito anche un chiosco bar nel parco di Fagnano Olona, dove ha organizzato spettacoli con personaggi e musicisti importanti. Un’esperienza quest’ultima molto importante ma terminata troppo presto e non per volontà della cooperativa. «La verità – sottolinea Monica Testa – è che il codice degli appalti non ci ha per niente aiutato e lavorare con gli enti pubblici è sempre più difficile».

La cooperativa, che ha la sede legale negli storici locali di Olgiate Olona, dà lavoro a 14 persone, compresi due educatori. Una trentina di ragazzi sono in borsa lavoro o seguono percorsi di inclusione sociale. Nella sede secondaria di Busto Arsizio si sviluppano progetti e attività soprattutto per conto di terzi e c’è una collaborazione attiva e strutturata con il reparto di psichiatria dell’ospedale cittadino. «Ci sono ragazzi che hanno abilità e capacità lavorative in alcuni casi notevoli – racconta l’educatrice – ma al tempo stesso hanno bisogno di un ambiente protetto in grado di accogliere e comprendere la loro fragilità».

Lo scopo dunque non è produrre. Quanto piuttosto far vivere questi ragazzi in un gruppo e aiutarli a socializzare per contrastare la solitudine. Il team che ha lavorato all’allestimento del Quality Award 2023 ha funzionato alla grande. «L’impegno è quello di creare una vera e propria forma di impresa – conclude Monica Testa – capace di offrirsi al mercato e, allo stesso tempo, dare opportunità di lavoro a fasce deboli della società. Il nostro obiettivo è tramutare l’individuo da assistito a persona attiva della propria vita e il lavoro è lo strumento che permette di realizzare l’inserimento di queste persone nella società, perché nel lavoro c’è molta dignità e bellezza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Gennaio 2023
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