Che fine ha fatto l’incontro con la Regione sull’ospedale di Gallarate?
Se lo chiede il consigliere Massimo Gnocchi: a novembre il consiglio comunale aveva chiesto all'unanimità un incontro con Bertolaso o Fontana, sulla situazione di decadimento del Sant'Antonio Abate. "Impegno era entro due mesi, ora sono passati"

Ma il consiglio comunale di Gallarate non aveva chiesto di incontrare i vertici della Regione sull’ospedale sant’Antonio Abate?
Era la fine di novembre, quando l’assemblea civica – un po’ a sorpresa, dopo una inattesa apertura di Fratelli d’Italia – aveva votato un documento con un impegno: incontrare entro due mesi i vertici politici della Regione e i dirigenti, per parlare del destino dell’ospedale esistente.
Passati – da qualche giorno – i due mesi, torna a chiedere un incontro Massimo Gnocchi, consigliere comunale della civica Obiettivo Comune Gallarate. Che ha scritto -il 18 e 30 gennaio – due diverse comunicazioni al sindaco Andrea Cassani e al presidente del consiglio Giuseppe De Bernardi Martignoni per chiedere “se il volere unanime e non diversamente interpretabile del consiglio comunale sia stato rispettato”.
Il testo della mozione, votata all’unanimità, impegnava infatti il sindaco a “richiedere un incontro entro 60 giorni” con Bertolaso e Fontana (o almeno uno dei due) e con il direttore welfare Giovanni Pavesi.
«Il volere dell’aula non è stato rispettato» dice Gnocchi, che calcola che i due mesi sono “scaduti” al 28 gennaio, sabato scorso
«La questione del futuro dell’ospedale di gallarate viene dribblata in maniera imbarazzante e non conforme al volere dell’aula consigliare. A meno che non si voglia far credere che quella sera avevamo deciso, ancora in assenza di una data per le elezioni regionali, di dare al sindaco 60 giorni per mandare un invito. Cosa ovviamente ridicola e non vera». A conferma del fatto che quello fosse un impegno rilevante, Gnocchi ricorda che il consigliere leghista Andrea Zibetti «quella sera si risentì dell’accordo raggiunto e lo stigmatizzò, salvo poi adeguarsi».
Gnocchi è determinato e fa notare che parla «da semplice consigliere» ma anche e «soprattutto da presidente della commissione vigilanza». Lasciando intendere che vuole andare fino in fondo nella verifica del rispetto dell’obbligo che era stato chiesto e messo nero su bianco dal consiglio.

Al di là del formalismo, Gnocchi ribadisce che «è giusto che la gente abbia le maggiori risposte possibili oggi sul futuro dell’ospedale di Gallarate», anche considerando le incertezze che pendono sul progetto dell’ospedale unico: il documento della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ha messo nero su bianco diversi problemi legati al progetto e la stessa amministrazione di Gallarate ha presentato osservazioni (soprattutto sulle carenze in tema di viabilità).
Gnocchi, che guida una lista civica indipendente animata da persone di diverso orientamento politico, rivendica anche di aver per primo sollevato, nell’autunno scorso, le perplessità su diversi aspetti, poi esplicitati dal documento di VAS.
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