“I giovani sono cittadini del mondo ma dobbiamo aiutarli a scegliere Varese”

Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio di Varese, interviene con una riflessione sul tema dei giovani, il lavoro e il futuro

mauro vitiello camera di commercio

C’è una parola chiave quando affrontiamo il tema del ruolo e le prospettive dei giovani nel sistema socioeconomico varesino. Questa parola è “fiducia”.

Quella fiducia che, troppo spesso, manca nei confronti di quelle ragazze e quei ragazzi che, dopo aver formato nelle nostre scuole e nelle nostre università, abbiamo visto doversi allontanare per inseguire il proprio sogno di costruirsi un futuro. Eppure, molto spesso – lo dico anche per esperienza personale, come imprenditore che ne sperimenta le capacità – sono giovani ad alto profilo sui versanti sia della qualità delle relazioni personali, sia delle competenze. I nostri giovani sono quelle autentiche risorse che, quando diamo loro la possibilità di mettersi in gioco, contaminano tanto le grandi aziende quanto le pmi con il loro entusiasmo e la loro capacità innovativa.

Ragazze e ragazzi da attrarre

Eppure, fatichiamo a trattenerli, li vediamo sfuggire alle nostre attenzioni. Provate a chiedere in una classe delle superiori o a un gruppo universitario se vedano un domani lavorativo sul proprio territorio, quello dove sono cresciuti e si sono formati. La risposta (negativa) ci appare quasi implicita nella domanda. Questo è drammatico, per noi e il nostro futuro.

I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Camera di Commercio ci dicono che stiamo perdendo 2.500 varesini all’anno: nel complesso sono 65.062 quelli che risiedono all’estero, con una forte crescita delle ragazze e dei ragazzi entro i 34 anni. Non dobbiamo meravigliarci: un po’ è il frutto della straordinaria trasformazione sociale ed economica indotta dalla rivoluzione dell’informatica e la digitalizzazione. È un dato sociologico ormai assodato quello per cui, in tutti i tempi, la tecnologia sia il più importante fattore di trasformazione sociale.

E la telematica, per definizione, allarga lo sguardo oltre i confini del proprio territorio, rompe le barriere, offre nuove occasioni di relazioni che vanno ben al di là di quelle del luogo fisico di nascita e residenza. Fra tante opportunità e qualche rischio, il riscontro è un po’ anche quella “società liquida” teorizzata da Zygmunt Baumann all’inizio del nuovo millennio. Una formula che sta marcando i nostri anni ed è entrata nel linguaggio comune per descrivere la modernità nella quale siamo immersi. I giovani guardano oltre, sono cittadini non di questo o quel paese bensì del mondo a 360 gradi. Vanno… “dove li porta il cuore”, per usare un’altra formula di successo.

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Che cosa dobbiamo fare?

Vogliamo costruire un modello capace di attrarli nelle nostre imprese, trattenerli per permettere loro di mettersi in gioco e rendere con le proprie idee la nostra società sempre migliore. In altre parole, porre le condizioni per far sì che un giovane scelga Varese e il suo territorio non perché qui, tra le vallate prealpine e l’area a ridosso di Milano, si può vivere avendo sullo sfondo la bellezza del Monte Rosa e i laghi a due passi (quello che madre natura ci ha regalato è tanto, ma non basta…), bensì perché può far crescere il suo progetto di famiglia contando su servizi adeguati alla contemporaneità, buone politiche per la genitorialità, stipendi netti attrattivi e forte attenzione all’ambiente. Un welfare, insomma, adeguato alla contemporaneità e frutto di policy innovative, cogliendo anche le opportunità collegate al Next Generation UE, il piano dell’Unione Europea che chiede agli stati di mettere al centro i giovani, ma che non mi pare abbia avuto finora alcun riscontro in Italia. Il concretizzarsi di un tale welfare non dipende solo dal contesto locale. Questo è chiaro. Come Camera di Commercio, all’avvio del nuovo mandato, però, ci stiamo ponendo degli obiettivi che, per un verso, vanno sulla scia di quanto già in parte avviato e, per un altro, puntano ad accelerare tanto velocemente quanto (anche) i nostri giovani ci chiedono. Le linee strategiche del quinquennio 2023-27 sono quelle dell’attenzione alle nuove generazioni, dell’attrattività territoriale e della sostenibilità declinata sui piani ambientale, sociale ed economico.

L’impegno di Camera di Commercio

Le nuove generazioni sono quindi al centro del nostro sforzo, ampliando e sviluppando tutto quel patrimonio di relazioni che da tempo Camera di Commercio ha costruito. È il caso dei project work per esperienze formative in azienda o sul territorio che garantiscono un costante interscambio fra studenti e mondo del lavoro. Qui s’inseriscono il progetto Varese Tourist Angels, considerato pilota a livello lombardo, e poi l’impegno per la promozione degli ITS, l’istruzione terziaria professionalizzante su cui da tempo insistiamo. Ma è il caso anche dello sforzo di trasformare in messaggi utili al sistema locale i periodici riscontri dell’indagine Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese. Solo per citare alcune iniziative che possono fungere da solidi punti di partenza per raggiungere l’obiettivo di creare un vero e proprio “Talent Garden” quale linfa vitale per il nostro territorio.

Un Sistema Varese che vuole riorientarsi

È comunque l’insieme del sistema Varese che deve sapersi riorientare, in una proficua sinergia tra mondo delle istituzioni, associazioni di categoria e tutte le realtà private che da sempre arricchiscono la nostra economia. Imprese che, oggi più che mai, devono essere messe nelle condizioni di poter continuare a operare in una logica di incremento di produttività e competitività, precondizioni perché chi viene (o rimane) qui a lavorare possa essere da un lato gratificato e dall’altro adeguatamente retribuito. Abbiamo un compito difficile, eppure al tempo stesso affascinante, forse addirittura vitale: far cambiare idea ai nostri giovani. Regalando loro… fiducia, per sé e il nostro futuro!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2023
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Commenti

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  1. PaoloFilterfree
    Scritto da PaoloFilterfree

    “…Cogliendo anche le opportunità collegate al Next Generation UE, il piano dell’Unione Europea che chiede agli stati di mettere al centro i giovani, MA CHE NON MI PARE ABBIA AVUTO FINORA ALCUN RISCONTRO IN ITALIA.” Perfetta sintesi (epitaffio) dell’amarissima realtà nella quale si confrontano i giovani: questo non è un paese per giovani. Che, quando vanno all’estero, per studio o per lavoro, molto spesso scoprono una qualità di vita che l’Italia non è in grado di offrire. Del resto, il declino anagrafico del paese si riflette nella classe politica e qui il cerchio si chiude con l’epitaffio di cui sopra.

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