Come la reattività delle pupille racconta l’esito neurologico dell’attacco cardiaco

È stato accettato e pubblicato sul BMJ Open (costola del British Medical Journal) il protocollo di studio, multicentrico, promosso da SIAART e approvato da Areu. Lo studio porta la firma anche del primario di rianimazione del Sant'Anna dpttor Zerbi

dr zerbi rianimazione

Un protocollo di studio, a firma del dottor Simone Maria Zerbineoresponsabile all’ospedale Sant’Anna dell’Unità Operativa Semplice di Neurorianimazione, afferente alla Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione 2, è stato accettato e pubblicato sul BMJ Open (costola del British Medical Journal). Il protocollo di studio, multicentrico, è promosso da SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) nella sua sezione Neuroanestesia e Neurorianimazione (di cui il dottor Zerbi è membro) ed ha ottenuto l’approvazione della Italian Resuscitation Council e l’adesione di AREU l’agenzia regionale per l’emergenza e urgenza.

La pubblicazione vede come co-autori riconosciuti professionisti a livello internazionale nel mondo della neuroprognosi, e una stretta collaborazione con la scuola di specializzazione di Anestesia-Rianimazione dell’Università di Brescia.  “L’obiettivo dello studio è volto ad identificare uno strumento precoce nella valutazione della prognosi durante l’arresto cardiaco – spiega il dottor Zerbi, neurointensivista – Si vuole verificare se la misura elettronica della reattività delle pupille durante la rianimazione possa fornire le informazioni necessarie a stabilire precocemente l’esito delle manovre. La novità dello studio sta proprio nelle potenzialità della pupillometria di permettere una valutazione neurologica del paziente già durante la rianimazione cardiopolmonare, momento che ad oggi non consente nessuna valutazione clinica sullo stato del cervello anossico”. 

L’esito neurologico del paziente che sopravvive alla rianimazione sarà raccolto dopo la dimissione dall’Unità di Terapia Intensiva, a 30 giorni, 6 mesi e a 1 anno, utilizzando la Glasgow Coma Scale (GCS). Lo studio, approvato dal Comitato Etico di Milano, prevede che i dati clinici e di follow-up raccolti saranno poi diffusi alla comunità scientifica attraverso articoli inviati a riviste peer-reviewed e abstract in occasione di incontri e conferenze. I Centri coinvolti nel protocollo di studio sono tutte le Soreu regionali e come centri ospedalieri tutti i principali hub provinciali – tra cui l’ospedale Sant’Anna – a cui afferiscono i pazienti in arresto cardiaco. “Il campione previsto ammonta ad almeno 150 pazienti raggiunto il quale avvieremo le analisi statistiche” conclude il dottor Zerbi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Febbraio 2023
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