Nicolò Maja in tribunale a Busto Arsizio per il processo al padre: “Mamma e Giulia mi danno la forza”

Il giovane sopravvissuto alla strage famigliare messa in atto dal padre si è presentato in aula per l'udienza di conferimento incarico al perito che dovrà stabilire se Alessandro Maja è incapace di intendere e di volere

«Ho voluto portare con me mamma e Giulia. Sono loro che mi danno la forza». Così Nicoló Maja, unico sopravvissuto alla strage di Samarate eseguita dal padre Alessandro e in cui hanno perso la vita Stefania Pivetta e la figlia Giulia, ha spiegato la scelta di presentarsi in udienza con una maglietta nera che aveva stampati i volti delle due vittime.

Questa mattina, venerdì, si è svolta l’udienza per il conferimento dell’incarico al perito, il professor Marco Lagazzi, il quale dovrà stabilire se Alessandro Maja è in grado di stare in giudizio.

Nicoló si è trovato così a pochi metri di distanza da dove era seduto il padre, il quale non ha rivolto nemmeno uno sguardo verso il figlio sopravvissuto ma costretto a vivere su una sedia a rotelle per causa sua:«L’ho visto sciupato. Non so se mi ha visto perchè senza occhiali non vede benissimo. Oggi non me la sono sentita di parlargli ma gli vorrei chiedere perchè ha deciso di rovinare la nostra vita» – ha detto Nicolò ai microfoni, al termine dell’udienza.

La notte del 4 maggio, infatti, Alessandro Maja, geometra affermato con studio a Milano, ha messo in atto lo sterminio della propria famiglia, angosciato da problemi economici e famigliari, mai chiariti, che gli obnubilarono la mente. La moglie Stefania e la figlia Giulia passarono velocemente dal sonno alla morte mentre Nicoló sopravvisse lottando tra la vita è la morte per mesi fino ad una lenta e graduale ripresa che non gli ha permesso, però, di tornare a camminare.

Prossima udienza per l’esame del perito è prevista per il 19 maggio. In quell’occasione verrà sentito anche l’imputato.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Febbraio 2023
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