Prevenzione e riabilitazione del tumore al seno con il canottaggio: l’idea della Canottieri Gavirate

L'attività remiera come prevenzione dei pazienti a rischio linfedema ma anche riabilitazione per le donne operate al seno. Nel progetto coinvolti medici e l'associazione Caos

canottieri monate

Il canottaggio come riabilitazione e prevenzione del tumore. È l’idea al centro di un progetto promosso dalla Canottieri Gavirate che ha convocato medici dell’ospedale di Varese e l’associazione di pazienti Caos per discutere delle potenzialità.

«‘‘Sport Terapia’’ Integrata – si legge nella presentazione – nasce con l’obiettivo di diffondere la pratica remiera come disciplina volta alla promozione del benessere e alla prevenzione delle malattie e, nello specifico, favorire percorsi di riabilitazione per persone che hanno sofferto di pregresse patologie oncologiche».

«Il canottaggio diventa, in ambito medico-sanitario, attività elettiva per la completezza nell’impiego dei distretti muscolari e per la caratteristica di “morbidezza” del gesto tecnico, favorito dalla unicità dell’azione su un carrello scorrevole che annulla grandemente le compressioni articolari impresse dalla gravità, lavorando su un piano perfettamente orizzontale. Tale dinamica, unita alla pressione costante e ripetuta dei piedi in spinta sulla pedaliera, favorisce la circolazione anche periferica nonché la risalita linfatica che viene potenziata in modo naturale ed efficace anche dall’otto disegnato nel ciclo di voga».

La pratica all’aria aperta, nella natura, il lavoro aerobico e la ciclicità del gesto favoriscono il rafforzamento del metabolismo cellulare e la circolazione sanguigna anche periferica. Il canottaggio è uno sport che si propone non tanto come competizione ma come disciplina per acquisire uno stile di vita corretto e in equilibrio e  permette il coinvolgimento di diverse fasce della muscolatura ( quadricipite, cintura lombare, muscoli addominali, “muscolo dell’anima” lo Psoas che permette la rotazione del bacino e quindi del tronco). In particolare, la pratica remiera è indicata per chi ha subito un intervento sui muscoli del petto come in senologia per l’asportazione dei linfonodi sentinella.

Uno studio, che vede coinvolto il Policlinico Gemelli di Roma, vuole dimostrare come la composizione tessutale (massa grassa, magra e osso) dell’arto interessato da linfedema può essere positivamente modificata in risposta ad un programma di attività fisica contro resistenza con carichi lentamente progressivi. L’obiettivo è quello di offrire ai pazienti a rischio di linfedema una diagnosi precoce che permetta un trattamento tempestivo (che può includere l’esercizio muscolare come first-line treatment) per una migliore qualità di vita ed una riduzione delle complicanze mediche e disabilità. I risultati della ricerca sono attesi entro 12 mesi ma sin da ora i la pratica remiera garantisce alcuni vantaggi:  migliora la qualità della vita, senza modificare o danneggiare le strutture muscolari stressate dalla chirurgia e dalla radioterapia.

«È uno sport tra i più completi che centra appieno gli obiettivi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di promozione di sani stili di vita per contrastare l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche».

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Pubblicato il 10 Febbraio 2023
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