Punto di riferimento per 147 famiglie, la Caritas di via Pozzi a Busto Arsizio fa un primo bilancio
Don Francesco Casati e la sua squadra di volontari hanno raccontato le attività che vengono svolte all'interno della sede di via Pozzi dove nel 2022 sono stati distribuiti 1517 pacchi alimentari
Nel giro di poco meno di due anni è diventata un punto di riferimento per centinaia di famiglie e per centinaia di persone ai margini della società. La Caritas della parrocchia di San Giovanni, che ha trovato sede in via Pozzi durante il lockdown, ha presentato un bilancio delle attività svolte fino ad oggi.
Don Francesco Casati, con la sua voce che infonde calma ed entusiasmo allo stesso tempo, ne è il responsabile e ne ha subito sottolineato la missione: «La Caritas è la comunità cristiana che si fa carico dei bisogni. Si è creata una squadra di volontari affiatata che ha preso un impegno e lo porta avanti con costanza e attenzione».
La sede di via Pozzi ospita il centro d’ascolto e la distribuzione dei pacchi alimentari e dei vestiti, vanta collaborazioni con moltissime realtà del territorio a partire dalla Caserma Nato, fino ai Carabinieri passando per tante associazioni e aziende private: «Questo è anche un momento per dire grazie a tutte le realtà che ci danno una mano oltre all’amministrazione che ci è sempre vicina non solo con la presenza oggi del sindaco Antonelli, della vicesindaco Maffioli e dell’assessore alla Sicurezza Loschiavo».
Grazie a questa rete la Caritas ha gestito nel 2022 qualcosa come 1517 pacchi alimentari per 147 famiglie (455 persone). In tutto sono stati gestiti 55 mila euro di aiuti: «Per gestire questo flusso di persone che continua ad aumentare abbiamo implementato il software della Caritas che ci permette di monitorare cosa viene dato e a chi, se c’è un Isee oppure no e altri dati».
Una questione, quella della gestione dei dati, che ha rimesso al centro della discussione il fatto che in città, fortunatamente, ci sono molte realtà associative che fanno distribuzione di pacchi alimentari spesso gelose dei propri “poveri”. Per don Francesco le parole mio e tuo non esistono «per me sono i nostri poveri e tutti dobbiamo prendercene cura».
Il responsabile della Caritas Decanale Francesco Nicastro aggiunge: «La gestione dei dati sensibili è molto delicata e le multe del garante sono pesantissime. Se il Comune vuole darci una mano si potrebbe superare il problema attraverso l’ausilio di esperti del settore che ci permettano di arrivare ad un coordinamento di tutte le associazioni e dei rispettivi dati». Da parte dell’amministrazione è stata espressa disponibilità: «Senza la vostra presenza il Comune non riuscirebbe a far fronte a tutte queste situazioni difficili. Un coordinamento per evitare che i furbi se ne approfittino è importante» – ha detto il sindaco Antonelli.
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