Bellezza e sostenibilità: ad un varesino il primo premio per l’architettura in legno

Tra i tre vincitori della prima edizione del Wood Architecture Prize c'è lo studio LCA, Luca Compri Architetti, di Varese. Menzione anche per Marco Lavit, architetto varesino con studio a Parigi

wood architecture prize

(Foto Simone Bossi)
Tra i tre vincitori della prima edizione del Wood Architecture Prize istituito dall’importante Fiera Bolzano con la collaborazione del Politecnico di Torino e dell’Università IUAV di Venezia, c’è anche uno studio di architettura di Varese: LCA Architetti di Luca Compri. Un premio per nulla atteso, malgrado quello stesso edificio fosse stato inserito nel 2020 dalla prestigiosa rivista internazionale di architettura Domus tra le 10 migliori case del mondo, e nel marzo scorso, proprio 12 mesi fa, fosse stata citata anche dal Financial Times.

Il premio infatti, primo riconoscimento sull’architettura in legno in Italia che vuole valorizzare l’impiego di questo materiale per la promozione di un’architettura sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico, è stato assegnato nell’ambito della diciottesima edizione di Klimahouse, manifestazione internazionale del settore diventata punto di riferimento per il risanamento e l’efficienza energetica in edilizia e ha visto 64 progetti partecipanti, provenienti principalmente da Trentino e Alto Adige, territori ormai da decenni all’avanguardia su questo tipo di realizzazioni. E cosi è stato per le prime due categorie di premi: “Architettura sperimentale” e “Architettura pubblica”, dove nel primo caso è stato assegnato all’Hotel La Briosa di Bolzano, realizzato da Felix Perasso e Daniele Tolpeit, e nel secondo alla scuola materna di Sluderno (Bz) di Roland Baldi Architects.

Ma a vincere la sezione “architettura privata” è stata invece Casa quattro progettata dallo studio varesino LCA architetti (Luca Compri Architetti), una casa sostenibile caratterizzata da un’architettura estremamente semplice ma bella sia da vedere che da vivere.

UNA CASA INNANZITUTTO BELLA, DOVE VINCE L’ARCHITETTURA

La casa è a Magnago, in provincia di Milano e i proprietari sono una giovane coppia di informatici che hanno deciso di vivere e lavorare a stretto contatto con la natura, approfittando di un terreno al margine di una zona urbanizzata e che si affaccia verso il bosco.

La casa, con un tetto spiovente che ricorda certe immagini della pittura di Hopper, è sviluppata su due piani e vede al piano terra ingresso, cucina, una camera da letto, uno studio, due bagni, una lavanderia e un ampio soggiorno che guarda verso una enorme vetrata affacciata a nord, tanto alta da occupare anche il piano rialzato, dove invece si trova una piccola palestra, una camera da letto, un bagno e uno studio che si affaccia sul soggiorno, ma soprattutto sulla sua vetrata “totale” esposta verso Nord.  La casa ha comunque ampie aperture anche a sud, che permettono di instaurare un dialogo diretto con il paesaggio esterno anche dalla parte opposta.

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I materiali da costruzione principali sono quelli che hanno loro fatto vincere il premio: la struttura di base è infatti in legno. Ma ancora più interessanti sono i materiali che aiutano a coibentare la casa: la struttura cava di legno è riempita infatti all’interno di paglia di riso e rivestita di sughero all’esterno, con un doppio effetto isolante, mentre le finiture interne e gli arredi sono in pietra e legno di rovere. «L’intenzione era quella di nobilitare elementi come sughero e paglia, di per sé molto poveri, per evidenziare le loro caratteristiche uniche in termini non solo di sostenibilità, efficienza e durabilità ma anche e soprattutto di bellezza estetica» Spiega Compri.

La parola d’ordine nel descrivere la casa infatti è “architettura” come sinonimo di studio non solo funzionale ma anche estetico della struttura, che rende la casa sì sostenibile ma innanzitutto bella: «Ci teniamo molto a questa definizione: abbiamo vinto infatti un premio di architettura, non energetico o di sostenibilità, malgrado la sostenibilità sia un obiettivo importante della progettazione» continua l’architetto.

QUANDO LA BELLEZZA VA A BRACCETTO CON LA SOSTENIBILITÀ ENERGETICA

Particolarmente importante è anche il risparmio che la bellezza di questa casa “provoca”: l’edificio infatti è quasi autonomo dal punto di vista energetico grazie non solo ai pannelli solari sul tetto che accumulano energia ma anche, più semplicemente, grazie al fatto che il sole può illuminare e scaldare la casa entrando, semplicemente, dalle finestre. E che il fatto che la maggiore luce provenga da nord eviti l’eccessivo calore fornito dal sole.

Questa soluzione abbatte e in certi casi azzera le necessità energetiche fornite meccanicamente, e quindi le emissione che il riscaldamento e l’illuminazione provocano: «I proprietari mi hanno segnalato, per esempio, che la loro bolletta dell’energia elettrica per gennaio e febbraio è stata di 68 euro, 38 dei quali in tasse. Significa 15 euro di energi al mese per una casa di 190 metri quadri» conclude Compri.

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Le premiazioni al Wood Architecture prize: Luca Compri è il quarto da sinistra. Accanto a lui, terzo d sinistra, Marco Lavit

UN ALTRO VARESINO NEL PRIMO WOOD ARCHITECTURE PRIZE: E’ LA MENZIONE TOSCANO-FRANCESE PER IL MICROHOTEL “LILELO”

Le soddisfazioni per Varese non sono però finite qui, al primo Wood Architecture Prize. Tra le due menzioni speciali assegnate, un varesino si nasconde tra le pieghe di un progetto di un lodge piemontese realizzato da uno studio parigino: è quello dell’Atelier Lavit, con il giovane architetto varesino e under 35 Marco Lavit, che ha ideato una struttura turistica a Grazzano Badoglio dal significativo nome di LILELO – Little Leisure Lodge, che rientra in quello che si definisce “Eco-Glamping” la vacanza nella natura simile al camping ma molto più glamour. Marco Lavit si divide, nella sua opera, tra design, arredamento d’interni e realizzazione di piccole strutture architettoniche, dalle cabine alle case private.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Marzo 2023
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